sabato 31 marzo 2012

Un cuore felice



Molti si strappano le sopracciglia, le ridisegnano, si spalmano il viso di creme, si profumano… 

Il viso è fatto per gli altri e non c’è nulla di più sgradevole che vedere, per ore e ore, un viso imbronciato e di malumore. 

Fai qualcosa per il tuo viso dall’interno: metti nei tuoi occhi l’allegria e un po’ di luce. Distendi la bocca e sorridi. Assumi un atteggiamento cordiale.

A proposito: e le pulizie di Pasqua? Si possono fare anche le pulizie del cuore: spazzare via ciò che ci affligge, eliminare le cause di lamentele e critiche. 

Che cos’ha a che fare questa roba vecchia con la tua felicità? 

Buona giornata, amici miei e,…una bella confessione, prima di Pasqua, vi ridarà la bellezza e la gioia di esistere. Provare per credere!

Don Pietro de Punzio

TUTTI gli uomini hanno il DIRITTO DI ESSERE FELICI.....

Fuoco che consuma...



"SONO VENUTO A PORTARE IL FUOCO SULLA TERRA E COME VORREI CHE FOSSE GIA’ ACCESO" Lc 12,49

.... il fuoco ardendo rende la legna bianca, ma nello stesso tempo la consuma. Così è la nostra fede, una continua purificazione fino a perdersi... per ritrovarsi alla fine in Dio!

Settimana di Passione per Gesù, settimana di travaglio per la Chiesa...essa si vedrà privata del suo Sposo, che si consuma come olocausto bruciato sull'altare della Croce. 
Il suo odore sale gradito al Padre, che condona e perdona il peccato antico, che ci riapre le braccia racchiudendo in esse tutto l'universo, la storia ed il tempo.
Tramite il Figlio, il Padre ci fa Figli....
Tramite il Figlio, lo Spirito ci fa fratelli....

Gerusalemme, accogli il tuo Re, ma non lo riconosci!
Egli non porta la spada, lo scettro del comando, non ti libererà dall'aguzzino oppressore che sempre è presente nella storia...

Egli porta IL FUOCO!
Fuoco d'amore non di vendetta, di pace e non di devastazione! Fuoco di vita....
La Passione annienta le passioni!
Gerusalemme non rifiutare il tuo Dio che viene, poichè Egli  viene OGGI per salvarti....

Ogni giorno, ogni istante Egli viene ad accendere il Fuoco.....

venerdì 30 marzo 2012

Nonna a pagamento......



Nonna affittasi.
 “Per preparare ai vostri figli ottimi pranzetti, per leggere loro favole e cantare la ninna nanna, per giocare e fare i compiti insieme, per accompagnarli ovunque..”. Segue il numero del telefono cellulare.
E’ l’annuncio, originale e singolare, di una sessantenne che, visto il tempo di crisi, ha deciso di mettere da parte pantofole e uncinetto e darsi da fare. Con la misera pensione non si va avanti: il governo dei cosiddetti tecnici ha deciso di tartassare i pensionati? “Niente paura, inventiamoci qualcosa”, ha pensato la donna. E’ inutile piangersi addosso. Si è attrezzata di telefono cellulare ed ha esposto in una tabaccheria del quartiere  il singolare annuncio.
La signora rimase vedova molto giovane. Se per lei la vita è stata molto avara, dall’altro canto le ha dato una grande forza d’animo. Perché allora non mettere a frutto l’esperienza vissuta? Ed eccola disposta ad “affittare” le virtù di una nonna acquisite dall'esperienza

Sembrerebbe uno scherzo ma non lo è, e dietro alla sensazione di simpatia che suscita la cosa c'è molto ma molto da riflettere....

Massoneria e corruzione dei costumi. La tattica, da secoli, è sempre la stessa...


di Angela Pellicciari


Collen Hammond, ex modella e attrice diventata cattolica, in un libro autobiografico di recente pubblicazione racconta come la totale perdita di pudore nell’abbigliamento femminile sia stato uno degli obiettivi tatticamente perseguiti dalla massoneria nell’intento di sradicare la religione. 

La signora, madre di quattro figli, cita fra l’altro un numero della International Review on Freemasonry pubblicato nel 1928 in cui si legge: 
La religione non teme i colpi di spada; ma può estinguersi sotto i colpi della corruzione. Non stanchiamoci mai della corruzione: usiamo un pretesto come lo sport, l’igiene, la cura della salute. E’ necessario corrompere: che i nostri giovani pratichino il nudismo.
Per scongiurare una reazione eccessiva, bisogna procedere metodicamente: bisogna cominciare con lo scoprire il gomito; poi passare alle ginocchia; quindi a gambe e braccia completamente scoperte; poi la parte superiore del torace, le spalle, ecc. ecc.” (Dressing with dignity, Rockford 2005, p. 53).

Un secolo prima della rivista citata dalla Hammond la strategia delle sette era la stessa. Regnante Gregorio XVI (1831-46) la polizia pontificia scopre documenti e corrispondenza fra carbonari in cui si teorizza che, per ottenere il potere, bisogna passare per la corruzione dei costumi.
Qualche saggio dei documenti resi pubblici per volontà del papa: “Abbiamo deciso che non vogliamo più cristiani; evitiamo dunque di fare martiri: pubblicizziamo piuttosto il vizio presso il popolo”; “L’essenziale è isolare l’uomo dalla famiglia, è fargliene perdere le abitudini”; “L’uomo ama le lunghe chiacchiere al caffè e assistere ozioso agli spettacoli. Intrattenetelo, lavoratelo con destrezza, fategli credere di essere importante; insegnategli poco a poco ad avere disgusto delle occupazioni quotidiane, e così, dopo averlo separato da moglie e figli e dopo avergli mostrato quanto è faticoso vivere adempiendo ai propri doveri, inculcategli il desiderio di una vita diversa”.

Perché la massoneria promuove la corruzione morale della società? Vale la pena di analizzare due risposte, la prima della Civiltà Cattolica, la seconda di Leone XIII, perché entrambe interessanti. A parere della rivista dei gesuiti, che ne parla in un articolo del 1852, lo scopo delle sette “è generalmente antireligioso e antisociale. Esse agognano lo sperperamento e il taglio d’ogni vincolo più sacro, che lega uomo con uomo, nella Chiesa, nella società, nella famiglia, per ricostruire l’umanità sotto una nuova forma di totale servaggio, in cui lo Stato sia tutto, e i capi della setta siano lo Stato”. 

Nell’enciclica Humanum genus composta nel 1884 per chiarire ai cattolici la natura della massoneria (che, detto fra parentesi, all’epoca dominava la vita politica e culturale italiana), Leone XIII individua nella promozione del vizio l’arma principale delle sette massoniche: a giudizio del papa solo così, e cioè fiaccando la volontà delle persone col renderle schiave delle passioni, uomini “scaltriti e astuti” avrebbero potuto imporsi e dominare incontrastati. Queste le parole del pontefice: “poiché quasi nessuno è disposto a servire tanto passivamente uomini scaltriti e astuti come coloro il cui animo è stato fiaccato e distrutto dal dominio delle passioni, sono state individuate nella setta dei Massoni persone che dichiarano e propongono di usare ogni accorgimento e artificio per soddisfare la moltitudine di sfrenata licenza; fatto ciò, esse l’avrebbero poi soggiogata al proprio potere arbitrario, e resa facilmente incline all’ascolto”. 

Che questi echi lontani di polemiche otto-novecentesche abbiano qualcosa a che fare con la forsennata campagna a favore del matrimonio omosessuale, in un tempo, per di più, in cui l’istituzione matrimoniale giace in stato comatoso?


giovedì 29 marzo 2012

Scimmie geniali o articolisti simpatici come scimmie?


Repubblica ci informa che in Uganda, più precisamente presso l'isola di Ngamba sul Lago Vittoria, vivrebbe una geniale scimmia "intellettualmente vicina agli esseri umani". 

Si chiama Natasha, ha 22 anni e a dispetto del nome non fa la modella. 

La grande popolarità dell'animale si dovrebbe a due "straordinarie doti" in suo possesso: quella di richiamare l'attenzione del personale battendo le mani per ricevere più cibo (wow!) e quella di fare scherzoni ai visitatori del Parco, chiamandoli vicino a sè per poi gettargli addosso acqua sporca con la bocca (wow wow wow)!

Vi starete chiedendo: "Embé che c'è di nuovo? Non lo fanno tutte le scimmie?". Ecco, appunto. 

