mercoledì 1 dicembre 2010

Caso Monicelli, ovvero quando i seminatori di morte spargono la loro semente!


Delle volte mi sembra di vivere su un altro pianeta...
Rifletto su quanto recentemente accaduto a Mario Monicelli, al suo gesto tragico compiuto nel dolore, sì, ma consumatosi con tremenda lucidità. Penso al dolore dei familiari, ma anche alle cause che lo hanno indotto a commettere un gesto tanto estremo.
Arrivare ad un'età così avanzata e non domandarsi il perché di una vita tanto lunga. Arrivare alla maturazione senza aver compreso il senso della vita, senza averne scoperto il sapore.
Sapere di essere malati terminali e non accettare l'idea della morte, come se a 94 anni suonati si avesse ancora la pretesa di viverne altri 100 da trentenne, senza accettare il limite.
E poi quella scelta di voler uscire di scena...come se da buon cineasta anche la regia della sua vita gli appartenesse. Che errore! Quanta superbia!

Trovo allucinanti alcune affermazioni che sono state fatte in questi giorni; totalmente contrarie alla logica oltre che alla morale...totalmente assurde!

Ne elenco alcune:

Walter Veltroni "l'ultimo atto della sua vita gli assomiglia""Mario ha vissuto e non si é lasciato vivere; non si è lasciato morire".
Non si è lasciato morire...ma vi rendete conto? Come se il morire dipendesse dalla mia volontà...come se la mia vita fosse solo mia e non appartenesse anche a coloro che mi sono vicino. Come se la mia esistenza si svolgesse all'interno di una campana di vetro, come se avessi deciso io di venire alla luce...

Il Presidente Napolitano "Monicelli se n'é andato con un'ultima manifestazione forte della sua personalità, un estremo scatto di volontà che bisogna rispettare".
Bisogna rispettare il desiderio di morire? Ma dove stiamo andando?

Michele Placido "Bisogna rispettare questa sua decisione" 0_0

Paolo Villaggio "Quello di Mario non è stato un suicidio disperato. Lui aveva molto coraggio e non aveva affatto paura della morte. A 95 anni ha detto: la morte me la decido io nel modo migliore. Ci ha pensato un attimo ed ha aperto la finestra. Vorrei avere io il suo coraggio".
Secondo Paolo Villaggio il gesto non sarebbe stato neanche segno di fragilità e di disperazione, ma addirittura un gesto eroico...da emulare!
Ma si, istighiamo al suicidio...Come se non fosse reato!
Consultate pure l'articolo 580, del Codice Penale Italiano:
« Chiunque determina altri al suicidio o rafforza l'altrui proposito di suicidio, ovvero ne agevola in qualsiasi modo l'esecuzione, è punito, se il suicidio avviene, con la reclusione da cinque a dodici anni. Se il suicidio non avviene, è punito con la reclusione da uno a cinque anni, sempre che dal tentativo di suicidio derivi una lesione personale grave o gravissima. Le pene sono aumentate se la persona istigata o eccitata o aiutata si trova in una delle condizioni indicate nei numeri 1) e 2) dell'articolo precedente. Nondimeno, se la persona suddetta è minore degli anni quattordici o comunque è priva della capacità di intendere e di volere, si applicano le disposizioni relative all'omicidio ».

Mi domando chi andrà in carcere per aver istigato coloro che verranno affabulati dalle parole di questi Maestri di morte? Temo nessuno...
Eppure sono affermazioni di una gravità inaudita che rivelano tutto il veleno satanico della superbia della vita e del disprezzo della stessa.
Sono i semi putridi della cultura di morte e disperazione che inquinano la nostra società!
L'utopia della libertà assoluta genera mostri, la storia ce lo ha mostrato...genera schiavi, genera infelici, genera genocidi.
Cos'è la libertà? E' fare quello che mi pare?
Se sono realmente libero di fare ciò che voglio, se tutto mi è lecito come sembra emergere da un certo pensiero corrente, se tutto dipende dalla mia sola volontà, allora dal momento che oggi mi sento triste e vedo tutto buio chi potrebbe impedirmi di togliermi la vita...
E domani? Cosa ne sarà del mio domani? Chi mi ridonerà il mio domani?
Chi mi donerà quell'incontro, quella situazione, quella persona, quella parola, quel raggio di luce, quel disegno, quel panorama, quel battito d'ali di una farfalla, quella melodia, quella cartolina che riceverò, quell'SMS che domani illuminerà lo schermo del mio cellulare, quel sorriso che il mio migliore amico mi farà, quella pagina del libro che tengo sul comodino, quella mano che domani...solo domani mi sfiorera?
Come potrò scoprire il mio domani, se oggi avrò scelto di morire?

1 commento: