sabato 30 maggio 2009

Padre Amorth intervistato da De Carli parla di esorcismi e di ignoranza del clero



Tratto da "Il Tempo"

di Giuseppe de Carli

26/05/2009


Nel 1972 Paolo VI affermò che «attraverso qualche fessura il fumo di satana è entrato nella Chiesa». Il 15 novembre dello stesso anno dedicò al demonio un intero discorso. L'intervento del Papa fece scalpore.

Quel fumo è stato allontanato o ha invaso altre stanze? «Ha invaso altre stanze»

A che cosa si riferisce?
«Alla ignoranza assoluta dei preti e dei vescovi su queste tematiche per cui capita che, quando una persona si rivolge al suo vescovo per chiedere aiuto, viene sbattuto fuori dalla porta. Ci sono diversi esorcisti in crisi di identità che mandano tutti dagli psichiatri».

I casi di possessioni però aumentano e il clero sembra sempre meno attrezzato?
«È così. Quando una persona viene da me ed esprime i suoi disturbi chiedo subito se va a messa, se prega. Di solito le risposte sono negative. Niente messa, niente sacramenti, posizioni matrimoniali sballate».

E lei come reagisce?
«Di solito dico: "Figliolo caro, la prima condizione per guarire è quella di vivere in grazia di Dio. Un esorcismo non serve a niente se si vive in stato di peccato».

Parla con foga padre Gabriele Amorth, principe degli esorcisti, mentre affronta uno dei fenomeni più inquietanti della nostra epoca. Malefici, possessioni diaboliche, fatture, sedute spiritiche, occultismo, rock satanico, scritture automatiche, invocazioni ai morti, magia nera o bianca. Insomma, lo "spiritismo fai da te". Padre Amorth non è affatto triste come si suppone. Al contrario. È persona gaia e dolce, serena e persino spiritosa. Scherza con chi scrive e con Mariarita Viaggi, l'ex-annunciatrice della Rai, oggi in forza a RaiUno, cantautrice e "scugnizza di Dio" come lo stesso Amorth la definisce. È grazie alla Viaggi, nata sensitiva che riesce a sintonizzarsi anche senza parole col famoso esorcista, che abbiamo ottenuto questa intervista. Padre Amorth, nato a Modena il 1 maggio 1925, ci riceve in una grande sede della società San Paolo a Roma. Un ufficio che assomiglia a una infermeria. Sulle pareti foto di san Padre Pio, del beato Alberione, una statuina della Madonna di Fatima e una effigie della Madonna di Medjugorje. «Io sono cotto di Medjugorje. Su questa apparizione ho scritto molto ed è il posto del mondo dove ci si confessa di più e avviene il maggior numero di conversioni». Mi dà un numero di "Tutto Maria" e un foglietto con i "Comandamenti di Dio". «Basta seguirli per salvarsi. Qui c'è la medicina per ogni male dell'anima».
Senta, padre Amorth, lei è sempre stato critico nei confronti del nuovo Rituale degli esorcismi. Lo è ancora?
«Lo sono ancora perché nessun cambiamento è stato fatto. Tranne una modifica: nel nuovo Rituale si proibiva di fare gli esorcismi nei casi di malefici che sono il novanta per cento. Il che significava impedire agli esorcisti di fare il loro mestiere».

La modifica l'avete ottenuta per un intervento dell'allora cardinale Joseph Ratzinger.
«Ratzinger per tre volte mi ha consultato. Da parte mia uso il vecchio Rituale e mi sento in perfetta regola».

Quanti sono gli esorcisti in Italia?
«Calcolo che siano circa trecento. Poi altri, ma temo abbiano scarsa preparazione».

Sappiamo che Giovanni Paolo II è intervenuto qualche volta per liberare dei fedeli dal demonio. Con Benedetto XVI la battaglia del principe delle tenebre si è fatta ancora più dura?
«Sì, Benedetto XVI è un Papa sensibilissimo su questa problematica, cosa rara e da ammirare perché i tedeschi, come i francesi, i portoghesi e gli spagnoli, ad esempio, non hanno esorcisti. Non ci credono i vescovi e i preti. E in quelle Chiese questa figura è scomparsa».

La più grande vittoria del demonio non è forse quella di far credere che non esiste?
«È una frase attribuita a Baudelaire. Fa credere di non esistere per agire con piena libertà, per tormentare e, a volte, distruggere una vita. Il calo vertiginoso della pratica religiosa ne è un sintomo. Si frequenta la Chiesa fino all'adolescenza poi si sparisce. Si azzera Dio nella propria vita».

Eppure la vita terrena e pubblica di Gesù è stata una ininterrotta battaglia contro il male. Scacciare il demonio è stata une delle sue occupazioni principali.
«Nel Vangelo tante volte Gesù caccia i demoni e dà il potere di vincerli. Prima agli Apostoli, poi ai settantadue discepoli e poi a tutti. Anche lei, con una preghiera privata, può scacciare i demoni. La preghiera pubblica è quella di un esorcista che agisce in nome della Chiesa. È un sacerdote nominato da un vescovo, non è detto però che sia più efficace. Ci sono tanti santi che, pur non essendo preti, erano esorcisti. San Benedetto da Norcia, santa Caterina da Siena, qui a Roma san Vincenzo Pallotti, san Padre Pio. Io sono amico del Rinnovamento Carismatico Cattolico e lo sono perché il cuore di questo movimento è Gesù Cristo e lo Spirito Santo, gli unici che hanno il potere di liberarci dal male».
Il filone della magia nera, la presenza di satana hanno invaso gli schermi cinematografici e i concerti di massa. C'è un appeal oscuro, anche se fa cassetta. Fra l'altro, dietro tanti delitti abbiamo scoperto che c'è il dito del demonio.
«Pensi alla suora uccisa a Chiavenna o a Erika e Omar, i due ragazzi di Novi Ligure. Le indagini hanno scoperto che questi ragazzi avevano libri satanici. E satana si trova benissimo con queste persone, perché fanno quello che lui vuole».

Impressiona che siano soprattutto giovani.
«Non si meravigli. Una volta mentre esorcizzavo una persona, invocavo l'intercessione di Giovanni Paolo II. Il demonio era furioso. Perché ce l'hai tanto con questo Papa? gli ho chiesto…».

E la risposta quale è stata?
«Perché mi ha strappato tanti giovani, perché ha rotto i miei piani.. Io credo si riferisse al crollo del comunismo».
Può essere. Anche se oggi la società globale dei consumi quanto a "morte di Dio" non è da meno del socialismo reale.
«Ha ragione. Il demonio usa ogni mezzo per strappare la gente da Dio. Leggi sul divorzio e leggi sull'aborto che - non dimentichiamo - è un omicidio legalizzato. Gioventù demotivata e senza ideali che, andando in discoteca, si lascia irretire dalle droghe leggere o pesanti. Giovani che incontrano una setta satanica e ci si infilano dentro».

Cosa promette satana?
«Basta leggere le tentazioni di Cristo. Promette tutti i beni terreni. Nella mia vita ho bruciato tante "consacrazioni" a satana scritte col sangue: "Tu sei il mio dio, io appartengo a te"».

Gloria, potenza, denaro, successo, sesso facile. Forse la tentazione più subdola è la visibilità a ogni costo.
«Se ti prostri ad adorarmi, tutti i regni della terra saranno tuoi, dice il demonio a Gesù portato su un alto monte. "Sta scritto: adorerai solo il Signore Dio tuo", risponde Gesù. Vede, persino Gesù è stato messo alla prova. E quale prova! Dio ci ha dato il libero arbitrio e lo rispetta fino al punto di permetterci di fare il male».
Quale è l'identikit di un posseduto?
«Di essere completamente lontano da Dio. Sant'Alfonso Maria de' Liguori affermava che chi prega si salva, chi non prega si danna. Poi il "posseduto" fa dei piaceri e delle ricchezze un idolo, un vitello d'oro da adorare. Noi non abbiamo scampo. Fra cent'anni saremo o all'inferno o in paradiso. Ecco perché io faccio come Gesù. "Cosa devo fare per avere la vita eterna?" Gesù è diretto: "Osserva i dieci comandamenti"».

Il demonio, Belzebù non le ha mai fatto del male?
«A me no. La Madonna mi protegge col suo manto. Ho l'arcangelo Gabriele, come il mio nome, che mi protegge. Ho il mio angelo custode che mi fa da cane da guardia e non lascia passare niente».

Padre Amorth, è sempre riuscito a sconfiggere il demonio?
«Si fa una fatica immensa. Si può alleviare la sofferenza di una persona, ridurre al minimo una possessione diabolica, permettere alla vittima di tornare a una vita normale. Scacciare via il demonio non sempre riesce».

C'è una preghiera che ci può mettere al riparo?
«Tutte le preghiere sono buone. Io raccomando la messa, i sacramenti, la confessione settimanale per coloro che sono colpiti, quella mensile per tutti gli altri. Raccomando la preghiera mariana del rosario, la lettura quotidiana della Sacra Scrittura. Tutte le cose stanno in piedi se vengono alimentate. Lo stesso per l'amore. Se due si sposano e se alimentano il loro amore il matrimonio regge. Così è per la fede. E non si può credere a fasi alterne o costruirsi una propria religione. "Credo, ma non sono praticante" che vuol dire? Io non ho mai incontrato un diavolo ateo, tutti i diavoli credono e non sono praticanti, perché hanno disubbidito a Dio».
Vuol dire che credere in Dio non serve a niente se….
«Se non si è coerenti e praticanti. "Non chi dice: Signore, Signore, entra nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio"».

Bertinotti intervistato parla di non-vita dei feti e cita san Tommaso



Bertinotti intervistato per "Il Giornale" da Michele Brambilla parla di non vita nei feti e cita San Tommaso d'Aquino...

Sono bastate due semplici domande in battuta finale dell'intervistatore per rivelare l'assoluta inconsistenza del pensiero bertinottiano.

In fondo non occorre essere dei geni per comprendere che un bambino che si muove, mette il dito in bocca, che ha occhi, bocca, mani, piedi, ed una morfologia perfettamente umana sia a tutti gli effetti un uomo.
Eppure c'è chi riesce a negare questa evidenza.

Come se Bertinotti da piccolo non fosse stato quell'uomo che nega...e allora com'è nato? Quando è uscito fuori dalla mamma ha magicamente cominciato a parlare con l'R moscia?