Una domanda sorge spontanea. Non sarà forse che l'intelletto degli articolisti di Repubblica stia pericolosamente devolvendo verso il simpatico istinto scimmiesco? D'altra parte, similia similibus.


mercoledì 28 marzo 2012

Mass Effect 3 e quell'occhiolino strizzato alle lobby omosessuali



Non bastavano Tthe Sims, Dragon Age, Fable 2 e Skyrim, ora anche il gioco del momento Mass Effect 3 si è aggiunto alla lista dei Gay Friendly Game.

Eh già, perché a quanto pare, nel terzo episodio della saga, intrecciare relazioni amorose a sfondo sessuale di orientamento omo sembrerebbe davvero semplicissimo. Nelle pause tra i combattimenti, infatti, il comandante Shepard ha la possibilità di vivere veri e propri incontri a luci rosse con i fisicatissimi Cortez o Kaidan, due dei suoi luogotenenti. Non manca neanche la possibiltà di impersonare una protagonista femminile con la quale instaurare una storia lesbica. Insomma ce n'è per tutti i gusti.

Anche se la piega della storia dipende dalle scelte del giocatore, come ha rilevato Forbes, è veramente molto difficile riuscire ad evitare di invischiarsi in una qualche storia gay. Insomma, ce la mettono tutta per far volgere la storia in quella direzione.

Considerando che sono state vendute più di 3 milioni e mezzo di copie in tutto il mondo e che i principali giocatori sono teenager direi che anche stavolta le lobby omosex hanno fatto centro. 

La balla dei fini commerciali non regge, lo sanno anche le pietre che chi acquista giochi come questo lo fa con l'unico scopo di massacrare perfidi alieni. Poco gli importa delle fastidiose scene sentimentaloidi che spezzano il ritmo del gioco!

Esclusa l'ipotesi commerciale appare evidente il fine dell'inserimento di scene omosessuali. 
Si tratta dell'ennesimo laido tentativo di far passare l'omosessualità come una semplice alternativa, una delle possibili strade percorribili.

Libri di testo, siti internet, riviste, pubblicità, film, telefilm, cartoni animati e adesso anche videogiochi. L'attacco sferrato dalle lobby è ormai a 360 gradi. Sapremo difendere i nostri giovani?

martedì 27 marzo 2012

Dall'aurora pensi a me........



Oh Dio, Tu sei il mio Dio, all'aurora ti cerco....
di Te ha sete l'anima mia,
a Te anela la mia carne come terra deserta, arida senz'acqua! (salmo 62)

Come Astro che sorge, ogni giorno il Signore illumina i nostri risvegli, ci fa conoscere la profondità della sua Provvidenza donandoci la bellezza del creato.
Che il suo amore possa raggiungerci come i raggi caldi del sole, perché possiamo cantare insieme con Maria il Magnificat di ringraziamento davanti alla stupenda opera della creazione e della salvezza.



Non spegnete lo Spirito



Dai «Capitoli sulla perfezione spirituale» di Diadoco di Fotice, vescovo


E’ lume della vera saggezza discernere il bene dal male senza sbagliare. Quando ciò avviene, allora la via della giustizia conduce la mente a Dio, sole di giustizia, e introduce nello sfolgorio infinito della scienza la mente stessa che cerca ormai con grande fiducia l’amore.

E’ necessario che coloro che combattono cerchino di conservare l’animo libero da interno turbamento, perché la mente, discernendo i pensieri che le si affacciano, possa conservare nel santuario della memoria quelli che sono buoni e mandati da Dio, e scacciare invece quelli che sono cattivi e suggeriti dal demonio. Anche il mare quando è perfettamente calmo permette ai pescatori una visibilità che arriva fino al fondo, di modo che i pesci non sfuggono al loro sguardo. Ma quando è sconvolto dai venti, nasconde con le onde torbide ciò che nella calma mostra chiaramente; e così rimangono infruttuosi tutti gli accorgimenti che usano i pescatori per catturare i pesci.

Ora è soltanto allo Spirito Santo che appartiene il compito di purificare le menti: infatti se non entra quel forte per sopraffare il ladro, la preda non gli potrà essere tolta. E’ necessario quindi che noi con la pace dell’anima alimentiamo l’azione dello Spirito Santo, ossia che teniamo in noi stessi sempre accesa la lucerna della vigilanza, poiché mentre essa risplende nel segreto della mente, non soltanto quegli attacchi insidiosi e tenebrosi dei demoni vengono scoperti, ma vengono altresì sgominati perché colpiti da quella luce santa e gloriosa.


Per questo l’Apostolo raccomanda: «Non spegnerete lo Spirito» (1 Ts 5, 19), cioè non rattristate lo Spirito Santo a causa della vostra malizia o dei cattivi pensieri, perché egli non desista dal proteggervi con quel suo divino splendore. In realtà non è possibile spegnere quel lume eterno e vivificante che è lo Spirito Santo, ma è possibile che la sua tristezza, ossia la nausea per noi, lo costringa a lasciare priva della luce della conoscenza e tutta avvolta nella oscurità la nostra anima. Il discernimento della mente è la perfetta sapienza con la quale le cose vengono giudicate. Quando l’organismo è sano, con il senso del gusto noi sappiamo distinguere ciò che fa bene da quanto ci fa male e cerchiamo quanto ci piace.


Così è della nostra mente, quando è in perfetto equilibrio. Pur in mezzo a mille preoccupazioni, è in grado di godere pienamente della consolazione divina. Anzi può conservare a lungo il ricordo della sua dolcezza mediante l’esercizio della carità. Questa poi tende a conseguire beni sempre più alti, come dice l’Apostolo: «E di questo vi prego: che la vostra carità cresca sempre più in ogni scienza ed in ogni senso, perché tendiate a beni più grandi» (cfr. Fil 1, 10).

Sono carità e umiltà le ragioni della nostra fede



Il cardinale Angelo Bagnasco invita ad andare al cuore dell'esperienza cristiana


di Antonio Gaspari
ROMA, lunedì, 26 marzo 2012 .- La carità è il “cuore dell’esperienza cristiana” e l’umiltà è “la virtù della sequela di Cristo”.
Lo ha detto il cardinale Angelo Bagnasco, oggi 26 marzo a Roma nel corso della prolusione al Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI).
Nei deserti della vita, tra asprezze e vacuità, presi dentro ad un materialismo che ha il proprio contrappunto negli affanni di una crisi indomabile, noi con le nostre comunità – ha precisato il Presidente della CEI - abbiamo cercato di trasformare questo in un tempo di grazia”. 

“La Quaresima – ha spiegato il porporato - è icona dell’esistenza e scuola per imparare a vivere come ha fatto Gesù, senza scappatoie: o il potere e i suoi derivati, o la croce in vista della Risurrezione”. 


Di fronte all’indifferenza e al disinteresse, che nascono dall’egoismo mascherato da una parvenza di rispetto per la sfera privata, l’Arcivescovo di Genova ha indicato la Lettera agli Ebrei: “Prestiamo attenzione gli uni agli altri per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone” (10,24).
“Grazie all’Eucarestia – ha sostenuto il cardinale Bagnasco -noi siamo compenetrati con Cristo, ma anche tra di noi: la nostra esistenza è correlata con quella degli altri: Sia il peccato, sia le opere di amore hanno anche una dimensione sociale”. 

Citando il Pontefice Benedetto XVI, il Presidente della CEI ha ricordato che “l’umiltà è soprattutto verità, vivere nella verità, imparare la verità, imparare che la mia piccolezza è proprio la grandezza”. 

A questo proposito il Papa ha aggiunto: “Io penso che le piccole umiliazioni, che giorno per giorno dobbiamo vivere, sono salubri, perché aiutano ognuno a riconoscere la propria verità, ad essere così liberi dalla vanagloria che è contro la verità e non mi può rendere felice”. 

Il cardinale Bagnasco ha precisato che mentre per l’uomo “l’autorità significa possesso, potere, dominio, successo”, per Dio vuol dire invece “servizio, umiltà, amore” significa entrare “nella logica di Gesù che si china a lavare i piedi ai discepoli”
E “solo nella testimonianza concreta dell’umiltà la fede può attecchire e tornare a risplendere” per questo motivo il Santo Padre si è fatto banditore dell’Anno della Fede.
In merito all’Anno della Fede, il Presidente della CEI ha spiegato che “Sarà in primo luogo un interrogarsi in profondità su chi è Gesù Cristo per noi”,
Dobbiamo – ha aggiunto - far tornare il Trascendente nell’orizzonte dei nostri contemporanei, invitandoli a sviluppare nuovamente la capacità di percepire Dio”.

