sabato 24 marzo 2012

La primavera e le «guerre fiorite»


di Rino Camilleri
titolo originale: Conquistadores
tratto da LaBussolaquotidiana.it

[...] I Conquistadores non commisero alcun genocidio: non avrebbero potuto, anche se avessero voluto. 
Cortés in Messico aveva 508 uomini, 16 cavalli, 14 cannoni (del Cinquecento…) e una ventina di archibugi. 
Pizarro andò in Perù con 180 uomini. 
Il genocidio, gli spagnoli, lo trovarono: Aztechi e Incas praticavano i sacrifici umani. Per questo a ogni primavera eseguivano quelle che chiamavano poeticamente «guerre fiorite» perché si svolgevano in primavera, allo scopo di procurarsi prigionieri da sacrificare e a tutto danno dei popoli limitrofi. 

Questi ultimi, infatti, si allearono volentieri con gli spagnoli per farla finita con questa sanguinolenta storia. I sacrifici umani servivano a «nutrire il sole», che altrimenti, secondo le religioni precolombiane, si sarebbe spento. E non erano sporadici: in una sola occasione, per inaugurare un tempio a Tenochtitlán (la capitale azteca) furono squartate ottantamila persone. Le cronache riferiscono l’orrore degli spagnoli quando si accorsero di star camminando su un tappeto di teschi umani. Il sangue umano era utilizzato anche per fabbricare stucchi e decorazioni, nonché per condire cibi. I più curiosi tra voi potranno utilmente consultare il mio I mostri della Ragione/2 (Ares), in cui diversi capitoli sono impiegati a descrivere in dettaglio tutta la vicenda della Conquista.

[...]A sterminare gli indios furono le malattie come il morbillo e il vaiolo, contro cui non avevano anticorpi. E contro cui la medicina europea era impotente. Ma genocidi – se proprio vogliamo usare questo termine – erano loro, non gli spagnoli. 

Gli scavi archeologici nell’America precolombiana hanno dimostrato che ogni popolo conquistatore distruggeva alla radice quel che aveva conquistato, i templi per primi. Fino a quando qualcun altro non distruggeva lui. Gli spagnoli, invece, subito si unirono in regolare matrimonio con le indie (anche perché avevano il fiato dei missionari sul collo) e la Chiesa fece sorgere una nuova civiltà conservando (secondo il dettato evangelico) quanto c’era di buono in quelle che aveva trovato. E facendo tirare un respiro di sollievo a tutti i popoli che, fin lì, erano stati bestiame da macello per Incas e Aztechi.

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