Mah...care mamme che avete avuto nove mesi nei vostri ventri dei bambini, dite al caro Bertinotti cosa vuol dire sentire di avere una persona, umana, viva ed intelligente nel proprio grembo!

E poi quella definizione sul materialismo...a dir poco ridicola.

Proprio lui, il comunista-ateo-materialista, non ha ancora capito cosa voglia dire materialismo!

Immaginate se fosse una deriva materialistica il fatto di considerare a tutti gli effetti persona uno che vediamo e tocchiamo e si mostra come tale perchè ha tutte le carte in regola per esserlo!
E non parliamo di una sagoma di cartone o di una statua dalle fattezze umane, ma di carne, ossa, muscoli, DNA!

Se fosse vero ciò che dice Bertinotti allora si dovrebbe dubitare anche dell'esistenza della moglie Lella o del figlio Duccio. Perchè sono persone? Perchè loro si ed un feto no.

Eppure è più logico pensare ad una vita che è vita dal primo momento del concepimento piuttosto che di una vita che magicamente lo diventa in un momento imprecisato...

Per quanto riguarda la vecchia faccenda relativa all'Aquinate.

Una cosa è sicura San Tommaso è sempre stato cosciente della sua fallibilità specie su questioni così misteriose come il momento in cui si ha la creazione dell’uomo, e di una cosa possiamo esser certi: egli ha sempre sempre difeso la santa obbedienza alle indicazioni magisteriali.
Quel Magistero che oggi ci dice che il piccolo embrione va trattato come persona.

Caro Bertinotti, se non li conosciamo, lasciamo stare i santi...

(ecco un estratto dell'intervista di Michele Brambilla a Fausto Bertinotti tratta da Il Giornale)

Per lei un bimbo che cresce nella pancia della mamma non è un essere umano?

«Per me no. E anche per san Tommaso d’Aquino non lo era».

Al tempo di san Tommaso d’Aquino non c’erano le ecografie. Oggi basta vederne una per osservare un bimbo che c’è già. Lei non cambia idea neanche di fronte a un’ecografia?

«No. Mi pare che considerare uno una persona perché si vede e si tocca sia una deriva materialistica».

Il brano di Wilson copiato da Augias


Augias giura sui suoi figli di non aver copiato alcun testo.

Ha affermato infatti «Giuro sulla testa dei miei figli di non aver copiato da quello studioso». Poveri figli...la scopiazzatura è palese, per non parlare delle parti del testo ritoccate ad hoc e personalizzate per far apparire come suo il pensiero altrui.

Dopo aver letto i due testi che seguono vi sono solo due ipotesi possibili:


1) Augias ha copiato spudoratamente

2) lo stesso demonio ha ispirato i due scrittori ^_^ A voi la scelta!

P.S. Questi sono gli "onesti intellettuali" che vorrebbero guidarci sulla via della verità? Ma fateci il piacere!!!


Nel libro "La creazione. Un appello per salvare la vita" di Edward O. Wilson edito da Adelphi a pagina 14 troviamo scritto:


Penso che l’esistenza sia ciò che ne facciamo in quanto individui, che non ci sia alcuna garanzia di una vita dopo la morte, che paradiso e inferno li creiamo noi stessi, su questo pianeta. Non c’è un altro posto per noi al di fuori dalla Terra. L’umanità si è originata qui dall’evoluzione di forme di vita inferiori nel corso di milioni di anni. E sì, lo dirò sottovoce, i nostri antenati erano scimmie antropomorfe. La specie umana si è adattata fisicamente e mentalmente alla vita sulla Terra e può vivere solo qui e da nessun’altra parte. L’etica è il codice di comportamento che condividiamo sulla base della ragione, della legge, dell’onore e di un innato senso del pudore, anche se qualcuno ascrive tutto ciò alla volontà di Dio.

Per lei, la gloria di un’invisibile divinità; per me, la gloria di un universo alla fine svelato. Per lei, il credo in un Dio fatto uomo per salvare l’umanità, per me il credo nel fuoco di Prometeo carpito per rendere gli uomini liberi. Lei ha trovato la sua verità finale; io la sto ancora cercando. Posso essere in errore io come può esserlo lei. Possiamo avere entrambi, almeno in parte, ragione.

Le nostre differenze nella visione del mondo ci dividono irrimediabilmente? No. Io e lei, e ogni altro essere umano, ci battiamo per le stesse istanze di sicurezza, di libertà di scelta, di dignità personale e abbiamo bisogno di una causa in cui credere, qualcosa che ci trascenda.
Nel libro "Disputa su Dio e dintorni" scritto da Corrado Augias con Vito Mancuso a pagina 246 troviamo scritto:

La verità è che paradiso e inferno li creiamo noi stessi, su questo pianeta; che non c’è altro posto per noi fuori della terra. La specie umana si è adattata fisicamente e mentalmente alla vita sul globo, può vivere solo qui e da nessun’altra parte. L’etica è il codice di comportamento che dobbiamo imporci sulla base della ragione, della legge, dell’onore e di un innato senso del pudore, anche se qualcuno ascrive tutto ciò alla volontà di Dio.

Per lei, la gloria di un’invisibile divinità; per me, la gloria di un universo che alla fine sarà svelato. Per lei, il credo in un Dio fatto uomo per salvare l’umanità; per me, il credo nel fuoco di Prometeo carpito per rendere gli uomini liberi, per far luce sul faticossissimo cammino che porta a "virtute e canoscenza". Lei ha trovato la sua verità finale; io dubito che una verità finale ci sia. Posso essere in errore io come può esserlo lei. Possiamo avere entrambi, almeno in parte, ragione.

Le nostre differenti visioni del mondo ci dividono irrimediabilmente? Non credo. Lei ed io, e ogni altro essere umano, ci battiamo per le stesse istanze di sicurezza, di libertà di scelta, di dignità personale, di libertà dal dolore e dal bisogno, per il diritto di poter disporre di noi stessi; abbiamo tutti e due necessità di una causa in cui credere, e di qualcosa che ci trascenda.

Novena allo Spirito Santo - 9 giorno



"Da che cosa derivano le guerre e le liti che sono in mezzo a voi? Non vengono forse dalle vostre passioni che combattono le vostre membra? Bramate e non riuscite a possedere e uccidete; invidiate e non riuscite ad ottenere, combattete e fate guerra! Non avete perché non chiedete; chiedete e non ottenete perché chiedete male, per spendere per i vostri piaceri. Gente infedele!
Non sapete che amare il mondo è odiare Dio? Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio. O forse pensate che la Scrittura dichiari invano: fino alla gelosia ci ama lo Spirito che Egli ha fatto abitare in noi?"(Giac.4,1-5).

Spirito Santo, ti supplico di illuminare la mia mente con luce vivida, necessaria per me e per coloro che chiedono da me, e di sostenere la mia debole volontà con grazie di amore e di fortezza.

Divino santificatore, conducimi alla vetta della santità attraverso il lavoro continuo, paziente, docile alle tue premure.

La santità sei Tu ed io devo lasciarti vivere in me, assecondando la tua opera di perfezione.

Divino rinnovatore, rinnova tutto, rimuovi ogni male, ogni pericolo, ogni cattiveria, rifai tutto nuovo per me, tutto puro, tutto santo.

Divino vivificatore, anima della mia anima, dammi la forza di attestare e glorificare sempre, insieme con te il Figlio divino e di vivere per la sua gloria e morire nel suo amore.

Divino donatore, dammi i tuoi doni per contemplare Dio nella luce dei suoi misteri, per comprendere il vero valore della vita e delle cose e per amare tutti con pura carità, come se già fossi in cielo. Grazie! Amen!


- 3 Gloria al Padre

venerdì 29 maggio 2009

Novena allo Spirito Santo - 8 giorno


"E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se veramente partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria" (Rm 8,17).

Spirito purificatore, purificami da ogni macchia. Santificami e dammi le virtù di Gesù, le stesse sue intenzioni e disposizioni interiori.

Sii in me lo stesso Spirito di Gesù.

Spira all’anima mia, verso Gesù, lo stesso amore che il Padre spira al suo Figlio divino e dammi la stessa attrazione che il Padre sente verso il suo diletto e carissimo Figlio Gesù.

- 3 Gloria al Padre

Sei modi per uccidere Piper



Questa notizia tristemente vera viene da Washington, dove è stato realizzato il video shock intitolato "Sei modi per uccidere Piper".

Gli autori non sono serial killer o amici di Charles Manson, bensì alcune unicenni che dopo aver litigato con la compagnetta di classe le hanno dedicato un inquietante messaggio attraverso YouTube.

Nelle immagini Piper mentre muore impiccata, avvelenata, fucilata, annegata e in altri svariati modi.

Comprensibile la paura della mamma della bambina.

Il fatto in se grave mette in evidenza il disagio di questi bambini abbandonati alle TV-SITTER.

Succede un fatto del genere ed improvvisamente i genitori cadono dall'albero delle pere in cui si erano arrampicati...

Suvvia, i bambini che mangiano pane e tv sono abituati a vedere scene di ordinaria violenza proprio in quei cartoni animati che spesso, cari genitori, vi spacciano per innocenti!

Qualche esempio che mi è subito balzato alla mentre guardavo il video incriminato?

Grattachecca e Fichetto un cartone nel cartone presente in numerosissime puntate degli arcinoti Simpson, in cui un gatto ed un topo si squartano vicendevolmente nei modi più impensabili.

Un altro esempio? Happy Tree Friends trasmesso da MTV, una serie in cui animaletti coloratissimi subiscono atrocità di vario genere degne dei peggiori film horror-splatter.

Il tutto naturalmente in orari super accessibili, anzi studiati appositamente per renderli più fruibili al curioso pubblico dei piccoli ed innocenti pargoletti da plagiare...
Se alla diffusione televisiva sommiamo quella della rete, il gioco è fatto.

Genitori svegliatevi e ribellatevi!

Tristi realtà che superano la fantasia



Quando ho saputo della notizia non sapevo se ridere o piangere.
Di bizzarrie di questi tempi ne sentiamo tante, ma questa supera davvero tutte...

Una modella inglese di 31 anni Katherine Dalton, lesbica, decide di cambiare sesso...dunque di vivere come un uomo, ma (e qui il colpo di scena) non come un uomo qualunque (benche non potesse esserlo), bensì come un omosessuale. Una perversione senza limiti...
Per carità in quanto donna mi sembra lecita la sua attrazione per gli uomini, ma diventare uomo per "amarli" mi sembra uno sfregio esagerato alla natura! Altro che Sodoma!