Circa la paura che la gente avverte per la situazione di crisi in cui oggi si trova, la più grave dal dopo-guerra, l’Arcivescovo di Genova ha rassicurato spiegando che se ne può uscire “più forti spiritualmente e più attrezzati umanamente” modificando le nostre abitudini ma soprattutto “il nostro modo di pensare”.
Ed ha concluso: “Solo una generale conversione di mentalità che comporti conseguenze vincolanti – ad esempio, sul fronte del fisco, di un reddito minimo, di un welfare partecipato, di un credito agibile, insomma di un civismo responsabile – può ricreare quel clima di fiducia che oggi sembra diradato o dissolto. Un clima che sollecita e motiva l’affidamento reciproco”.

lunedì 26 marzo 2012

Tanto pe chattà'th



No, non sono qui per parlarvi di chat, il titolo, infatti, è puramente cacofonico. 
Desidero piuttosto condividere con voi una riflessione sulla parola chattà'th. Maurizio Battista, il simpatico comico romano, direbbe "è na cosa bella o na cosa brutta?". Bhé dipende dai punti di vista!

Lo strampalato termine dalla sonorità hi-tech è in realtà la traslitterazione del termine ebraico che definisce la parola peccato

Peccato dunque...ma che cos'è il peccato? Avrete ascoltato centinaia di definizioni. Ecco, stavolta voglio proporvene una insita proprio nella definizione della parola in questione. 
Chattà'th si traduce letteralmente come "fallire un bersaglio", "non raggiungere un obiettivo o un punto esatto", in sostanza "sbagliare strada". Non c'è definizione più azzeccata. 

Se in Quaresima si parla tanto di conversione non è un caso. Quando si sbaglia strada non si cerca forse di ritrovare la Via? Ritrovare la Via è l'unica soluzione possibile al peccato. Ritrovare la strada, per riabbracciare Dio e riabbracciandoLo ritrovare se stessi.

Il peccato è come una freccia scoccata nella direzione sbagliata, è smarrimento e oblio, nebbia, abbaglio accecante, buio...è allontanamento dalla Luce, da Dio. 

Peccare significa mancare l'unico bersaglio da centrare nella vita, l'unico obiettivo che giustifica la nostra esistenza, è scegliere drammaticamente una via alternativa a quella dell'amore, è disattendere un rapporto d'amore, disattendere lo stesso Amore che costantemente chiama alla vita. E' decidersi per la morte. 

Pecchiamo ogni qual volta deviamo dal retto sentiero alla ricerca di fallaci scorciatoie, quando perdiamo l'orientamento, smarriamo la "Stella" nel tentativo di essere "alternativi" e trasgressivi. 

Stando così le cose, se il peccato avesse l'ultima parola, saremmo veramente spacciati! 
Ringraziando Dio, però, abbiamo un Padre che non si dimentica di noi quando ci smarriamo, che misericordioso ci viene incontro lasciando il resto del gregge, che scorgendoci all'orizzonte corre verso di noi per riabbracciarci. 

Finché c'è Dio c'è speranza, e poiché Dio è eterno, possiamo rasserenarci. Buona conversione!

RAIDUE Sulla Via di Damasco - Miracoli



Con-fusione




Accade a volte che un fatto, un incontro, ci rendano chiari ad un tratto qualcosa a cui non avevamo mai prestato molta attenzione, gettino nuova luce su qualcosa che pensavamo di sapere.

L’altro giorno ero in mezzo alla campagna, a ridosso di una aspra collina boscosa. Ho notato che alcuni giovani alberi erano scortecciati fino ad una notevole altezza.
Che ci potessero essere, nei dintorni, dei cervi o dei caprioli? Sono animali che hanno questa abitudine per segnare il territorio. Ho cercato lì attorno e in breve ho trovato, in un punto di terreno morbido, le tracce che cercavo. Sì, dalle dimensioni delle impronte probabilmente cervi, quanti difficile dirlo.  Le tracce erano sovrapposte e confuse.

Tang!  Sovrapposte, fuse assieme, con-fuse. Ecco da dove arriva confusione, mi sono detto. Accade quando le cose si accavallano tra di loro e rendono difficile o impossibile distinguere le une dalle altre.
Quando ci sono più opinioni che si sovrappongono scegliere quella giusta è difficile. Non solo: è difficile anche cogliere la verità di noi stessi. Essere coscienti di chi siamo è difficile, per l’influsso del potere o per connivenza e distrazione. La confusione è ciò che prevale.

Allora ci vuole qualcuno che ci aiuti a superarla, questa confusione. A districare tra le tracce della vita quella giusta. Perché possiamo seguirla, e seguendola scoprire chi realmente siamo.
Per non essere più confusi, ma certi.


I danni della cocaina



La cocaina è la droga del momento. La sua diffusione aumenta ogni giorno parallelamente ad un abbassamento dei prezzi. Recenti studi condotti dal CNR sul particellato atmosferico delle grandi metropoli hanno rilevato un'altissima concentrazione di molecole di cocaina nell'aria. In sostanza respiriamo cocaina. Gli stessi fiumi pullulano di sostanze psicotrope defluite da bagni, rubinetti e scarichi vari. 

Perché questa droga va tanto di moda? Chi sniffa cocaina lo fa per sentirsi al centro del mondo, con l'illusione di migliorare le sue prestazioni lavorative, interpersonali, sportive, o sessuali. Le conseguenti sensazioni di tristezza e frustrazione dovute all'abuso, comportano sempre il conseguente consumo di dosi sempre più massicce. 
Il risultato finale è l'annichilimento di tutto ciò che è buono, bello, vero e necessario: valori, persone care, lavoro etc...

Se bene o male si conoscono le conseguenze devastanti dell'abuso di cocaina sul fronte inter-relazionale, poco o niente si dice in merito ai gravi danni fisici che tale droga provoca
Vi consiglio, se avete lo stomaco forte, di  guardate il seguente filmato trasmesso da "Le Iene" per comprendere come ci si può ridurre... Chissà che a qualcuno passi la fantasia!



domenica 25 marzo 2012

Amore doloroso, doloroso Amore



L’Amore che non aveva creato il dolore lo prese su di sè per mostrare la misura di ogni Amore. 
Che paradosso quel giorno sul Golgota!
Da allora tutto è cambiato: non c’è più amore comprovato e autentico che non sia saggiato dalla fiamma del dolore. 

Amore e dolore due mari che sempre si incontrano, si scontrano, per unirsi in un Oceano di Mistero. Si fanno Amore, Amore puro.

Amore e dolore, dolore e amore, amore doloroso, doloroso amore. Quanto ci conforta questo legame!
Se è vero che del dolore facciamo esperienza, è altrettanto vero che non siamo abbandonati ad esso. 
L’Amore che ci ha creati per amare, infatti, trasfigura ogni dolore in Amore puro.

La macina e il torchio non fanno paura, senza di essi non c'è olio e non c'è vino.

E' nel buio che il chicco di grano realizza la sua vocazione alla vita. Vedrà la luce, ma non subito. 
Attesa trepidante. Grandezza di Dio!

sabato 24 marzo 2012

La primavera e le «guerre fiorite»


di Rino Camilleri
titolo originale: Conquistadores
tratto da LaBussolaquotidiana.it

[...] I Conquistadores non commisero alcun genocidio: non avrebbero potuto, anche se avessero voluto. 
Cortés in Messico aveva 508 uomini, 16 cavalli, 14 cannoni (del Cinquecento…) e una ventina di archibugi. 
Pizarro andò in Perù con 180 uomini. 
Il genocidio, gli spagnoli, lo trovarono: Aztechi e Incas praticavano i sacrifici umani. Per questo a ogni primavera eseguivano quelle che chiamavano poeticamente «guerre fiorite» perché si svolgevano in primavera, allo scopo di procurarsi prigionieri da sacrificare e a tutto danno dei popoli limitrofi. 

Questi ultimi, infatti, si allearono volentieri con gli spagnoli per farla finita con questa sanguinolenta storia. I sacrifici umani servivano a «nutrire il sole», che altrimenti, secondo le religioni precolombiane, si sarebbe spento. E non erano sporadici: in una sola occasione, per inaugurare un tempio a Tenochtitlán (la capitale azteca) furono squartate ottantamila persone. Le cronache riferiscono l’orrore degli spagnoli quando si accorsero di star camminando su un tappeto di teschi umani. Il sangue umano era utilizzato anche per fabbricare stucchi e decorazioni, nonché per condire cibi. I più curiosi tra voi potranno utilmente consultare il mio I mostri della Ragione/2 (Ares), in cui diversi capitoli sono impiegati a descrivere in dettaglio tutta la vicenda della Conquista.

