lunedì 4 maggio 2009

Non lasciatevi inquinare dal mondo!


Alcuni estratti dall'Omelia di Benedetto XVI in occasione dell'ordinazione presbiterale di 19 diaconi Domenica 3 Maggio 2009. Da lungo tempo non sentivo più parlare di "mondo" alla maniera giovannea. Parole illuminanti...

Articolo Completo - qui

(...)
Gesù ha sperimentato su di sé il rifiuto di Dio da parte del mondo, l’incomprensione, l’indifferenza, lo sfiguramento del volto di Dio. E Gesù ha passato il "testimone" ai discepoli: "Io – confida ancora nella preghiera al Padre – ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro" (Gv 17,26). Perciò il discepolo – e specialmente l’apostolo – sperimenta la stessa gioia di Gesù, di conoscere il nome e il volto del Padre; e condivide anche il suo stesso dolore, di vedere che Dio non è conosciuto, che il suo amore non è ricambiato. Da una parte esclamiamo, come Giovanni nella sua prima Lettera: "Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!"; e dall’altra con amarezza constatiamo: "Per questo il mondo non ci riconosce: perché non ha conosciuto lui" (1 Gv 3,1). E’ vero, e noi sacerdoti ne facciamo esperienza: il "mondo" – nell’accezione giovannea del termine – non capisce il cristiano, non capisce i ministri del Vangelo. Un po’ perché di fatto non conosce Dio, e un po’ perché non vuole conoscerlo. Il mondo non vuole conoscere Dio e ascoltare i suoi ministri, perché questo lo metterebbe in crisi.

Qui bisogna fare attenzione a una realtà di fatto: che questo "mondo", sempre nel senso evangelico, insidia anche la Chiesa, contagiando i suoi membri e gli stessi ministri ordinati. Il "mondo" è una mentalità, una maniera di pensare e di vivere che può inquinare anche la Chiesa, e di fatto la inquina, e dunque richiede costante vigilanza e purificazione. Finché Dio non si sarà pienamente manifestato, anche i suoi figli non sono ancora pienamente "simili a Lui" (1 Gv 3,2). Siamo "nel" mondo, e rischiamo di essere anche "del" mondo. E di fatto a volte lo siamo. Per questo Gesù alla fine non ha pregato per il mondo, ma per i suoi discepoli, perché il Padre li custodisse dal maligno ed essi fossero liberi e diversi dal mondo, pur vivendo nel mondo (cfr Gv 17,9.15). In quel momento, al termine dell’Ultima Cena, Gesù ha elevato al Padre la preghiera di consacrazione per gli apostoli e per tutti i sacerdoti di ogni tempo, quando ha detto: "Consacrali nella verità" (Gv 17,17).
(...)

Nessun commento:

Posta un commento