Chissà se arriverà il tempo in cui ci si opererà per diventare animali ed amare i propri padroni...Ah già c'è qualcuno che lo ha fatto?

Eh già dopo l'uomo-maiale quello che sta sfornando la nostra società, e l'uomo-scimmia quello di Veronesi, Scalfari, Dawkins, Odifreddi e compagnia briscola, c'è anche "l'uomo-gatto", per la cronaca Dennis Avne. Di recente ha fatto la sua comparsata nella trasmissione di Barbara d'Urso sui Guinness creando un vero putiferio.
Ci credo! Mi sono immaginato quanti, magari vecchietti assonnati, facendo zapping ed incrociando il volto mostruoso di questo tizio abbiano raccomandato a Dio la propria anima.
Evito di postare una sua foto per non urtare i lettori più sensibili, ma vi posso assicurare che è davvero mostruoso oltre che ridicolo naturalmente. E poi per dirla tutta, più che ad un gatto assomiglia ad un demonio dei dipinti medioevali!

Bhè che dire alle volte la realtà supera la fantasia.

Aborto selettivo in Svezia. In Italia la situazione non è tanto diversa...


di Gianfranco Amato - Presidente dell'Associazione "Scienza e Vita" di Grosseto

tratto da Il Sussidiario.net


Feto abortito perché femmina.

Siamo nella Cina comunista? No, nella democraticissima Svezia.

Le autorità sanitarie del Paese scandinavo hanno stabilito la piena legalità dell’aborto selettivo basato sul genere.

È accaduto, infatti, che una donna del sud della Svezia, già madre di due figlie, si sia sottoposta ad amiocentesi per verificare il sesso del nascituro. Delusa per non poter avere il maschietto che tanto desiderava, la donna ha chiesto ai medici dell’Ospedale Mälaren di poter interrompere la gravidanza.

La direzione sanitaria di quella struttura ospedaliera ha investito della questione la Commissione Nazionale della Salute e del Welfare (Socialstyrelsen) chiedendo precise disposizioni circa la possibilità di praticare l’aborto selettivo basato sul genere, in assenza di reali ed evidenti ragioni di carattere medico.

La Commissione si è pronunciata nel senso che una simile richiesta non potesse essere rifiutata, giacché l’aborto fino alla diciottesima settimana resta nell’ordinamento giuridico svedese un diritto inalienabile della donna, anche se motivato sulla base della scelta personale del sesso del nascituro.

Questo tipo di aborto selettivo sembra un po’ troppo anche per gli abortisti sfegatati di casa nostra. Ma alle anime belle dei pro-choice nostrani verrebbe spontaneo porre una domanda. Posto che l’aborto – come ribadisce il Socialstyrelsen svedese – è un diritto inalienabile della donna, che differenza fa se il motivo per ricorrere all’interruzione della gravidanza è fondato sul sesso del nascituro, sulla sua disabilità, sulle sue caratteristiche genetiche, o semplicemente sul fatto che la madre non desideri rovinarsi una vacanza programmata al Club Méditerranée a causa di una gravidanza non programmata (episodio reale di cui ho avuto conoscenza per ragioni professionali)?

Ciò che è accaduto in Svezia ha il pregio di togliere il velo di ipocrisia da qualunque argomentazione pelosa intorno all’aborto. Si deve avere il coraggio di dire le cose come stanno ed essere coerenti fino in fondo.

Del resto, oggi in Italia, nonostante la petizione di principi della Legge 194, vige una piena applicazione del concetto di autodeterminazione della donna: in realtà nessuno può impedire ad una donna maggiorenne non interdetta di abortire se essa lo vuole, qualunque siano i motivi della sua richiesta.

Anche da noi, in teoria, esiste la possibilità di praticare un aborto selettivo per genere, solo che si preferisce non dirlo. Meglio trovare altre ragioni più presentabili, magari attraverso le maglie sempre più larghe del criterio costituito dal “rischio per la salute psichica della donna”.

A dispetto delle premesse, la Legge 194 ha introdotto, di fatto, nel nostro ordinamento giuridico un antiprincipio assai grave: il diritto di vita e di morte in capo alla donna nei confronti di un altro essere umano innocente. Nella pratica quotidiana questo “ius vitae ac necis” è assegnato alla madre in maniera totale ed esclusiva, attraverso l'espediente della procedura, che trasforma un delitto in un atto medico pagato dai contribuenti.

In Svezia l’aborto è una “conquista” sociale fin dal 1938. Oggi, stando alle statistiche dello Johnston’s Archive, più del 25% delle gravidanze in quel Paese si concludono con un aborto, percentuale che ha registrato un aumento del 17% a seguito dell’introduzione della cosiddetta pillola del giorno dopo, quella che, secondo i promotori, avrebbe dovuto proprio ridurre il fenomeno dell’aborto.

Del resto, tale fenomeno non è stato arginato neanche dal fatto che in Svezia l'educazione sessuale faccia parte integrante dei programmi scolastici fin dal 1956, e che proprio la Svezia sia considerata la patria del condom. Tutti abbiamo riso quando nel 1992 in quel Paese vennero venduti profilattici con il coniglio Bernie, emblema del campionato europeo di calcio, o quando, più recentemente, l’Organizzazione svedese per l’educazione sessuale (RFSU) ha lanciato un’iniziativa che prevedeva la consegna rapida di preservativi a domicilio per le coppie rimaste senza sul più bello, mediante quattro vetture, recanti l’insegna “Cho-San Express”.

Questo esasperato culto per la contraccezione, (così come la distribuzione gratuita di condom nelle scuole secondarie e superiori ed i programmi avanzati di educazione sessuale), non ha eliminato la piaga dell’AIDS né ridotto il dramma sociale dell’aborto. Ha soltanto dimostrato che il profilattico non è la soluzione.

Vuoi vedere che anche su questo punto aveva davvero ragione quell’oscurantista, retrogrado, antipatico tedesco di Joseph Ratzinger?

giovedì 28 maggio 2009

Augias versione CTRL+C CTRL+V (copia/incolla)


Ebbene si, anche il "tuttologo" ha fatto flop. E' stato beccato un clamoroso copia/incolla del dott.Augias contenuto all'interno del libro Disputa su Dio e dintorni. Speriamo che il mondo laico capisca quale grande studioso si cela dietro alle Inchieste su Gesù e sul Cristianesimo.
Buona lettura...


Augias passa da Repubblica a ripubblica

Miska Ruggeri

Tutto è iniziato quando Flavio Deflorian, professore associato di Scienza e Tecnologia dei Materiali all’Università di Trento, ha letto per piacere personale, uno dopo l’altro a distanza di poco tempo, due libri: il nuovo bestseller Disputa su Dio e dintorni (Mondadori, pp. 270, euro 18,50), scritto a quattro mani dal volto televisivo (non credente) e firma di Repubblica Corrado Augias e dal teologo (credente) dell’Università San Raffaele di Milano Vito Mancuso; e il meno recente (è uscito in Italia nel 2008) saggio La creazione (Adelphi, pp. 198, euro 19) del noto biologo di Harvard Edward Osborne Wilson, specializzato in mirmecologia (lo studio delle formiche). E ha notato che qualcosa non tornava.
Così ha avvertito le due case editrici, contattato la coppia Augias-Mancuso (vedi intervista nella pagina a fianco) e parlato della sua scoperta a un collega di Università, Giovanni Straffelini, professore associato di Metallurgia.
Il quale ha subito inviato una letterina al Foglio di Giuliano Ferrara, fornendo un esempio dello stile copia-e-incolla adottato con disinvoltura dagli autori italiani.
In effetti, la pagina 246 della Disputa, che ospita le conclusioni (quindi un passo fondamentale, che dovrebbe tirare le somme di tutti i ragionamenti e le riflessioni fatte in precedenza, quasi un puro distillato di pensiero) di Augias, è praticamente identica alla pagina 14 dell’edizione italiana della Creazione in cui Wilson scrive in prima persona una “Lettera a un pastore della Chiesa Battista del Sud”.
Leggere qui sopra i due brani a confronto per credere. Sembra impossibile, ma Augias, sulle orme del filosofo-copione Umberto Galimberti (a lungo collaboratore anche lui del quotidiano di Ezio Mauro), al centro nella primavera del 2008 di alcuni clamorosi casi di mancata citazione delle fonti ai danni di Giulia Sissa, Alida Cresti, Salvatore Natoli e Guido Zingari, ha copiato l’autore dell’Alabama pari pari. Tranne un punto e virgola al posto di un punto e un altro al posto di una virgola; «terra» scritto minuscolo o «globo» al posto di «Terra»; un verbo cambiato («dobbiamo imporci» invece di «condividiamo»); una citazione di Dante dal canto di Ulisse per far risaltare gli studi liceali fatti in Italia; un più dubitativo «Non credo» al posto di un secco «No»; un fondamentale «Lei e io» al posto di «Io e lei»; un’aggiunta politicamente corretta sulla «libertà dal dolore e dal bisogno»... Insomma, robetta così. Per il resto, un calco preciso. Solo che Wilson si rivolgeva a un pastore battista, mentre Augias a Mancuso. Evidentemente, sfumature ininfluenti per uno scrittore abituato a indagare filologicamente sui testi antichi alla ricerca di bazzecole come il vero Gesù o la vera natura del cristianesimo...
E il bello (si fa per dire) è che la Disputa, al quinto posto generale e al primo della saggistica nella classifica Arianna dei libri più venduti la settimana scorsa, conta in bibliografia ben 90 volumi citati (compreso un imprescindibile articolo di Eugenio Scalfari su Repubblica...) e ha un nutrito “indice dei nomi”, dal biblico Abele al politico democristiano Benigno Zaccagnini. Ma del povero Wilson e del suo bel saggio (di nicchia, almeno rispetto al pubblico televisivo che compra le “Inchieste” mondadoriane del giornalista Augias) nessuna traccia. Desaparecido. Forse una censura nei confronti di uno scienziato, tra l’altro papà della sociobiologia, accusato talvolta di razzismo e misoginia e quindi poco simpatico ai lettori di Repubblica? Macché.
La spiegazione che dà Augias (nell’intervista qui a fianco) è ancora più inquietante. Semplicemente, ha preso chissà dove nel mare magnum di Internet alcune frasi anonime (quante saranno?) che gli facevano comodo e le ha infilate con nonchalance nel suo libro. Un po’ come facevano alcuni poeti antichi per comporre i centoni. Che però, se non altro, richiedevano una certa abilità metrica e si basavano proprio sulla riconoscibilità dei testi (Omero, Virgilio ecc.). Qui la prosa è quella che è; e per smascherare la fonte c’è stato bisogno di un professore di Trento...