[...]A sterminare gli indios furono le malattie come il morbillo e il vaiolo, contro cui non avevano anticorpi. E contro cui la medicina europea era impotente. Ma genocidi – se proprio vogliamo usare questo termine – erano loro, non gli spagnoli. 

Gli scavi archeologici nell’America precolombiana hanno dimostrato che ogni popolo conquistatore distruggeva alla radice quel che aveva conquistato, i templi per primi. Fino a quando qualcun altro non distruggeva lui. Gli spagnoli, invece, subito si unirono in regolare matrimonio con le indie (anche perché avevano il fiato dei missionari sul collo) e la Chiesa fece sorgere una nuova civiltà conservando (secondo il dettato evangelico) quanto c’era di buono in quelle che aveva trovato. E facendo tirare un respiro di sollievo a tutti i popoli che, fin lì, erano stati bestiame da macello per Incas e Aztechi.

venerdì 23 marzo 2012

"Quello che faccio Tu ora non lo capisci....."


Sono io Pietro....

Pur immerso nel peccato, nel mio ego e bisognoso di purificazione, penso di essere giusto e mi scandalizzo dell'amore gratuito ed estremo di Gesù.

Mi sembra una pazzia, mi fa specchiare in me stesso ed io lo rifiuto, non lo sopporto, non voglio....

Figlio del compromesso, del perbenismo, ho creato il mio cantuccio di sicurezza, chi sei Tu per scoperchiarlo?

Gesù fissa Pietro, mi fissa, alza lo sguardo per farlo. Lo ama, lo sa bisognoso di tutto ma sente il rifiuto dell'Amore che Lui vuole dargli, vuole darmi.

"Tu non puoi lavare i piedi a me",( cfr Gv 13,8) io non sono degno! Anzi non voglio esserne degno! Non voglio che vengano alla luce le mie bassezze, non voglio che il mio peccato venga abbagliato, che io resti accecato....preferisco rifiutarTi che accettarmi come debole!

Ma Gesù mi mette alle strette, mi ama troppo e non vuole che io mi perda, non sopporta che continui ad ingannarmi con le mie assurde difese. " Non avrai parte con me" (Gv 13,8).... se continui così.....
E' troppo forte....
E' il Signore....
E' L'Amore....
E'.....

Riconosco che la mia sete d'amore può essere colmata solo dalla sua fonte inesauribile e mi arrendo, mi lascio amare così, come sono.

Il mio peccato è in quel catino d'acqua. I miei piedi sono puliti. 
Ed io ho capito.

Testimonianza di un martire dei nostri giorni



Quella che segue è una testimonianza di Shahbaz Bhatti, il ministro pachistano per le Minoranze religiose ucciso il 2 marzo da un commando di fondamentalisti islamici che lo hanno “punito” perché cercava di modificare la Legge sulla blasfemia che in 25 anni di applicazione è costata la vita a centinaia di cristiani. Il testo è tratto da “Cristiani in Pakistan. Nelle prove la speranza“, Marcianum Press 2008. 



“Il mio nome è Shahbaz Bhatti. Sono nato in una famiglia cattolica. Mio padre, insegnante in pensione, e mia madre, casalinga, mi hanno educato secondo i valori cristiani e gli insegnamenti della Bibbia, che hanno influenzato la mia infanzia.
Fin da bambino ero solito andare in chiesa e trovare profonda ispirazione negli insegnamenti, nel sacrificio, e nella crocifissione di Gesù. Fu l’amore di Gesù che mi indusse ad offrire i miei servizi alla Chiesa. Le spaventose condizioni in cui versavano i cristiani del Pakistan mi sconvolsero. Ricordo un venerdì di Pasqua quando avevo solo tredici anni: ascoltai un sermone sul sacrificio di Gesù per la nostra redenzione e per la salvezza del mondo. E pensai di corrispondere a quel suo amore donando amore ai nostri fratelli e sorelle, ponendomi al servizio dei cristiani, specialmente dei poveri, dei bisognosi e dei perseguitati che vivono in questo paese islamico.
Mi sono state proposte alte cariche al governo e mi è stato chiesto di abbandonare la mia battaglia, ma io ho sempre rifiutato, persino a rischio della mia stessa vita. La mia risposta è sempre stata la stessa: «No, io voglio servire Gesù da uomo comune».
Questa devozione mi rende felice. Non voglio popolarità, non voglio posizioni di potere. Voglio solo un posto ai piedi di Gesù. Voglio che la mia vita, il mio carattere, le mie azioni parlino per me e dicano che sto seguendo Gesù Cristo. Tale desiderio è così forte in me che mi considererei privilegiato qualora — in questo mio battagliero sforzo di aiutare i bisognosi, i poveri, i cristiani perseguitati del Pakistan — Gesù volesse accettare il sacrificio della mia vita.

Voglio vivere per Cristo e per Lui voglio morire. Non provo alcuna paura in questo paese. Molte volte gli estremisti hanno desiderato uccidermi, imprigionarmi; mi hanno minacciato, perseguitato e hanno terrorizzato la mia famiglia. Io dico che, finché avrò vita, fino al mio ultimo respiro, continuerò a servire Gesù e questa povera, sofferente umanità, i cristiani, i bisognosi, i poveri.

Credo che i cristiani del mondo che hanno teso la mano ai musulmani colpiti dalla tragedia del terremoto del 2005 abbiano costruito dei ponti di solidarietà, d’amore, di comprensione, di cooperazione e di tolleranza tra le due religioni. Se tali sforzi continueranno sono convinto che riusciremo a vincere i cuori e le menti degli estremisti. Ciò produrrà un cambiamento in positivo: le genti non si odieranno, non uccideranno nel nome della religione, ma si ameranno le une le altre, porteranno armonia, coltiveranno la pace e la comprensione in questa regione.

Voglio dirvi che trovo molta ispirazione nella Sacra Bibbia e nella vita di Gesù Cristo. Più leggo il Nuovo e il Vecchio Testamento, i versetti della Bibbia e la parola del Signore e più si rinsaldano la mia forza e la mia determinazione. Quando rifletto sul fatto che Gesù Cristo ha sacrificato tutto, che Dio ha mandato il Suo stesso Figlio per la nostra redenzione e la nostra salvezza, mi chiedo come possa io seguire il cammino del Calvario. Nostro Signore ha detto: «Vieni con me, prendi la tua croce e seguimi». 


I passi che più amo della Bibbia recitano: «Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi». Così, quando vedo gente povera e bisognosa, penso che sotto le loro sembianze sia Gesù a venirmi incontro.
Per cui cerco sempre d’essere d’aiuto, insieme ai miei colleghi, di portare assistenza ai bisognosi, agli affamati, agli assetati.

Credo che i bisognosi, i poveri, gli orfani qualunque sia la loro religione vadano considerati innanzitutto come esseri umani. Penso che quelle persone siano parte del mio corpo in Cristo, che siano la parte perseguitata e bisognosa del corpo di Cristo. Se noi portiamo a termine questa missione, allora ci saremo guadagnati un posto ai piedi di Gesù ed io potrò guardarLo senza provare vergogna”.


P.S.

I Cristiani tutt'ora sono il gruppo religioso più perseguitato al mondo.

Viaggio a...Collevalenza - La storia di Madre Speranza


giovedì 22 marzo 2012

Con o senza Dio cambia tutto



Quando tu mi hai scelto
- fu l’amore che scelse –
sono emerso dal grande anonimato
di tutti, del nulla.
Sino allora
mai ero stato più alto
delle vette del mondo.
Non ero mai sceso più sotto
delle profondità
massime segnalate
sulle carte di mare.
E la mia allegria era
triste, come lo sono
quei piccoli orologi,
senza braccio cui cingersi,
senza carica, fermi.
Ma quando mi hai detto : “Tu”
- a me, sì, a me, fra tutti –
più in alto ormai di stelle
o coralli sono stato.
E la mia gioia
ha preso a girare, avvinta
al tuo essere, nel tuo pulsare.
Possesso di me tu mi davi,
dandoti a me.
Ho vissuto, vivo. Fino a quando?
So che tu tornerai
indietro. E quando te ne andrai
ritornerò a quel sordo
mondo, indistinto,
del grammo, della goccia,
nell’acqua, nel peso.
Sarò uno dei tanti
quando non ti avrò più.
E perderò il mio nome,
i miei anni, i miei tratti,
tutto perduto in me, di me.
Ritornato all’ossario immenso
di quelli che non sono morti
e non hanno più nulla
da morire nella vita.

