venerdì 30 novembre 2012

Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono




‎"Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono" 

Quelle reti rappresentavano la certezza materiale di un mestiere appreso, in quelle reti c'era tutta la sicurezza del nutrimento sufficiente per sopravvivere e del guadagno giornaliero necessario per affrontare il futuro.

Lasciare quelle reti voleva dire perdere ogni certezza
E non si perde ogni certezza se non se ne incontra una più grande. 

I due fratelli pescatori Andrea e Pietro daranno la vita per il "si" detto quel giorno lungo il mare di Galilea a Colui che guardandoli e amandoli disse loro "Venite dietro a me". 

Quando l'Amore chiama e gli si corrisponde, allora si è disposti perfino a dare la vita, nella certezza che in quella Certezza che da senso a tutto, nulla è perduto, ma tutto è guadagnato.

L'amore non muore: fatto tacere parla, se ingiuriato perdona, se tradito si fida, se incatenato vola, se accecato vede, se soffocato respira, se assassinato vive e genera altro amore.
Sì, non si può uccidere l'amore. Vivrà per sempre e un giorno.

venerdì 9 novembre 2012

Obiettività e obiettivi



tratto da Berlicche

C’è qualcosa di commovente nelle parole che Yamanaka, il novello Nobel per la medicina, pronunciò qualche anno fa in una intervista al New York Times.

Il dottor Yamanaka era un assistente professore di farmacologia che faceva ricerca sulle cellule staminali embrionali (…) Su invito di un amico guardò attraverso un microscopio uno degli embrioni umani conservati nella clinica. Quello sguardo cambiò la sua carriera scientifica.
“Quando vidi l’embrione, mi accorsi improvvisamente che c’era piccolissima differenza tra lui e le mie figlie, ” disse il Dr. Yamanaka (…) “Pensai, non possiamo continuare a distruggere embrioni per la nostra ricerca. Ci dev’essere un altro modo

Quello sguardo, quella nuova consapevolezza non ha cambiato solo la vita di Yamanaka, ma la storia della scienza. La tecnica di distruzione degli embrioni per ottenere staminali, fallimentare e tuttavia ostinatamente perseguita, è ormai superata da quella di riprogrammazione cellulare che lo scienziato giapponese ha ideato. Non sapremo mai con precisione la vera estensione del massacro di questi anni, fatta in nome di una ricerca che tutto può. Quando c’era “semplicemente” da cercare un altro modo.

Una domanda però mi sorge: se questa persona, che non credo nessuno possa affermare essere un fideista ignorante, ha visto in un embrione un essere umano, come mai tanti ancora oggi non ci riescono? Da quale microscopio occorre farli guardare per mostrare loro l’evidenza?