© Copyright Libero, 21 maggio 2009


Il giornalista: «Ho preso frasi dal web» E Mancuso lo scarica: «Sono sbalordito»...

Francesco Borgonovo per "Libero"

La risposta che Corrado Augias ci ha dato quando gli abbiamo fatto notare la "strana somiglianza" fra una pagina del suo libro e il brano di Edward O. Wilson è simile a quella inviata per mail al professor Deflorian. Spiega Augias: «Questo libro è nato da un dialogo tra i sostenitori di due tesi contrapposte. Per la mia parte mi sono avvalso oltre che di convincimenti e riflessioni personali, di numerose testimonianze, dalle Confessioni di Agostino a internet, citando la fonte ogni volta che è stato possibile».
Evidentemente, nel caso del saggio di Wilson, non è stato possibile reperire la fonte.
Sorge però un dubbio: ci sono altre pagine di Disputa su Dio e dintorni in cui compaiono citazioni prese dal web senza indicare la fonte?
Diversa la risposta che ci ha dato l'altro autore del libro, il teologo Vito Mancuso (il quale non ha firmato il passaggio incriminato), che dice a Libero: «Conosco il libro di Wilson e sono al corrente di quello che è successo.
Sono amareggiato, completamente sbalordito. Non capisco come sia potuta accadere una cosa del genere. Spero che Augias lo spiegherà anche perché colpisce il fatto che quel passaggio si trovi nelle conclusioni, dove lui parla in prima persona, dove parla di se stesso.
Non so che cosa dirà Augias, ma il fatto è innegabile: le pagine sono lì sotto gli occhi di tutti. Non c'è possibilità di negare l'evidenza. Sono le stesse parole, con gli stessi verbi, la stessa successione delle frasi. È impressionante. Io però non ho responsabilità. Anzi, se in tutto questo c'è una vittima, sono io».

© Copyright Libero, 21 maggio 2009

Novena allo Spirito Santo - 7 giorno




"Tutti quelli infatti che sono giudicati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: ‘Abbà, Padre!’" (Rm 8,14-15).

Spirito di verità e di luce, fiamma e calore della luce, luce beatissima, dirada e disperdi dalla mia mente tutte le ombre dell’errore e del dubbio.

Irradia ed illumina con perfetta chiarezza l’intimo della mia anima. Che io respinga sempre ogni errore; che aderisca fortemente alla verità secondo gli insegnamenti della Chiesa; che cammini nel tuo splendore.

Vestito della tua santa luce, che io resti sempre nella tua verità e pura chiarezza.

- 3 Gloria al Padre

mercoledì 27 maggio 2009

Novena allo Spirito Santo - 6 giorno


"Così dunque fratelli, noi siamo debitori, ma non verso la carne per vivere secondo la carne; poiché se vivete secondo la carne, morirete; se invece con l’aiuto dello Spirito voi fate morire le opere del corpo, vivrete" (Rm 8,12-13)

Spirito di fortezza che hai dato ai martiri la forza di morire lietamente per la causa di Cristo Signore, infondi in me questo dono divino in tutta la sua intensità.

Scuoti il mio torpore e la mia indolenza, rendimi forte nell’intraprendere tutto quello che il Signore mi chiede, senza badare a sacrifici e fatiche, a gloria tua e a beneficio spirituale e materiale di tutti i fratelli.

Dammi forza di continuare con ardore.

Dammi coraggio per difendere intrepidamente la Chiesa, per affermare davanti a tutti l’integrità della fede e la vera obbedienza al Papa ed ai Vescovi.

Donami lo slancio dell’apostolato; che io vi perseveri fino alla fine, a costo di qualunque martirio dell’anima o del corpo. Spirito divino, circondami della tua onnipotenza sostienimi con il tuo vigore ed avvolgimi della tua invincibile fortezza.

- 3 Gloria al Padre

martedì 26 maggio 2009

Novena allo Spirito Santo - 5 giorno


"E se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi" (Rom.8,11).
Spirito Santo, amore e soavità del Padre e del Figlio, fiore e profumo della santità di Dio, fuoco divino acceso in me, rendi tutto nuovo il mio cuore; togli ogni macchia e oscurità, brucia ogni impurità e rendimi conforme all’immagine del Figlio divino.

Spirito di fuoco che ti degni di abitare personalmente in me per santificarmi, accendi in me questo fuoco d’amore; penetra ed investi con la tua fiamma tutta l’anima mia; scaccia ogni affetto disordinato; spingimi a conquiste apostoliche; donami la grazia di essere fiamma e di ardere di puro ed eterno amore.

- 3 Gloria al Padre

lunedì 25 maggio 2009

Novena allo Spirito Santo - 4 giorno


"Quelli che vivono secondo la carne non possono piacere a Dio. Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene. E se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto a causa del peccato, ma lo Spirito è vita a causa della giustificazione"(Rm 8,8-10)

Spirito Santo, verità e luce beatissima, sento una profonda amarezza nel constatare che Tu sei quasi completamente sconosciuto o dimenticato dalla maggior parte di noi.

Non ti pensiamo mai, distratti come siamo da tante preoccupazioni, assorbiti dallo spirito del mondo, sbadati e incuranti delle tue premure e delicatezze. Quale ingratitudine!

Gran parte di questa colpa è nostra, che non viviamo questa verità e della quale quasi mai parliamo alle anime.

Accogli, Spirito divino, questi miei poveri sentimenti, in riparazione di così deplorevole dimenticanza e per implorare tanta luce per me, per i sacerdoti e per i fedeli.

- 3 Gloria al Padre

domenica 24 maggio 2009

Novena allo Spirito Santo - 3 giorno


"Quelli infatti che vivono secondo la carne, pensano alle cose della carne; quelli invece che vivono secondo lo Spirito, alle cose dello Spirito. Ma i desideri della carne portano alla morte, mentre i desideri dello Spirito portano alla vita e alla pace" (Rm 8,5-6).

Spirito Santo, Maestro interiore e santificatore, io Ti domando con insistenza instancabile di voler istruire il mio intelletto su tutta la verità e parlare al mio cuore, di volermi santificare curando la mia anima come hai curato quella della Madonna, l’Immacolata tua Sposa, dei Martiri e dei Santi.

Io sono desideroso di santità: non per me, ma per dare gloria a Te, Maestro dei maestri, gloria alla Trinità, splendore alla Chiesa, esempio alle anime.

Non c’è mezzo migliore per essere veri apostoli che essere santi, perché, all’infuori della santità, si conclude ben poco.

Spirito Santo ascolta la mia preghiera ed esaudisci i miei ardenti desideri.

- 3 Gloria al Padre

Testimonianza di Chiara Amirante a Modena

Davide Banzato sacerdote di Nuovi Orizzonti presenta la fondatrice della Comunità Chiara Amirante. Per quanto si possa già conoscere il miracolo vivente che è questa speciale ragazza, non ci si stanca mai di ascoltarla.
La testimonianza gioiosa di chi ha fatto voto di promuovere la gioia di Cristo nel mondo!
Buona visione!





Testimonianza di Nek a Modena

Finalmente, cercavo questa testimonianza!
Una testimonianza di Nek divisa in due parti tenuta a Modena Palapanini in occasione dell'incontro di preghiera organizzato dalla "Comunità Nuovi Orizzonti "di Chiara Amirante.
La prima parte inizia con la spiegazione della canzone "Se non ami", e successivamente spiega la realtà dei Cavalieri della Luce dei quali lo stesso cantante è membro.

La seconda parte è maggiormente incentrata sull'esperienza di Medjugorje.

Buona visione!!!







sabato 23 maggio 2009

Karol Santo Subito


La santità di Giovanni Paolo II non si discute, e chi come il sottoscritto ha potuto toccare con mano la potenza d'intercessione di questo santo pontefice non può fare a meno di auspicare una rapida conclusione dei processi di beatificazione.

Forse non tutti sanno che il noto padre Amorth fa spesso ricorso all'intercessione di Giovanni Paolo II sui demonopatici ottenendo reazioni violentissime da parte degli spiriti immondi che rinfacciano puntualmente al caro vecchio Karol di aver tolto dalle loro grinfie un grandissimo numero di giovani. Parole udite più volte con le mie orecchie.

Nonostante ciò qualche teologo ai Processi ha sollevato obiezioni e difficoltà.
Volete un esempio?
Tanto per cambiare il cardinale Carlo Maria Martini, di cui tanto si parla in questi giorni, arcivescovo emerito di Milano, si è espresso criticamente (te pareva...) lamentando l’eccessiva esposizione mediatica di Papa Wojtyla con i suoi viaggi internazionali, che avrebbe finito – a detta del prelato – per mortificare le Chiese locali.
Pensate se Pietro e Paolo avessero curato la sola chiesa di Gerusalemme e non avessero viaggiato in giro per mezzo mondo, evangelizzando tutte le genti secondo il mandato di Gesù e senza prendendersi a cuore ogni comunità fondata!

Lascio a voi trarre le conclusioni in merito a queste affermazioni...


Novena allo Spirito Santo - 2 giorno


"Non c’è dunque nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù. Poichè la legge dello Spirito che dà vita in Cristo Gesù ti ha liberato dalla legge del peccato e della morte" (Rm 8,1-2).

Spirito del Signore e celeste donatore, con la più profonda umiltà, ma anche con tutta la potenza dei miei ardenti desideri, chiedo i tuoi santi doni, particolarmente la sapienza e la pietà.

Accresci in me questi doni fino al loro sviluppo completo affinché l’anima mia sia docile ed obbediente a Te, Maestro interiore, ed io viva abitualmente dei tuoi doni e nella contemplazione intima e soave di Te e di tutta la Trinità.