P.Salinas, da La voce a te dovuta, 1933

FdG 2012 Testimonianza di Alessandro D'Avenia - Tu, che storia sei venuto a raccontare?




Paolo Brosio - Viaggio a... Padre Matteo la Grua



Il buon esempio dei genitori


I bambini vedono...
I bambini fanno...
Dai il buon esempio!




mercoledì 21 marzo 2012

Padre Candido torna alla Scala Santa


Oggi Padre Candido Amantini, Passionista, famoso esorcista della diocesi di Roma negli anni
'80-'90, sarà traslato dal Cimitero Monumentale del Verano presso Il Santuario della Scala Santa dei Passionisti a Roma.
Per Padre Candido, dichiarato Servo di Dio, continuerà l'iter di beatificazione in corso. E' bello però che chiunque voglia chiedere la sua intercessione possa ritrovarlo li, dove per tanti anni ha accolto, pregato e sofferto.
Preghiamo il Signore perché possa degnarsi di glorificare Padre Candido agli onori degli altari e possa ascoltare le sue preghiere in nostro favore.

L'ultima americanata.....sul diavolo


Da qualche giorno è arrivato nelle sale cinematografiche italiane l'ultimo horror americano, "L'ALTRA FACCIA DEL DIAVOLO" di William Brent, che dopo la serie Paranormal Activity, si è cimentato in una vera storia di possessione ed esorcismi, a quanto pare su fatti realmente accaduti,  che "IL VATICANO NON TI FAREBBE MAI VEDERE!"


Il film, tra l'altro molto noioso e prevedibile, rivela la scarsa preparazione teologica e liturgica degli autori.
 La trama si snoda attraverso la vicenda di Isabella, una ragazza poco più che ventenne che decide di recarsi a Roma dove è ricoverata la madre e girare un documentario sulla questione "possessione".
La madre, infatti, vent'anni prima, durante un esorcismo, aveva ucciso due sacerdoti ed una suora e per questo motivo era stata "segregata" dal Vaticano in un ospedale psichiatrico detto "Centrino" all'interno della città papale.
A Roma Isabella incontra due ambigui sacerdoti durante una lezione sugli esorcismi a cui espone il suo caso. I due praticano esorcismi, ad insaputa dei superiori e propongono alla ragazza di assistere. Dopo la scena dell'esorcismo, in cui troneggiano soprattutto parolacce che il rito vero e proprio, i sacerdoti decidono di effettuare un esorcismo alla madre di Isabella, facendolo passare per consulenza psichiatrica. Qui avviene uno strano caso di "transfert", vale  a dire che i demoni, che effettivamente possiedono la donna, "passano" alla figlia, ad un sacerdote e al cameraman.
C'è da dire questo: secondo eminenti esorcisti, uno su tutti Padre Amorth, questo caso di transfert sarebbe quasi impossibile, dato che i demoni non "passano" così da una persona all'altra. Ricordiamo sempre che tutto avviene per volontà divina. Nel suo ultimo libro "L'ultimo Esorcista", Padre Amorth parla della storia di un sacerdote che ha chiesto espressamente di provare una possessione sul suo corpo, e Dio lo ha permesso. Ma ciò non avviene automaticamente.
Inoltre il film rivela dati interessanti sui vari personaggi sui quali vale la pena riflettere. Si scopre che la ragazza è fuori della grazia di Dio perché ha abortito, i due sacerdoti hanno una storia particolare: uno è nipote di un esorcista morto quando lui aveva 13 anni per cause sconosciute ma di cui, pare, egli sia direttamente coinvolto. L'altro è un uomo insicuro e scrupoloso che va in crisi esistenziale dopo l'esorcismo alla madre della ragazza per la disobbedienza nei confronti della Chiesa.
Il finale è presto fatto (se di finale si tratta, dato che forse ci sarà un continuum...). Il sacerdote scrupoloso si suicida sotto effetto demoniaco, Isabella entra in possessione, viene ricoverata e ammazza una donna in ospedale, l'altro sacerdote continua a rivestire i panni di una persona molto ambigua, il cameraman entra in possessione negli ultimi istanti del film e va a sbattere con l'automobile mentre si portava Isabella da un esorcista vero. Sono tutti morti? Non si sa..... la telecamera a questo punto si spegne.

Ciò che vale la pena segnalare è questo: è vero che la Chiesa è molto cauta sugli esorcismi, che i sacerdoti possono operare solo con un debito permesso del Vescovo diocesano, che gli esorcisti sono pochi ecc. Ma se un sacerdote agisce, anche se con intenzioni buone, contro l'obbedienza, la sua azione è già viziata. Inoltre , si dovrebbe approfondire molto di più il particolare della ragazza che ha abortito e quindi in stato di peccato grave prima di farla assistere a degli esorcismi. Questo in un esorcismo vero non accadrebbe mai! Le persone chiamate a pregare e ad assistere l'esorcista sono di solito fedeli che pregano e vivono in grazia di Dio. Non si scherza ne si banalizzano queste cose!

Il Sacerdote durante l'Esorcismo Maggiore esercita in nome di Cristo e della Chiesa, per questo è chiamato ad una vita di preghiera fervente e santa.  Purtroppo in un'epoca di superstizione come quella che stiamo vivendo è facile bistrattare tali temi per fare audience e ci si riesce benissimo. Stiamo attenti! Preghiera ,sacramenti e Parola di Dio sono i pilastri.....davanti a questo il maligno frena. E ricordiamo che tutto avviene per un bene superiore voluto da Dio!


Allora in conclusione si dovrebbe dire: " IL FILM CHE IL VATICANO TI FAREBBE VEDERE"  perché contro il Vaticano non c'è assolutamente nulla anzi, indirettamente si è andati a suo favore, una volta tanto....

Toc toc, chi è? Suicidio/omicidio a domicilio...



Olanda: terra di libertà. Leggo il 4 marzo 2012 che, appena introdotta l’eutanasia a domicilio, in soli due giorni hanno avuto sessanta richieste. 

C’era gente, insomma, che non vedeva l’ora di togliersi dal mondo ma non aveva il coraggio di spararsi, di avvelenarsi, di impiccarsi, di gettarsi dal terrazzo, di farsi esplodere con la bombola del gas, di chiudersi in auto con lo scappamento aperto, di mettersi un sacchetto di plastica in testa per un dernier jeu. 

Certo, non deve essere una vita felice, quella degli olandesi, vista la fila che c’è per farla finita
Resta il fatto che lo scherzo è diabolico: fin dall’asilo ti dicono che non c’è alcun Aldilà e che siamo scimmie. 
Tu, così capillarmente disinformato, ci credi e poi ti ritrovi davvero nell’Aldilà, quello «papista». 

La via alla Netherland Islamic Republic, comunque, è demografica.

via Rinocamilleri.com

lunedì 19 marzo 2012

C'era una volta la braciola di maiale: diritti e rovesci degli animali



di Luisella Saro
da CulturaCattolica.it
titolo originale Crimen laesae maialitatis

Non è che le scimmie abbiano iniziato delle pitture e gli uomini le abbiano finite. Il pitecantropo non disegnò una renna neanche alla peggio, l’homo sapiens la disegnò e bene, (…) il cavallo selvaggio non era un impressionista, come il cavallo da corsa non è un post-impressionista”.
(G. K. Chesterton, L’uomo eterno)

Notizia dell’ultima ora. Praticamente uno scoop di CulturaCattolica.it. Verrà emanata a breve, in tutte le scuole di ogni ordine e grado, una circolare. Vietato dire ad una studentessa “scusa, abbi pazienza, ma hai un cervello da gallina!”. Vietatissimo, in classe, che un insegnante così si rivolga a degli studenti distratti: “spiego queste cose a voi e mi sembra di dare le perle ai porci!”.

Espressioni offensive per gli allievi? Genitori sul piede di guerra? Macché! A chi vuoi che importi dei ragazzi!? Le frasi suddette – così si leggerà nella circolare – sono altamente e intollerabilmente offensive per le galline e per i maiali. No, non mi sono bevuta il cervello! Siccome il buongiorno si vede dal mattino, è dai banchi di scuola che deve iniziare l’educazione del bambino, destinato a diventare giovane ecologista e bravo animalista, come si conviene ad una società civile che più civile non si può: la nostra. 

La vera sfida è sensibilizzare i consumatori a cominciare dai bambini. Abbiate cura di polli, mucche e maiali. Il loro benessere diventerà il vostro”. 
Lo scrive il giornalista Carlo Petrini, partendo dalla notizia che la UE ha avviato le procedure di infrazione nei confronti dei Paesi che utilizzano ancora le gabbie da batteria per le galline ovaiole, negando così alle suddette “qualsiasi forma di espressione del loro comportamento naturale”. Già nel lontano 1999 il trattato di Amsterdam aveva definito gli animali “esseri senzienti e non più meri prodotti agricoli”, ed è bene che dalla più tenera età i bambini sappiano che nel 2009 con il trattato di Lisbona l’Unione Europea ha sancito “il benessere animale come elemento fondamentale, alla pari della tutela della salute umana”. Alla pari? Alla pari. Avete letto bene.

Ecco perché se dite a qualcuno/a “cervello da gallina” potete aspettarvi (e ben vi sta) la querela della gallina (vincerà la causa lei: garantito!). Nel caso di eventuali perle date ai porci, due le ipotesi possibili: se il maiale o la maiala sono vanitosi, può essere che li vedrete girare con un paio di orecchini, o con un collier; se invece l’espressione è usata con tono offensivo, aspettatevi, immediata, una porca denuncia.

Petrini, infatti, non si limita a dare, su Repubblica, la notizia della procedura di infrazione, no. Fa, dell’intera questione, una battaglia culturale da iniziare sui banchi di scuola, perché sia chiaro che è indiscutibilmente questa, nel 2012, l’emergenza educativa! 

Gli animali sono esseri senzienti – scrive – e dobbiamo loro una vita senza maltrattamenti, dolore e paure, lasciandoli liberi, per quanto possibile, di esprimere i loro comportamenti naturali. Questo è ciò che si definisce ‘benessere animale’ e riguarda l’esistenza degli animali, ma va anche detto che è legato in maniera indissolubile a tutti gli aspetti del cibo: dalla salute alla sostenibilità ambientale, dalla giustizia sociale alla sicurezza alimentare”. 

Che c’azzecca, poi, la giustizia sociale con le galline lo sa solo Carlo Petrini, che però non si sofferma sulla questione, ma fa un passo avanti e ci avverte che “nel 2013 toccherà agli allevatori dei suini: scatterà il divieto dell’utilizzo delle gabbie da gestazione per le scrofe”. “Sarà un altro importante banco di prova – aggiunge il nostro, che così finalmente arriva al dunque – Il dialogo, l’informazione e l’educazione al benessere animale sono uno strumento molto potente e la sensibilizzazione dovrebbe iniziare con i bambini, nelle scuole”.

Vi scappa da ridere? Anche a me, se non ci fosse da piangere, perché questa è solo l’ultima goccia di un oceano di scelleratezze che si stanno sentendo, in questi mesi, sulla scuola.

Ne cito solo alcune. La scuola ideale, a star dietro a ciò che si legge, dovrebbe in primis (ma anche in secundis, etc…) essere “neutra”, nel senso letterale del termine: dovrebbe ripristinare il genere “neutro” (sì, esatto: quello usato dai latini) ed insegnare, dalla materna, che si può essere maschi, femmine, ed anche “neutri”, per l’appunto. Decidere un po’ alla volta o anche di volta in volta sia chi si vuol essere o diventare (maschi, femmine, o una via di mezzo), sia chi si vuol amare (maschi, femmine o una via di mezzo), sia che genitori avere. 

La ricordate la storia del “piccolo uovo” che cerca disperatamente una famiglia e alla fine viene adottato da una coppia di pinguini omosessuali: due papà con il cappello a cilindro? Libro a fumetti da adottare assolutamente in tutte le scuole per l’infanzia – chiedono a gran voce i pedagogisti à la page - per insegnare che una famiglia vale l’altra. Ed è così costruita così bene la storia, che vien da pensare che, se proprio proprio si potesse scegliere, l’ideale sarebbe vivere con quei due simpatici personaggini. Che sia un caso? 

E che dire di “Extraterrestre alla pari”, il volumetto che racconta di un giovanissimo alieno che non è né maschio né femmina e che solo alle soglie della pubertà deciderà a quale sesso appartenere? Ottimo! Educativo, educativissimo. Buono pure quello, perché – si sa – chi ben comincia è a metà dell’opera. Se l’opera poi resta incompiuta e/o passibile di cambiamenti in itinere… meglio.

Scuola “neutra” e senza differenze, dunque. Abolite quelle tra maschi e femmine, aboliamo pure le presunte differenze con gli animali. Che diamine: non si vede? Siamo tutti bestie uguali. Non lo dicono solo il trattato di Lisbona o Petrini; lo sostiene da tempo anche l’emerito oncologo-tuttologo Umberto Veronesi, che più volte ha ripetuto che “i primati sono nostri fratelli e sorelle. (…) Il 99 per cento del nostro Dna è esattamente identico a quello dello scimpanzé, e noi siamo uguali a lui per le nostre funzioni di ogni tipo”. E chi se ne frega di quel che dice Chesterton osservando le pitture rupestri! Mica è un oncologo-tuttologo, Chesterton!

Insomma: arriverà o non arriverà questa circolare nelle scuole? Forse anche no, perché il pensiero dominante è così capillarmente pervasivo da non avere nemmeno bisogno di essere protocollato. C’è.
Siccome, però, guardandomi in giro e ragionando quel che basta mi sorge un dubbio, e cioè che l’“animalista illuminato” ami tutti gli animali tranne l’uomo, sapete che vi dico? 

Alla faccia dei consulenti speciali delle Nazioni Unite che vorrebbero eliminare Dante dalle scuole perché lo considerano antisemita ed islamofobo, io Dante me lo tengo stretto ed anzi lo metto in cattedra. E’ bene ricordi a tutti i maître à penser, compresi Petrini e Veronesi, il monito del “suo” Ulisse

Considerate la vostra semenza: / fatti non foste a viver come bruti, / ma per seguir virtute e conoscenza”. 

Pazienza se, per deformazione professionale, la puntigliosa si ostina a dare perle ai porci. 
Al massimo… si beccherà una denuncia!

venerdì 16 marzo 2012

Sulla storia dei rosari con simboli esoterici...


Di tanto in tanto la notizia ritorna di moda. 
La storia dei cosiddetti rosari satanici, new age, esoterici, o che dir si voglia si ripresenta puntualmente ad inquietare l'animo dei fedeli attraverso i social network a mo' di catena di Sant'Antonio. 
Per rispondere a questa triste bufala, ritengo molto valide le parole che pronunciò nel 2005 Padre Jozo ad un gruppo di pellegrini allarmati. 


In questi giorni, persone molto preoccupate e turbate dall'Irlanda e dall'Inghilterra mi hanno scritto e mi hanno detto come la gente stia restituendo i rosari ricevuti a Medjugorje, perché un sacerdote aveva detto loro che questi rosari erano New Age, esoterici.
Devo dirvelo: ciò non è vero! E' una grande tentazione, non esiste niente del genere. Non ha alcuna importanza chiedersi chi ha fatto il rosario, ma chi prega per mezzo di esso e come prega.
Quando il rosario è benedetto diviene una chiave con la quale apriamo i nostri cuori e il cuore di Dio. Non esiste alcun rosario New Age. C'è solo il rosario benedetto, e quando è benedetto il valore del rosario non è costituito dalla materia di cui esso è fatto, se è di plastica o d'oro massiccio. Non importa chi l'ha fatto. 
Ad esempio, una statua che piange lacrime di sangue in Italia è stata fatta da un musulmano e su di essa è scritta la parola Medjugorje. Oggi stesso lo stesso musulmano sta fabbricando statue. Ma quelle statue sono benedette. I rosari sono benedetti. Le cose che portiamo perché siano benedette, vengono benedette. Nelle nostre mani diventano sicurezza, forza, amore; la risposta alla chiamata.
Non siate superstiziosi. Non vi fate fuorviare facilmente. 
Sarebbe stato molto meglio se le migliaia di persone che hanno restituito il rosario con esso avessero pregato. Secondo la propaganda i rosari di plastica conterrebbero dei simboli New Age...No!
Il potere di satana e la New Age sono fermati dalla preghiera del rosario, dal digiuno, dalla preghiera - non dalla falsa propaganda! 
Non restituite i rosari e non vi angosciate per i disegni che ci possono essere sul vostro rosario. Satana non vi darebbe mai un rosario dicendovi 'Pregate con questo'. Satana non può dirvi 'Perdonate, digiunate, riconciliatevi, andate a confessarvi'. Ciò va oltre il suo potere. [...]
Perché avete paura di pregare con un rosario che è stato benedetto? Non abbiate paura! il vostro rosario è benedetto.....il vostro rosario è benedetto! [...] 
Quando non lo avete tra le mani, quando non lo pregate nelle vostre case, esso non vi sarà utile, nemmeno se quel rosario ve lo ha dato un santo o il Papa in persona. Il segno in se stesso non vi salva, ma inginocchiarsi, mettersi a pregare, vi cambia e vi salva.
E' per questo che noi ora benediremo i vostri rosari, così che possiate sentire la benedizione anche nei vostri cuori e nelle vostre anime. Non fatevi fuorviare facilmente! 
Nostro Signore, benedici i nostri rosari, e benedici i nostri cuori con il dono della preghiera. Benedici i nostri cuori con il dono dell'amore così che possiamo prendere il rosario con fede e cominciare a pregare con fede; così che possiamo cominciare a pregare con amore, con il cuore. Oh benedici i rosari! E benedici i nostri cuori con il dono della preghiera. Poni quel dono nei nostri cuori, così che ogni volta che meditiamo sulla vita di Gesù possiamo giungere ad amare Gesù, così che possiamo seguirLo, amarLo. Ecco perché Ti chiediamo di benedire questi nostri rosari. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. [...]
Padre Jozo, Siroki Brijeg, Settembre 2005