- 3 Gloria al Padre

venerdì 22 maggio 2009

Novena allo Spirito Santo - 1 giorno


1° Giorno

"Hai compassione di tutti, perché tutto tu puoi, non guardi ai peccati degli uomini, in vista del pentimento. Poiché tu ami tutte le cose esistenti e nulla disprezzi di quanto hai creato; se avessi odiato qualcosa non l’avresti neppure creata. Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non vuoi? O conservarsi se tu non l’avessi chiamata all’esistenza? Tu risparmi tutte le cose, perché tutte sono tue, Signore, amante della vita, poiché il tuo Spirito incorruttibile è in tutte le cose. Per questo tu castighi poco alla volta i colpevoli e li ammonisci ricordando loro i propri peccati, perché, rinnegata la malvagità, credano in te, Signore." (Sap.11,23-26; 12,1-2)

Spirito Santo, dono di Dio all’anima mia, io resto assalito dall’emozione e dall’ammirazione, pensando a Te. Non trovo nulla che possa dire la felicità intima che provo, sapendoti mio ospite dolcissimo e vita divina in me.

Come acque inondanti, l’anima mia è sopraffatta dalla quiete, dall’amore, dalla contemplazione saporosa di Te.

Io sono come attonito dinanzi a tanta degnazione; penso alla tua bellezza, stupenda oltre ogni dire e immaginare; penso alla tua inesauribile ricchezza di grazia, di doni, di virtù, di frutti e beatitudini.

Penso alla tua tenera bontà, che Ti spinge ad abitare in me. Tu hai tutto, Tu puoi tutto, Tu mi puoi dare tutto. Sono in uno stato di ammirazione commossa, nonostante la mia miseria, che mi fa essere l’ultimo della terra.

Ti benedico, Ti adoro, Ti ringrazio, Ti chiedo tutto. Dammi tutto, o Spirito Santo!

- 3 Gloria al Padre

Spot Renault pro divorzio


Definire vergognosa l'ultima pubblicità della Renault Scenic 2009 è poco...



Un uomo racconta con disinvoltura e serenità la sua vita, quasi fosse una bella favoletta.
I tre matrimoni, i quattro figli dalle mogli, ed il quinto avuto da un rapporto occasionale...
C'è posto per tutti nella nuova Scenic, per ogni tipo di famiglia...anche per quella descritta, la famiglia sulfurea!

"La pubblicità da' l'impressione che sia normale cambiare moglie quattro volte, come è normale conservare una Renault. Cambiare auto, anche se è una Renault, non ha conseguenze particolari. Invece, le conseguenze in caso di divorzio, con bambini abbandonati, sono ben diverse"
(Mons. Fihey, vescovo di Coutances e d' Avranches, in Normandia)

La barca della Chiesa...


Quando ho letto il titolo dell'ultimo libro di Martini-Verzè, ho pensato al celebre sogno profetico di don Bosco delle due colonne.
C'erano un numero innumerevoli di navi da battaglia che cercavano di affondare la grande nave della Chiesa...Sono i nostri tempi.
La nostra salvezza? Nelle due colonne.
Vale sempre la pena rinfrescare la memoria...Buona lettura!


Pubblichiamo il racconto di un celebre sogno di S. Giovanni Bosco, riguardante gli attacchi al Papa e alla Chiesa (30 maggio 1862).

‹‹Figuratevi di essere con me sulla spiaggia, o meglio sopra uno scoglio isolato, e di non vedere attorno a voi altro che mare. In tutta quella vasta superficie di acque si vede una moltitudine innumerevole di navi ordinate a battaglia, armate di cannoni e cariche di fucili, di armi di ogni genere, di materie incendiarie e anche di libri. Esse si avanzano contro una nave molto più grande e alta di tutte, tentando di urtarla, di incendiarla e di farle ogni guasto possibile.
A quella maestosa nave, arredata di tutto punto, fanno scorta molte navicelle che da lei ricevono ordini. Ma il vento è loro contrario e il mare agitato sembra favorire i nemici.

In mezzo all’immensa distesa del mare si elevano dalle onde due robuste colonne, altissime, poco distanti l’una dall’altra. Sopra di una vi è la statua della Vergine Immacolata, ai cui piedi pende un largo cartello con questa iscrizione: “Aiuto dei Cristiani”; sull’altra, che è molto più alta e grossa, sta un’ostia di grandezza proporzionata alla colonna, e sotto un altro cartello con le parole: “Salvezza dei credenti”.

Il comandante supremo della grande nave, che è il Romano Pontefice, vedendo il furore dei nemici e il mal partito nel quale si trovano i suoi fedeli, convoca intorno a sé i piloti delle navi secondarie per tenere consiglio e decidere sul da farsi.

Tutti i piloti salgono e si adunano intorno al Papa. Tengono consesso, ma infuriando sempre più la tempesta, sono rimandati a governare le proprie navi. Fattasi un po’ di bonaccia, il Papa raduna intorno a sé i piloti per la seconda volta, mentre la nave capitana segue il suo corso. Ma la burrasca ritorna spaventosa.
Il Papa sta al timone e tutti i suoi sforzi sono diretti a portare la nave in mezzo a quelle due colonne, dalla sommità delle quali tutto intorno pendono molte àncore e grossi ganci attaccati a catene.

Le navi nemiche tentano di assalirla e farla sommergere: le une con gli scritti, con i libri, con materie incendiarie, che cercano di gettare a bordo; le altre con i cannoni. Il combattimento si fa sempre più accanito; ma inutili riescono i loro sforzi: la grande nave procede sicura e franca nel suo cammino. Avviene talvolta che, percossa da formidabili colpi, riporta nei suoi fianchi larga e profonda fessura, ma subito spira un soffio dalle due colonne e le falle si richiudono e i fori si otturano.

Frattanto i cannoni degli assalitori scoppiano, i fucili e ogni altra arma si spezzano, molte navi si sconquassano e si sprofondano nel mare. Allora i nemici, furibondi, prendono a combattere ad armi corte: con le mani, con i pugni e con le bestemmie.

A un tratto il Papa, colpito gravemente, cade. Subito è soccorso, ma cade una seconda volta e muore. Un grido di vittoria e di gioia risuona tra i nemici; sulle loro navi si scorge un indicibile tripudio.

Senonché, appena morto il Papa, un altro Papa sottentra al suo posto. I piloti radunati lo hanno eletto così rapidamente che la notizia della morte del Papa giunge con la notizia della elezione del suo successore. Gli avversari cominciano a perdersi di coraggio.

Il nuovo Papa, superando ogni ostacolo, guida la nave in mezzo alle due colonne, quindi con una catenella che pende dalla prora la lega a un’ancora della colonna su cui sta l’Ostia, e con un’altra catenella che pende a poppa la lega dalla parte opposta a un’altra àncora che pende dalla colonna su cui è collocata la Vergine Immacolata.

Allora succede un gran rivolgimento: tutte le navi nemiche fuggono, si disperdono, si urtano, si fracassano a vicenda. Le une si affondano e cercano di affondare le altre, mentre le navi che hanno combattuto valorosamente con il Papa, vengono anch’esse a legarsi alle due colonne. Nel mare ora regna una grande calma».

A questo punto Don Bosco interroga Don Rua:
— Che cosa pensi di questo sogno?
Don Rua risponde:
— Mi pare che la nave del Papa sia la Chiesa, le navi gli uomini, il mare il mondo. Quelli che difendono la grande nave sono i buoni, affezionati alla Chiesa; gli altri, i suoi nemici che la combattono con ogni sorta di armi. Le due colonne di salvezza mi sembra che siano la devozione a Maria e al Sacramento del l’Eucaristia.
— Hai detto bene — commenta Don Bosco —; bisogna soltanto correggere una espressione. Le navi dei nemici sono le persecuzioni. Si preparano gravissimi travagli per la Chiesa. Quello che finora fu, è quasi nulla rispetto a quello che deve accadere. Due soli mezzi restano per salvarsi fra tanto scompiglio: Devozione a Maria, frequente Comunione.

La carezza del Nazareno


Un ottimo articolo di Antonio Socci, sul delirio dei nostri tempi, sulla sete di verità e l'illusione dei surrogati che non bastano mai!
Grande Antonio!

tratto dall'articolo di Antonio Socci
IL CASO BERLUSCONI, L’ABISSO DEL NULLA E LA CAREZZA DEL NAZARENO…

Da “Libero” 9 maggio 2009

[...]Più proclamano che esiste solo “l’io e le sue voglie” e che ogni desiderio deve diventare diritto garantito per legge, più siamo terrorizzati dall’invecchiamento, dalla malattia e dalla prospettiva della morte. Morte che non è un evento del futuro, ma che sconti vivendo, ogni giorno, nella decadenza del tuo corpo e nella fragilità della tua psiche: nella tragicità della condizione umana. Non c’è destra e sinistra qui. L’anima di tutti s’impiglia in questa solitudine e in questi rovi della foresta oscura. Così siamo tutti moralisti immorali. I giudizi sugli altri sono farisaici, ipocriti perché così fan tutti, ma le giustificazioni del tipo “così fan tutti” sono maleodoranti e malvestite. Eludono il problema. E’ comodo essere corrivi. Della condizione umana non sappiamo più parlare. Della nostra condizioni di moderni.

E’ stato detto in questa tempesta: “come una persona che non sta bene”. Nessuno di noi sta bene. Pochissimi stanno bene con se stessi e sono pieni di pace e di gioia. Sono persone speciali di cui i mass media in genere non si occupano.

Ma fra questi pochi ci sono anche personaggi conosciuti: padri e maestri così sono stati per esempio, per la nostra generazione, don Luigi Giussani, Karol Wojtyla (come pure Joseph Ratzinger) o un monaco come don Divo Barsotti.

Ho fra le mani un libro su di lui, “Sull’orlo di un duplice abisso”. Leggo questo suo pensiero che spiega perché ci aggrappiamo furiosamente alle cose, perché ci avventiamo disperatamente sulla carne del mondo:

“Nel buddismo l’uomo che si appoggia alle cose è paragonato a un uomo che precipita giù per un precipizio che sprofonda nel mare, trova un ciuffo d’erba e ci si attacca: sotto c’è l’abisso, sopra non può più salire. Ma attaccato a questo ciuffo d’erba c’è un topo che rosicchia le radici dell’erba: vi immaginate il terrore dell’uomo che sta per precipitare giù in questo abisso? Ecco” proseguiva don Barsotti “l’uomo vive questo. Noi cerchiamo di dimenticarlo ma viviamo questo, perché c’è la morte e, nella morte, questo abisso che è come il nulla. Invece, ecco Dio: Lui ti porta sulle sue ali. C’è l’abisso – sì, anche quando c’è Dio c’è l’abisso – ma tu sei portato sulle ali dell’aquila… Ecco la vita dell’anima: si vola sopra gli abissi e si va verso Dio, come l’aquila va verso il sole”.