mercoledì 14 marzo 2012

Il serpente di Mosé e la croce di Cristo



Alzi la mano chi leggendo il capitolo 3 di Giovanni non ha provato almeno una volta un certo disagio nel cercare di comprendere l'analogia tra il serpente di rame innalzato da Mosè e la Croce di nostro Signore. Nell'immaginario comune, infatti, il serpente richiama il tentatore del libro della Genesi o comunque un simbolo negativo difficilmente conciliabile con la croce salvifica di Cristo. 

Veniamo al testo di Giovanni 3,14-15

« E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna»

Il brano in questione si riferisce all'episodio del libro dei Numeri (Nm 21, 4b-9) in cui è descritto il celebre racconto del serpente di rame innalzato da Mosé su ordine del Signore per salvare gli Israeliti dai morsi velenosi dei serpenti che li minacciano.

In quell'occasione la raffigurazione di un segno di morte (il serpente) diveniva, per la potenza di Dio e la sua misericordia, segno di speranza e strumento di salvezza per il popolo.

-> serpenti (morte) - Serpente di bronzo (segno di una realtà di morte) = salvezza (per la potenza di Dio)

Come il serpente per gli israeliti, anche la croce era portatrice di morte. Considerata dai Romani “supplizio crudelissimo e orribile” (Cicerone) e dagli Ebrei quale segno di scomunica per l’empio (cf. Dt.21,23: “Maledetto chiunque è appeso al legno”), era uno dei più cruenti strumenti di morte del tempo. 

Cristo innalzato su di essa per la nostra Salvezza, trasformerà per sempre quel simbolo di morte in segno di speranza eterna, in strumento di Vita.

-> croci (morte) - Croce di Cristo (segno e strumento di morte) = strumento di salvezza eterna (per la potenza di Dio).

Sant'Agostino si domanda: « Chi è il serpente esaltato? È la morte del Signore in croce. Dal serpente venne la morte, perciò nell'effigie del serpente è figurata la morte. Il morso dei serpenti è letale, la morte del Signore è vitale »

martedì 13 marzo 2012

Dante: vogliono censurare un uomo libero



L’appello della Ong Gherush92 suona più o meno così: "I versi di Dante attaccano ebrei, musulmani e omosessuali" pertanto devono essere messi all'indice
Sotto la lente di ingrandimento dell'associazione i canti  XXXIV, XXIII, XXVIII, XIV dell'Inferno dantesco. 

Riguardo ad essi, nella provocatoria nota diramata da Gherush92, si possono leggere frasi come la seguente:

«Giuda per antonomasia è persona falsa, traditore…e giudeo è termine comune dispregiativo secondo un antico pregiudizio antisemita che indica chi è avido di denaro, traditore. Il significato negativo di giudeo è esteso a tutto il popolo ebraico. Il Giuda dantesco è la rappresentazione del Giuda dei Vangeli, fonte dell’antisemitismo».

Ma Giuda non era più ebreo del Cristo che adoriamo, di Maria che veneriamo, di san Giuseppe, dei dodici apostoli, di Pietro e Paolo e di tanti altri santi verso cui siamo devotamente riconoscenti

Quanto al titolo di traditore dato all'apostolo, questo faceva esclusivo riferimento al terribile gesto compiuto ai danni del Cristo. Nessun pregiudizio antisemita dunque.

Una cosa è certa: “mutilando” il capolavoro dantesco l'unico effetto che si potrebbe ottenere sarebbe quello di impedire al nostro sguardo di aumentare, come afferma l'ebreo David Grossman, « le probabilità di evitare errori fatali, diminuendo quelle di incorrere in una visione egocentrica, chiusa e limitata». 

Come scrive Alessandro D'Avenia « ogni ideologia tende alla chiusura, all’espunzione, all’eliminazione. Solo chi affronta tutto senza paura, anche il pensiero del presunto “nemico”, può avviare una vera conciliazione».

In un mondo di «puritani apostati» (C.S. Lewis), ci è ancor più necessaria la libertà di Dante, che a suo tempo non si fece alcun problema ad invocare nello stesso poema le Muse e la Madonna, parlando al contempo di Dio e della zanzara, giungendo fino a condannare papi e a salvare prostitute. 

Non esistendo l'odierna e quanto mai rivoltante mentalità politically correct il poeta toscano non si fece mai troppi scrupoli. A Dante, infatti, non interessava la categoria astratta ma il singolo uomo: chiamava peccato il peccato, ma salvava perfino un indiano che «muore non battezzato e sanza fede». 

Si comportò sempre da persona libera. Per questa peculiare caratteristica poté esprimere con l'audacia dei folli il genio che tutto il mondo ci invidia.

Vogliono far fuori Dante, sì, ma stiamone pur certi: colui che un tempo si smarrì in fosche selve ne saprà uscire indenne anche stavolta. 

Le meraviglie della Roma Cristiana - Ulisse



Attenzione al Reiki - parla don Fabio Arlati - Presidente del GRIS di Imola



lunedì 12 marzo 2012

Il sonno della ragione genera [ha generato] mostri



di Luisella Saro
da CulturaCattolica.it


“El sueño de la razón produce monstruos”.
(Francisco Goya, 1797)

Questo articolo è pro ed è anche contro.

E’ contro l’idea che ogni capriccio debba essere soddisfatto, e subito, costi quel che costi.  E’ contro l’idea che ciò che istintivamente vogliamo debba diventare legge.  E’ contro l’idea tanto bipartisan, oggi, e politicamente corretta, “io non lo farei mai, ma, gli altri, liberi di fare ciò che credono”. E’ contro ciò che è contro natura. E’ contro un’umanità che, andando contro natura, sta abdicando a se stessa. E’ contro chi spegne la ragione, o l’accende ad intermittenza, quand’è utile per arrabattarsi ad argomentare la legittimità delle proprie voglie. E’ contro chi, in barba ad Ippocrate e alla deontologia, non usa la medicina: ne abusa. E’ contro l’indifferenza e l’ignavia di chi sa, ma volta la faccia dall’altra parte perché crede che la questione non lo riguardi.


Questo articolo è, però, anche “pro”. E’ dalla parte dei bambiniDalla parte della natura. Dalla parte di ciò che rende umano l’uomo e lo distingue dalle bestie. Dalla parte della ragione.

Avverto: questo pezzo va seguito lentamente, perché racconta di uomini e donne che, più passa il tempo più amano complicarsi la vita. E complicarla.

Storia uno, la più recente. Un trans, in Gran Bretagna, ha partorito una figlia. Lo racconta il suo ex fidanzato, Jason, 24 anni, che non era pronto a fare il genitore ed ha lasciato il compagno (compagna?) quando ha saputo che era incinta (incinto?). Il “mammo”, nato donna, durante l’intervento per il cambio di sesso non si è fatta (fatto?) rimuovere l’utero. Le iniezioni di testosterone non gli (le?) hanno impedito di rimanere incinta e a quel punto Jason, futuro padre, ha deciso di troncare il rapporto perché – così ha detto nel corso di una recentissima intervista al Sun on Sunday – essendo omosessuale cominciava a sentire di essere nel rapporto sbagliato. 
Quando la bambina sarà in grado di comprendere ciò che vede, troverà davanti a sé un uomo che si fa chiamare papà, ma che, del suo, per farla nascere, non ha messo gli spermatozoi ma l’utero, ed è dunque, in realtà, la sua mamma. 