Tutta la nostra vita (a cominciare dai nostri peccati) grida questo desiderio del Sole, questo bisogno di significato che ci sottragga all’abisso del nulla. Siamo mendicanti del senso dell’esistenza e dell’amore, cioè abbiamo una sete inestinguibile di Dio. Oggi sui media dilaga un freudismo da quattro soldi secondo cui Dio sarebbe una sublimazione del sesso. Ma l’evidenza della realtà dice esattamente l’opposto. Il sesso, il potere e il possesso: sono loro i surrogati a cui chiediamo di farci dimenticare la morte e tutti i suoi preavvisi, come l’invecchiamento. E’ l’ossessione del sesso e del possesso che ci serve a esorcizzare il nostro limite, la nostra paura, la nostra incertezza di esistere, il nostro inappagato desiderio di essere amati, voluti, la nostra sete di felicità. Cioè la nostra fame di Dio.

La prova è che quei surrogati non ci bastano mai. Anzi, siamo sempre più scontenti e agitati. Il vero desiderio che ci abita, fin dentro a tutte le nostre fibre, l’unico bisogno assoluto che abbiamo e che è inestirpabile e inestinguibile è Dio, perché noi siamo fatti per l’infinito, per una felicità senza limiti e tutto ci lascia insoddisfatti. Diceva sant’Agostino, che era stato un gran peccatore carnale: “O Signore, ci hai creai per te, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in Te”.a per il sottile [...]

La stessa barca? Non mi sembra proprio...


Un interessante articolo di Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro mette in luce le inquietanti rivelazioni contenute nel nuovo libro "Siamo tutti sulla stessa barca" firmato dal Cardinal Martini e da don Luigi Verzè. Altro che sulla stessa barca... Preferisco rimanere sulla barca di Pietro, salda, compatta, attaccata, ma sicura. Quanto a lor signori, liberissimi di imbarcarsi con Caronte per altre mete più tropicali.


La chiesa “alternativa” di Martini e don Verzé

Siamo tutti sulla stessa barca è il libro firmato dal cardinale Carlo Maria Martini, già arcivescovo di Milano, e da don Luigi Verzé, fondatore dell’Ospedale San Raffaele e rettore dell’Università Vita-Salute. Siamo tutti sulla stessa barca, dice il titolo del libro. Qualcuno ci spieghi se è quella di Pietro…

di Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro

Libero, 20 maggio 2009


La pillola anticoncezionale? Spesso è giocoforza che vada consigliata e fornita.
L’etica cristiana? Incongruente, da rifare.
I divorziati risposati? Basta fisime clericali.
Il celibato ecclesiastico? Una finzione, buttiamolo a mare.
I vescovi? Li elegga il popolo di Dio.

Tutto ciò fermandosi solo alle anticipazioni di Siamo tutti sulla stessa barca (Editrice San Raffaele, pp. 96, euro 14,5) libro in uscita oggi e anticipato ieri dal Corriere della Sera, firmato dal cardinale Carlo Maria Martini, già arcivescovo di Milano, e da don Luigi Verzé, fondatore dell’Ospedale San Raffaele e rettore dell’Università Vita-Salute.
Sarebbe interessante sapere che cosa pensano di queste tesi le autorità preposte alla salvaguardia della dottrina cattolica. Perché è venuto il momento di dire se, in materia di dottrina e di morale, i fedeli sono tutti uguali e devono accettare tutti le stesse regole o se, invece, c’è qualcuno più uguale degli altri.

Contraltare del Papa

Il cattolico medio non può ignorare che se il Papa si pronuncia su un tema, subito spunta il cardinale Martini a fare da contraltare. Il Papa scrive un libro su Gesù? Lui l’avrebbe fatto meglio. Il Papa liberalizza la Messa in latino? Lui non avrebbe suscitato perniciose nostalgie.
Il Papa ribadisce il primato di Pietro? Lui si appella alla collegialità. I
l Papa prende atto degli scivoloni del Vaticano II? Lui convoca il Vaticano III.

Così come non può ignorare che don Verzé ha riempito la sua università di nomi come Massimo Cacciari, Roberta De Monticelli, Vito Mancuso, Salvatore Natoli, Emanuele Severino, Edoardo Boncinelli: il meglio del pensiero anticattolico sulla piazza.

Del resto, don Verzé è l’inventore di un’inedita dottrina simil-cattolica grazie alla quale si è auto-autorizzato a praticare nel suo ospedale la fecondazione artificiale omologa condannata dalla Chiesa.

Lo ha fatto con una decisione del comitato etico del San Raffaele e poco gli importa di essere stato smentito dalla Congregazione per la dottrina della fede. Senza dimenticare che, in piena bagarre sul caso Englaro, don Verzé rivelò di aver tolto la spina ad un amico attaccato a un respiratore artificiale. «Col pianto nel cuore», ma lo fece.

Due come il cardinale Martini e don Verzé sembrano fatti apposta per incontrarsi. E potrebbe stupire che, per anni, la curia martiniana abbia fatto la guerra al san Raffaele e al suo fondatore. Ma si trattava di questioni politiche e non teologiche. Perché sul metodo del dubbio applicato al dogma e sulla teoria delle “zone grigie” applicata alla morale messi a punto da Martini, don Verzé ci va a nozze. Tanto che, nel 2006, la sua università ha conferito la laurea honoris causa al porporato.

E così ecco spiegato il presente libro, nel quale il fondatore del San Raffaele parla con rammarico di «un’etica ecclesiastica imposta».
Poi dice «che anche ai sacerdoti dovrebbe essere presto tolto l’obbligo del celibato» e annuncia che l’ora della democrazia nella Chiesa suonerà con l’elezione diretta dei vescovi. «La Chiesa cattolica è troppo lontana dalla realtà, e le fiumane di gente, quando arriva il Papa, hanno più o meno il valore delle carnevalate».

Un nuovo concilio

Don Verzé va giù di vanga, e allora Martini interviene con il fioretto ad allargare il solco. «Oggi ci sono non poche prescrizioni e norme che non sempre vengono capite dal semplice fedele».

Caro don Luigi, ha proprio ragione lei, qui bisogna cambiare tutto, che orrore quelle fiumane di gente ignorante e impreparata, avrà mai seguito almeno una lezione della Cattedra dei non credenti?

Con studiata ritrosia, il cardinale conferma tutto. Senza dimenticare che, per rimettere un po’ d’ordine, «non basta un semplice sacerdote o un vescovo. Bisogna che tutta la Chiesa si metta a riflettere su questi casi». Insomma, un altro Concilio.
Siamo tutti sulla stessa barca, dice il titolo del libro.
Qualcuno ci spieghi se è quella di Pietro.


I'm Back!


Missione Compiuta, o meglio missione iniziata... Un piccolo fuoco è stato acceso, ora toccherà alle fiammelle alimentarsi di nuovo ossigeno per infiammare d'amore il paese. Abbiamo visto miracoli... Giovani lontani da Dio riaccostarsi in Chiesa e manifestare quell' entusiasmo che da troppo tempo ormai avevano perduto. Ci sarebbero tante belle storie da raccontare...
Vi terrò aggiornati!

Nel frattempo ringrazio il Signore e voi tutti per le preghiere che mi/ci hanno sostenuto in questi giorni!

W Gesù!

martedì 5 maggio 2009

In Missione...


Carissimi,
per circa 20 giorni sarò fuori per una missione popolare con i miei confratelli. Il Paese in cui andremo sarà letteralmente invaso da 11 tonache nere svolazzanti per le vie...
Naturalmente non potrò aggiornare il Blog.
Dovrete pazientare fino al mio rientro previsto per il 24-25 di Maggio...
Vi chiedo di accompagnare me ed i miei confratelli con fervorose preghiere affinchè il Signore operi attraverso noi miseri strumenti le sue meraviglie! Ci conto...
A presto!

Tempo di saldi al supermarket della fede


Ci avviamo a un’epoca cari amici, in cui il bene prezioso della fede è messo alla prova. Molti perdono la fede, ma questo non è certamente l’unico problema. Il dramma della fede perduta, il dramma di coloro che volgono le spalle al Cristo è un dramma grave e doloso; ma oggi la fede è sottoposta a un’altra prova non meno difficile e ciò le possibilità di aderire a una falsa fede. Infatti oggi c’è una diffusa tendenza al soggettivismo: la fede cristiana viene limitata ad alcune verità selezionate, altre verità si scelgono e si ricavano da altre fedi religiose; le religioni vengono presentate tutte come vie di salvezza di pari valore, tutte uguali, ed è in atto il tentativo di allestire una sorta di “supermarket” delle religioni. In questo clima spirituale, anche il cattolico, invece di ritenere la sua fede come l’unica vera fede e la sua Chiesa, la Chiesa Cattolica, come l’unica vera Chiesa, può essere spinto a selezionare le verità dal “supermarket” religioso e a prendere soltanto quelle che gli fanno comodo. Scegliere e decidere soggettivamente le verità religiose in cui credere è un altro modo di naufragare nella Fede.

( dal DIES IRAE I giorni dell’Anticristo di padre Livio Fanzaga)

lunedì 4 maggio 2009

Frosinone: malata di sclerosi multipla guarisce a Lourdes


fonte Sussidiario.net

«Sento qualcosa, la gamba non mi fa più male» e ha gettato il bastone con cui si aiutava da 20 anni a camminare perché malata di sclerosi multipla, davanti a centinaia di pellegrini malati che come lei erano andati a Lourdes per invocare la guarigione miracolosa.

È il racconto fatto da una volontaria, la presidente dell'Associazione italiana per la sclerosi multipla di Frosinone Paola Amicizia, che aveva accompagnato un gruppo di malati, tra i quali la donna che avrebbe ricevuto il miracolo dalla Madonna di Lourdes, Rosa Mollica, di 50 anni, una casalinga di Ripi, un paese in provincia di Frosinone.

A Lourdes la donna aveva partecipato alle messe e ai rosari dei malati nella grotta dove la Madonna era apparsa a santa Bernardette e si era bagnata nell'attigua vasca d'acqua ritenuta miracolosa.