Storia due. Nel 2010 anche Scott Moore ha avuto un figlio. Era legalmente sposato con Thomas. Nati come Jessica e Laura, i due si erano conosciuti in un gruppo transgender. Thomas (ex Laura) aveva già due figli, nati da una partner precedente (che aveva ricevuto il seme da non si sa chi). Scott (ex Jessica) ha mantenuto gli organi femminili (melius abundare…), Thomas, invece, ha subito un’isterectomia, e così, quando si son detti: “un figlio, perché no?”, Scott è stato inseminato da un amico. 
Ricapitolando: i primi due figli della coppia hanno, come adulti di riferimento, una madre (nata e rimasta donna), nessun padre naturale maschio di cui sia loro nota l’identità, ma, in compenso, due padri acquisiti (ex donne); il terzo (terza?) nato (nata?), ora in grado di comprendere ciò che vedono i suoi occhi, si trova di fronte due maschi (che erano due donne. Glielo diranno? Non glielo diranno?) che, per le scelte di campo (e di sesso) si fanno chiamare papà. Papà uno e papà due, forse. E però uno dei due, Scott, è anche la sua mamma, perché l’ha dato (data?) alla luce. E però chissà come lo chiama, la creatura, il padre naturale (che sarebbe poi il padre vero, che ha inseminato il padre/madre, ma che è solo un amico di famiglia…). “Zio X”? “Papà tre” (anche se, volendo cavillare, sarebbe più corretto dire “papà uno” e gli altri, automaticamente, retrocederebbero di grado…)? Boh!

Terza storia. 2008. Siamo nell’Oregon. Thomas Beatie, ex donna ma uomo da anni, è sposato con Nancy. La moglie non può avere figli. Lui, quand’era una “lei”, si era fatta rimuovere il seno, ma non la vagina. Quando si sposa, scoprono che lei (Nancy) non può avere figli. Non c’è problema. Ci penso io, dice lui (che è rimasto anche un po’ la lei che era). Si recano alla banca del seme, acquistano delle fialette per l’inseminazione domestica e… via. Dal 2008, due figli, che hanno davanti a sé una donna che chiamano mamma, ma non li ha partoriti, un uomo (ex donna) che chiamano papà, ma che li ha avuti in grembo nove mesi e li ha partoriti, e sarebbe dunque la loro vera mamma, e, da qualche parte del mondo, un padre naturale che non conosceranno mai,.

Questa la realtà, che supera di gran lunga la fantasia e non ha bisogno di commenti perché parla (anzi, straparla) da sé.
L’avevo scritto, all’inizio: questo articolo è anche “pro”, ma affinché sia “pro” è necessario che, contemporaneamente, sia “contro”. 
Per continuare a stare dalla parte dei bambini e della natura; per difendere ciò che rende umano l’uomo e lo distingue dalle bestie; per fare in modo che la ragione non vada in catalessi (perché ha scritto bene Goya: “il sonno della ragione genera mostri”) occorre che tutti siamo vigili, e che, giorno e notte, senza interruzione, le lucerne restino accese. Ma ci vuole anche chiarezza di giudizio e il coraggio di dire, in tutte le sedi possibili e con forza, argomentandoli, i “no” che servono. Senza tentennamenti.

Mai come in questo caso, mai come nell’epoca travagliata in cui viviamo, chi tace acconsente.

domenica 11 marzo 2012

Lungo il cammino si disseta al torrente, perciò solleverà la testa



Detto questo, Gesù uscì con i suoi discepoli e andò di là dal torrente Cèdron (Giovanni 18.1)

Cedron, ovvero ' triste ',' nera tristezza ', è il ruscello che dà il nome alla valle che attraversa, lasciando su di essa la traccia di quel non-colore, il nero, che indica la notte e il peccato. Gesù lo attraversa con i suoi discepoli, si bagna nelle sue acque, sceglie di annerirsi in esso
Non teme il peccato Colui che venne nel mondo per spezzarne il pungiglione. 

"Lungo il cammino si disseta al torrente, perciò solleverà il capo" (Salmo 109,7)

Il Cristo si disseta alle acque mortifere simboleggiate dal Cedron, prosciugandole. Evita così all'impeto dei flutti di annientare la nostra fragile umanità. Eppure la sua sete non si estingue
Ha sete Gesù, una inestinguibile sete d'amore che "le grandi acque non possono spegnere" (Ct 8,7), per questo domanderà ancora dell'acqua dalla croce: "Ho sete".

"Se il Signore non fosse stato con noi", se non avesse preso su di Sé i nostri peccati, che sarebbe stato di noi tutti?
"Acque ci avrebbero travolti; un torrente ci avrebbe sommersi, ci avrebbero travolti acque impetuose" (Salmo 123). Ma Cristo non ci ha lasciati annegare nelle acque delle nostre iniquità, Egli, nuovo Mosé, ci ha fatti passare indenni attraverso di esse.  

Non indugiò in quelle acque, non vi rimase invischiato, passò oltre e con lui, anche noi. 

sabato 10 marzo 2012

La primavera c'è


di Berlicche


La primavera c’è.

Non è etica.  Non è un nostro ragionamento. Non  è una performance.

Se ci toccasse immaginare un modo per uscire dall’inverno, da una fredda stagione di rami in apparenza morti e di grigia erba non riusciremmo a pensare qualcosa di altrettanto adatto, di altrettanto bello.
La primavera è adeguata, è il modo giusto, è ciò che ci vuole.

Ecco, il cristianesimo è come la primavera. La risposta adeguata a quello che è essere uomini. 
Niente da immaginare, nessun ragionamento da fare, solo un fatto da constatare.

Un avvenimento da riconoscere, e vivere.

mercoledì 7 marzo 2012

Il Papa, la bufala delle scarpe di Prada e altre balle



E' una delle più diffuse bufale anticlericali del nostro tempo. Alzi la mano chi, almeno una volta, non ha sentito dirsi da qualcuno: "Il Papa ha le scarpe di Prada!". Questa espressione, spesso sulla bocca di giovani con pregiudizi nei confronti della Chiesa, è in realtà una grossolana bufala.

Per la precisione è stata la prima bufala del pontificato di Benedetto XVI, apparsa appena pochi mesi dopo la sua elezione. 
Colpa del quotidiano britannico The Indipendent, citato a sproposito dal nostrano La Repubblica, notoriamente ghiotto di notizie anticlericali. 

Tanto è bastato per confezionare la leggenda metropolitana: il Papa veste Prada, vive nel lusso, è servito e riverito mentre nel mondo c’è gente che muore di fame. 
Per farsi una idea della diffusione della falsa notizia, basta digitare su Google le parole Papa e Prada. Risultato, 6.310.000 pagine tra articoli, gruppi facebook, video, senza contare immagini e vignette satiriche.

Peccato però che a realizzare le scarpe papali non sia Prada, ma il sarto novarese Adriano Stefanelli
Quanto al rosso, poi, il famoso marchio modaiolo non c'entra un fico secco. 
Il rosso è il colore dei cardinali  ed indica da sempre il sangue del martirio. 
Riguardo agli "scandalosi costi"? Le scarpe sono regalate dall'artigiano perché "la passione paga più del denaro" e quando si rovinano è Antonio Arellano, un calzolaio peruviano (nella foto), a riparale.

Spesso la bufala delle scarpe di Prada è accompagnata da un'altra insopportabile balla: "Se il Papa vendesse il suo grosso anello d'oro sfamerebbe l'Africa intera". 
L'anello che in realtà ha il valore commerciale di due fedi nuziali, oltre al suo indubbio valore legato alla Tradizione, ha la funzione di timbro per sigillare i documenti ufficiali. E' d'oro, sì, ma è sempre lo stesso da secoli. Alla morte di ogni Papa, infatti, viene rotto con un martelletto, rifuso e riutilizzato per il Pontefice successivo.

Questi due esempi dimostrano quanto "la mentalità corrente sia dettata da luoghi comuni, falsi, e pregiudizievoli, e come coloro che credono di essere informati e autonomi nel giudizio in realtà siano i più pilotati dai menzogneri dell’anticlericalismo di professione o schiavi della loro stessa ideologia".