Ora i medici del centro sanitario della città pireanica stanno esaminando tutta la certificazione che la donna di Ripi aveva con sé per stabilire se la guarigione ci sia stata e avviare l'iter per stabilire se miracolosa. Di certo Rosa Mollica venerdì, racconta chi era con lei nel pellegrinaggio, a Frosinone è scesa dal treno con le sue gambe e senza più bastone.


Non lasciatevi inquinare dal mondo!


Alcuni estratti dall'Omelia di Benedetto XVI in occasione dell'ordinazione presbiterale di 19 diaconi Domenica 3 Maggio 2009. Da lungo tempo non sentivo più parlare di "mondo" alla maniera giovannea. Parole illuminanti...

Articolo Completo - qui

(...)
Gesù ha sperimentato su di sé il rifiuto di Dio da parte del mondo, l’incomprensione, l’indifferenza, lo sfiguramento del volto di Dio. E Gesù ha passato il "testimone" ai discepoli: "Io – confida ancora nella preghiera al Padre – ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro" (Gv 17,26). Perciò il discepolo – e specialmente l’apostolo – sperimenta la stessa gioia di Gesù, di conoscere il nome e il volto del Padre; e condivide anche il suo stesso dolore, di vedere che Dio non è conosciuto, che il suo amore non è ricambiato. Da una parte esclamiamo, come Giovanni nella sua prima Lettera: "Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!"; e dall’altra con amarezza constatiamo: "Per questo il mondo non ci riconosce: perché non ha conosciuto lui" (1 Gv 3,1). E’ vero, e noi sacerdoti ne facciamo esperienza: il "mondo" – nell’accezione giovannea del termine – non capisce il cristiano, non capisce i ministri del Vangelo. Un po’ perché di fatto non conosce Dio, e un po’ perché non vuole conoscerlo. Il mondo non vuole conoscere Dio e ascoltare i suoi ministri, perché questo lo metterebbe in crisi.

Qui bisogna fare attenzione a una realtà di fatto: che questo "mondo", sempre nel senso evangelico, insidia anche la Chiesa, contagiando i suoi membri e gli stessi ministri ordinati. Il "mondo" è una mentalità, una maniera di pensare e di vivere che può inquinare anche la Chiesa, e di fatto la inquina, e dunque richiede costante vigilanza e purificazione. Finché Dio non si sarà pienamente manifestato, anche i suoi figli non sono ancora pienamente "simili a Lui" (1 Gv 3,2). Siamo "nel" mondo, e rischiamo di essere anche "del" mondo. E di fatto a volte lo siamo. Per questo Gesù alla fine non ha pregato per il mondo, ma per i suoi discepoli, perché il Padre li custodisse dal maligno ed essi fossero liberi e diversi dal mondo, pur vivendo nel mondo (cfr Gv 17,9.15). In quel momento, al termine dell’Ultima Cena, Gesù ha elevato al Padre la preghiera di consacrazione per gli apostoli e per tutti i sacerdoti di ogni tempo, quando ha detto: "Consacrali nella verità" (Gv 17,17).
(...)

Steve K. Ray un apologeta americano convertito dal protestantesimo


fonte Zenit.org

ROMA, mercoledì, 29 aprile 2009 (ZENIT.org) – Da accanito avversario della Chiesa Cattolica a suo convinto sostenitore e difensore. Nato e battezzato nella chiesa battista, Steve K. Ray si è convertito quindici anni fa al cattolicesimo, divenendo nel giro di qualche tempo uno dei più noti apologeti e conferenzieri americani.

Autore di numerosi libri e documentari a sostegno delle verità della Chiesa di Roma, Ray è curatore del sito web www.catholicconvert.com.

La scorsa settimana, dal 20 al 24 aprile, Steve K. Ray è stato ospite dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum (APRA) dove ha tenuto il corso intensivo di apologetica “Le ragioni della fede”, realizzato in collaborazione con il Centro Pascal e l’Istituto Sacerdos.

ZENIT lo ha intervistato a conclusione della sua trasferta romana.
Mr. Ray, quali sono stati i contenuti e le finalità del suo corso?

Ray: Sin dal momento della mia conversione mi sono sempre trovato dinnanzi al confronto tra Chiesa cattolica e Chiese protestanti. Mi rendevo conto della necessità di argomentare, di fornire buone ragioni alla mia scelta. Quando padre Alfonso Aguilar LC (coordinatore del corso, ndr) mi ha proposto di tenere il corso di apologetica “Le ragioni della fede”, ho accettato con molto entusiasmo. Il corso, pur aperto a tutti, è indirizzato soprattutto ai seminaristi di nazionalità statunitense e messicana che studiano teologia all’APRA: quando costoro torneranno in patria da sacerdoti dovranno confrontarsi con le argomentazioni e le critiche dei battisti, degli evangelici e delle varie sette. Chi porta avanti missioni cattoliche in Usa o in Messico corre il rischio inevitabile di essere attaccato per la sua fede. Quindi l’obiettivo del mio corso è stato quello di parlare a questi uomini, soprattutto in vista del loro futuro apostolato nei loro paesi d’origine. Rafforzare la fede di un sacerdote è fondamentale poiché la sua predicazione può cambiare la mente e il cuore di centinaia, anche migliaia di fedeli. I miei corsi e le mie conferenze hanno quindi soprattutto lo scopo di fornire ‘armi e munizioni’ per i futuri sacerdoti e per i cattolici in generale.

Ci vuole raccontare la storia della sua conversione?

Ray: Ho sempre creduto in Gesù e nella cristianità e ho sempre letto e amato la Bibbia, tuttavia vedevo il cattolicesimo come fumo negli occhi. Non riuscivo davvero a trovare nulla di buono nella Chiesa di Roma: per me il Papa era l’Anticristo. Durante le mie conferenze sono solito dire che la Chiesa Cattolica era per me una splendida quercia coperta da una cortina di fumo, quindi invisibile alla mia vista. Diventai cattolico quando mi resi conto delle contraddizioni che dilaniavano la stessa comunità protestante: nessuno di loro era d’accordo su come andava interpretata la Bibbia, nessuno era in grado di dire quale fosse l’autentico messaggio delle Sacre Scritture, non c’era nessun vero maestro tra loro, soltanto molte opinioni differenti con relative diatribe e divisioni. Inoltre nelle Chiese evangeliche c’è solo la predicazione e manca l’Eucaristia. Non mi ero mai reso conto che l’unica vera interpretazione della Bibbia era patrimonio della Chiesa Cattolica. L’altro mio dilemma era di carattere morale: ci sono Chiese evangeliche che accettano il divorzio, l’aborto e la contraccezione, per cui se tu accetti questi principi puoi unirti a loro… Tutta questa confusione etica e dottrinale mi rendeva infelice e frustrato.

Fino a quando uno dei miei migliori amici si convertì al cattolicesimo, dopo essere stato a lungo un predicatore protestante, popolare anche al pubblico radiofonico. Iniziai perciò a polemizzare con lui, argomentando l’erroneità della sua scelta. “Convertirti al cattolicesimo è la cosa più stupida che potevi fare – gli dissi – sei troppo in gamba per diventare cattolico”. Tuttavia, più argomentavo e riflettevo, più mi rendevo conto che la Chiesa Cattolica era dalla parte giusta.

Da bambino mi dicevano sempre che la chiesa delle origini era in un certo senso protestante; tuttavia quando ebbi il piacere di leggere le opere dei padri della chiesa (Sant’Ignazio d’Antiochia, San Policarpo e molti altri) mi resi conto che erano davvero cattolici. Ciò mi rese sbigottito e mi mise in crisi. Avevo sempre amato e idealizzato la chiesa delle origini, pertanto avvertivo una contraddizione nella mia appartenenza alla chiesa battista. La mia conversione non fu accettata dai miei amici e con la maggior parte di loro ruppi ogni legame. Mia moglie Janet, che ha fatto il mio stesso cammino, ha avuto gli stessi problemi. Sia io che lei abbiamo litigato con le rispettive famiglie e Janet non ha parlato con suo padre per un anno. La mia conversione ha una data precisa: 1 gennaio 1994. Quel giorno mi misi a leggere la Bibbia e, dopo averla chiusa, con le lacrime agli occhi mi dissi: “sono un cattolico”. La cosa incredibile è che fino a quel giorno non ero mai entrato in una chiesa cattolica, né avevo mai conosciuto alcun sacerdote cattolico. È stata una vera grazia dal Cielo. La più bella cosa che mi sia capitata nella vita, insieme all’aver sposato Janet.

Che differenze nota tra la fede degli americani e la fede degli europei, in particolare degli italiani?

Ray: Le differenze sono notevoli. Gli Stati Uniti rimangono un paese molto religioso, in cui la spiritualità è sempre molto forte. La maggioranza della popolazione crede in Dio e in Gesù Cristo, legge la Bibbia, pur essendoci, anche da noi, una buona percentuale di atei, laicisti e intellettuali che rifiutano la fede. La divisione tra cattolici e protestanti è però altrettanto marcata. In altre parti del mondo questa divisione è meno accentuata: in Turchia, ad esempio, i cristiani sono una piccolissima minoranza e questo favorisce una maggiore solidarietà tra le diverse chiese. Negli Usa i cristiani sono numerosissimi ma assai evidenti sono le dispute e le divisioni al loro interno. In Europa la lacerazione più palese è quella tra laicisti e intellettuali ‘postmoderni’ da un lato e Chiesa Cattolica dall’altro. Anche tra i cattolici stessi sussistono grosse differenze tra i cattolici ‘liberal’ e i cattolici obbedienti al Papa. L’Italia va comunque rievangelizzata: un tempo è stata un paese indubbiamente cattolico ma, anche da voi, la miscredenza e il secolarismo hanno preso piede. C’è chi dice di essere cristiano senza comportarsi come tale. C’è gente che va ad ascoltare il Papa e ad applaudirlo ma, verosimilmente, dissente dall’insegnamento del Santo Padre, approvando l’aborto e la contraccezione, vivendo per il denaro e per i piaceri del mondo. Ovviamente questo è un discorso che vale anche per l’America…

Ci troviamo a Roma, capitale della cristianità, una città carica di simboli, il cui suolo è stato santificato dal sangue dei martiri. Cosa rappresenta per lei, americano e cattolico, questa terra?

Ray: Venni per la prima volta a Roma da protestante, interessandomi solo della storia e dell’arte. La Chiesa Cattolica mi era indifferente, non mi interessavano i suoi simboli religiosi, per me erano pura idolatria. Tutt’altra cosa fu il mio primo pellegrinaggio da cattolico: ogni opera d’arte mi sembrava estremamente ricca, bella ed elegante. Pensare a Roma, per me, è pensare a tutta l’opera degli apostoli, una linea ininterrotta di tradizioni indissolubilmente legata a ciò che credo. Quando vengo a Roma penso a San Pietro e San Paolo, qui martirizzati e sepolti, penso al sangue dei martiri che zampilla ovunque e ha dato vita a nuove generazioni di cristiani. In questa tradizione vedo anche le mie radici. Le chiese, le statue, gli affreschi, le opere d’arte di questa città sono un segno di quanto bella sia la Chiesa Cattolica. La Chiesa è una casa per filosofi, artisti, musicisti ma è in fondo la casa di tutti noi. Ogni volta che vengo qui a Roma ho la sensazione di immergermi in un bagno caldo, di ‘affondare’ nella mia storia personale.

venerdì 1 maggio 2009

Santa Gemma Galgani, l'anima vittima



«Gemma, coraggio! Ti aspetto al Calvario: è verso quel monte che sei diretta».

E’ alla luce di questa profezia di Gesù che ci è possibile comprendere almeno in parte la storia della mistica via crucis che Gemma inizia a percorrere a partire dalla sua infanzia. Un cammino doloroso che caratterizza l’intero arco della sua esistenza terrena, fatta di una quotidianità fondata sulla coesistenza di apparenti opposti: dolore e amore, gioia e sofferenza, buio ed estasi. Sentimenti diversi trasformati in amore nel crogiuolo della Passione di Cristo.

«(…) Quanto più vorrei essere sciolta, tanto più mi sento stretta stretta e legata al nodo di Gesù. Più che posso, nel mondo cerco di lasciare ogni cosa, ma invece trovo tutto; fuggo tutti i piaceri della vita, e trovo invece un piacere tanto tanto grosso, che mi fa contenta tutta. Brucio continuamente, e vorrei sempre più bruciare; soffro e vorrei sempre più soffrire… desidererei vivere, desidererei morire… Glielo dico chiaro: quel che desidero e voglio, non lo so neppure io… Cerco r non trovo, ma poi non so che cerco… amo poco, vorrei amare tanto di più il mio… Sento di amare, ma chi amo non l’intendo, non lo capisco… Ma nella mia tanta ignoranza sento che vi è un Bene immenso, un bene grande. E’ Gesù…».

Il Signore abitua progressivamente Gemma ad un “mondo capovolto” in cui alla linearità degli eventi naturali si sostituisce lo straordinario, l’inconsueto.
Chi si sofferma sulla figura di questa santa con lo sguardo critico del razionalista legato alla logica lineare del mondo, non può comprendere, resta confuso, perplesso dinnanzi allo scandalo della croce.
Gemma si trova in una dimensione densa di trascendenza, sospesa tra cielo e terra, crocifissa con il Crocifisso, trafitta col suo amato sposo Gesù. In lei, amore e dolore, si fondono confluendo come due oceani; è il mistero del verbum crucis che la nostra santa volutamente abbraccia in un duplice amen amoroso e doloroso che percorre un itinerario in tre tappe: prima il dolore amoroso, poi il dolore doloroso ed infine la notte oscura anticipatrice della Luce celeste.
Più si tenta di avvicinare tale misteriosa realtà che riempie le ore, i giorni, le notti di Gemma più si sprofonda in una dimensione che illuminando acceca, come accade a chi guardando il sole ne rimane abbagliato.

Il tirocinio della croce nella vita della giovane santa inizia precocemente, fin da piccina il Signore l'andava preparando e l'aspet¬tava al solenne appuntamento della mistica crocifissione. Lo si desume dall’incredibile susseguirsi di vicende dolorose: la morte della mamma (1886), del fratello Gino (1894), del babbo (1897), l'operazione al piede (1896), la malattia mortale da cui fu prodigiosamente guarita (1898-1899), e ancora il sequestro della farmacia paterna, il dolore per le umiliazioni subite a causa delle ripetute visite dei medici, le incomprensioni, le derisioni ed infine le accuse di isteria. A queste sofferenze conformi alla natura umana, seguono quelle sovrannaturali, il dolore per i suoi peccati, per quelli dell’umanità, la stigmatizzazione, la coronazione di spine, la trafittura del costato, i flagelli invisibili che le rigavano il corpo, la copiosa emissione di sangue dalla bocca e talvolta dagli occhi, le vessazioni diaboliche, le aridità dell’ultimo periodo di vita.

Nonostante ciò, scorrendo le righe all’apparenza semplici dell’Autobiografia, squillanti di pene divine, si rimane estasiati dal senso di profonda gioia che traspare, comunicato con una tenerezza quasi infantile che trasmette un forte senso di assoluto. Gemma non si pone i problemi dell’uomo moderno attanagliato dal pensiero relativista, lei conosce bene che una sola via conduce alla salvezza, la croce di Cristo.

Con gioia accetta la missione affidatale da Gesù, quella di partecipare alle sue stesse sofferenze, perché ha compreso, come santa Caterina da Siena, che il Cristo è stato tenuto sulla croce non dai chiodi, ma dall’amore e che pertanto coloro che vogliono seguirLo devono essere crocifissi con Lui per amore e dall’amore.

Questa identificazione con il Salvatore, questa cristificazione operante, trasforma il senso stesso della sofferenza, che non appare più come una realtà da fuggire ed allontanare, quanto piuttosto da accogliere ed abbracciare come elemento indispensabile. Gemma illuminata dal Signore sulla grandezza dell’opera redentrice che passa attraverso il mistero del dolore, chiede di poter soffrire e preferirebbe morire soffrendo piuttosto che vivere e non patire. La sofferenza diventa quindi fecondità, una fiamma che bruciando consuma ed illumina, trasformandosi in amore incarnato ed in amore donato.

Un grande insegnamento per la nostra società che continuamente tace sulla dialettica di dolore ed amore, che preferisce nascondere per non capire, rifugiandosi in un cieco positivismo. La scienza, chiamata in causa per trovare un rimedio definitivo al problema del dolore, si mostrerà sempre impotente di fronte alla realtà di un mistero che affonda le sue radici nella notte dei tempi. Solo la croce di Cristo può illuminarne il senso più profondo ed autentico.
E’ difficile piegare il capo al mistero del Venerdì Santo, eppure ogniqualvolta la sconvolgente verità della croce si ripete, sanguinante di dolore nel corpo e terrificante di dolore nello spirito, nella vita di anime elette come Gemma, qualcosa nella nostra vita inizia a cambiare.
Lo stigmatizzato, come testimone che attesta in sé stesso l’attualità della Passione di Cristo, è portatore di una singolare certezza, quella di una presenza viva del Salvatore nel mondo.
Un Dio vicino che, memore della sua promessa: «sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (cf. Mt. 28 20), non lascia l’uomo in balia di un cieco destino, dimostrandosi prodigo nella volontà di condurlo ad una partecipazione piena della sua gioia in cielo.
Quello di Gemma è dunque un messaggio di speranza, un grido innalzato dalla croce affinché “l’amore non amato” venga accolto e ricambiato.

“Dove sono, dove mi trovo? Chi è mai vicino a me? Senza nessun fuoco vicino mi sento bruciare; senza nessuna catena addosso, a Gesù mi sento stretta e legata; da cento fiamme mi sento tutta struggere, che mi fanno vivere e mi fanno morire. Soffro babbo mio, vivo e muoio continuamente; ma la vita mia con tante altre vite del mondo non la cambierei a nessun patto. Mai non sto ferma, vorrei volare, vorrei parlare, e a tutti vorrei gridare: Amate Gesù solo solo”.

Predicare oggi...


Vi presento alcuni estratti tratti dal recente Intervento di Padre Raniero Cantalamessa in occasione del Capitolo internazionale delle Stuoie di tutti i Francescani, nell’VIII Centenario dell’approvazione della Regola di S. Francesco. Sono parole riferite all'ordine francescano, ma facilmente estendibili a qualsiasi altro istituto... Buona lettura.


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In una mia predica alla Casa Pontificia feci una volta delle riflessioni che credo possono servire anche a noi qui. Nelle chiese protestanti, e specialmente in certe nuove chiese e sètte, la predicazione è tutto. Di conseguenza, è ciò a cui vengono avviati e in cui trovano naturale modo di esprimersi gli elementi più dotati. E' l'attività numero uno nella Chiesa. Chi sono invece quelli che sono riservati alla predicazione tra noi? Dove vanno a finire le forze più vive e più valide della Chiesa? Che cosa rappresenta l'ufficio della predicazione, tra tutte le possibili attività e destinazioni dei giovani preti? A me sembra di scorgere un grave inconveniente: che alla predicazione si dedichino solo gli elementi che rimangono dopo la scelta per gli studi accademici, per il governo, per la diplomazia, per l'insegnamento, per l'amministrazione.
Parlando alla Casa Pontificia dissi: bisogna ridare all'ufficio della predicazione il suo posto d'onore nella Chiesa; qui aggiungo: bisogna ridare all’ufficio della predicazione il posto d’onore nella famiglia francescana. Mi ha colpito una riflessione del de Lubac: "Il ministero della predicazione non è la volgarizzazione di un insegnamento dottrinale in forma più astratta, che sarebbe ad esso anteriore e superiore. E', al contrario, l'insegnamento dottrinale stesso, nella sua forma più alta" [11]. San Paolo, il modello di tutti i predicatori, certamente metteva la predicazione prima di ogni cosa e tutto subordinava ad essa. Faceva teologia predicando e non una teologia da cui lasciare poi che altri desumessero le cose più elementari da trasmettere ai semplici fedeli nella predicazione.

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Viviamo in una società in molti paesi diventata post-cristiana; la cosa più necessaria è aiutare gli uomini a venire alla fede, scoprire Cristo. Per questo non basta una predicazione morale o moralistica, occorre una predicazione kerigmatica che vada diritto al cuore del messaggio, annunciando il mistero pasquale di Cristo. Fu con questo annuncio che gli apostoli evangelizzarono il mondo pre-cristiano e sarà con esso che possiamo sperare di ri-evangelizzare il mondo post-cristiano.

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