mercoledì 29 giugno 2022

Libri cattolici da non perdere per vivere bene l'estate


Vi proponiamo una rassegna di testi scelti da noi per vivere bene questa estate


La scelta di Enea - Don Luigi Maria Epicoco (CLICCA QUI) 

È attualmente il libro cattolico più venduto. Un libro attuale, con riferimenti alla letteratura classica e moderna. Una lente attraverso la quale riflettere sul presente che “scarseggia di speranza e ha bisogno di guardare e di credere nella primavera in attesa sotto la neve dell’inverno che stiamo vivendo.” 


Le cronache del regno di Karnak - Daniele Curci (CLICCA QUI)  

Non possiamo fare a meno di consigliarvi il nostro primo libro. Un racconto in stile fantasy scritto con un linguaggio semplice e accattivante. Una volta iniziato non si può fare a meno di finirlo il prima possibile. Incastonate tra le pagine di questo racconto ci sono tante perle da meditare, riflessioni prodonde sul tema dell'eterna lotta tra bene e male, ma anche sul tema della Bellezza, dell'Amicizia e del Sacrificio. Per passare ore piacevoli sotto l'ombrellone o a bordo piscina.


Sì - Franco Nembrini (CLICCA QUI)

È l'ultimo libro del mitico Franco Nembrini e anche questa volta non delude le aspettative. Un testo profondissimo che spazia da un affresco di Dono Doni, alla Divina Commedia, alla Sagrada Familia di Gaudì per parlarci in modo meraviglioso della Beata Vergine Maria e San Giuseppe. Non vi deluderà!


In principio erano fratelli - Don Luigi Maria Epicoco (CLICCA QUI)  

Attraverso i fallimenti di alcuni fratelli di cui parlano le Sacre Scritture possiamo comprendere qualcosa di più sulle nostre relazioni. Perché non riesco a vedere l'altro come mio fratello? Se è vero che sbagliando si impara...Guardando questi esempi luminosi possiamo comprendere qualcosa di più sul tema della fraternità.


L'arte di guarire -  Don Fabio Rosini (CLICCA QUI)  

Il mitico Don Fabio affronta con nobile concretezza le dinamiche del combattimento spirituale. Un libro che funziona meglio delle medicine


I cinque linguaggi dell'amore -  Gary Chapman  (CLICCA QUI)  

Un grande classico, amatissimo. Un libro per chi vuole scoprire quali sono i gesti e gli atteggiamenti che fanno sentire il coniuge amato; per chi vuole conoscere in se stesso che cosa lo fa sentire amato; per chi ha il coraggio di ammettere che da solo non può farcela e che, per quanto ricco possa essere, ha bisogno di essere amato; per chi vuole sperimentare la forza ricreatrice del perdono; per chi, avendo la fede, vuole lasciarsi coinvolgere dalla potenza rigeneratrice del Vangelo.


«Farsi santi con ciò che c'è» - Don Luigi Maria Epicoco (CLICCA QUI)  

La chiamata alla santità nella vita familiare assomiglia a quella creatività che bisogna avere quando tornando a casa dopo una giornata di lavoro si apre il proprio frigorifero e si cerca di preparare la migliore cena possibile a partire da ciò che c’è dentro.


La tua vita e la mia - Don Alberto Ravagnani (CLICCA QUI)  

 Commovente fino alle lacrime di gioia. Per scoprire il vero senso della vita che sta nelle parole di Gesù : non c'è amore più grande di chi da la vita per i propri amici.... Il linguaggio è quello dei nostri giovani...Da non perdere!


Lo sguardo di Gesù. Pagine di misericordia  - Don Francesco Cristofaro (CLICCA QUI)  

Una lettura edificante utile per cambiare il proprio sguardo ed iniziare a guardare le persone e le circostanze dal punto di vista della Misericordia.


martedì 26 aprile 2022

Commento al Vangelo di Don Luigi Maria Epicoco - Gv 3,7-15

 



Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».
Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro di Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».


Parola del Signore



Commento al Vangelo di Don Luigi Maria Epicoco

“Tu sei maestro di Israele e non conosci queste cose?”,

rimprovera Gesù a Nicodemo nel Vangelo di oggi, smascherando l’idea di fondo che i nostri approcci religiosi abbiano davvero la capacità di capire il Mistero di Dio. La verità è che se non è Lui a rivelarci le cose, noi rimaniamo imprigionati nei nostri schemi mentali. Noi siamo fatti di terra. Non è uno sminuirci ma un sancire un rapporto profondo con la materia. Noi le cose le capiamo proprio perché sono “toccabili”, sono terra. Infatti Gesù per farsi capire deve sempre raccontare esperienze.

I fatti per noi sono più chiari anche dei ragionamenti. Eppure in noi c’è un’apertura del cuore a forma di cielo. Potenzialmente in noi c’è la capacità di intuire cose e verità più grandi della nostra stessa esperienza: questa è l’esperienza del senso della vita. Esso non coincide mai con una cosa o una persona, è sempre molto di più. È Dio stesso. Eppure Gesù mentre continua il suo dialogo con Nicodemo dice:

“Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo?”.

E ha perfettamente ragione perché vuole far capire a Nicodemo che credere in Dio non è innanzitutto credere nell’assurdo, ma credere nella realtà che ci circonda e lì intuire che c’è molto di più. Ma il nostro problema è stare con i piedi nella realtà che ci circonda. Preferiamo la nostra testa al reale e così non capiamo nemmeno Dio. Credere significa imparare ad aprire gli occhi e non a chiuderli. Perché solo ad occhi aperti nasce in noi l’intuizione che c’è molto di più di quanto noi riusciamo a toccare, a vedere a immaginare.

Solo così si intuisce la vita guardando Gesù crocifisso su una croce. C’è più verità nell’ ascoltare soffiare il vento durante la notte, così come Gesù chiede di fare a Nicodemo, che ragionare mettendo insieme concetti astratti che non riescono a contenere il mistero della vita. È paradossale, ma la più grande esperienza di vita spirituale si manifesta sempre come un sano realismo capace di portarci al cuore delle cose. È il realismo della croce.


lunedì 25 aprile 2022

Commento al Vangelo di Don Luigi Maria Epicoco - Mc 16,15-20



Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.


Parola del Signore


Commento al Vangelo di Don Luigi Maria Epicoco

“Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo ad ogni creatura”.

Andare e proclamare sono i due imperativi che Gesù lascia ai discepoli. Non si è cristiani quando ci si ferma e quando si sta zitti (che è cosa diversa dal silenzio). La stessa messa finisce con questo verbo in levare: “Andate in pace”. E oggi queste parole sono particolarmente significative perché oggi ricorre la festa di San Marco evangelista. Un uomo che ha dovuto fare tesoro soprattutto dell’esperienza degli apostoli più che per la sua diretta esperienza con Cristo.

Ciò però non lo ferma dal diventare un’evangelista. Cristo continua anche oggi a chiamarci, a farci fare esperienza di Lui e per far questo usa sempre l’umanità di qualcuno. Queste esperienze di Lui non sono esperienze di serie B. Sono esperienze importanti come lo furono quelle di Pietro e di Giovanni e di tutti coloro che vissero con Gesù lungo i tre anni di vita pubblica. Ogni cristiano è contemporaneo a Cristo. Ed è lo Spirito Santo che ci rende Suoi contemporanei. Ogni parola del vangelo è rivolta a noi.

La Sua morte è morte per me. La Sua Resurrezione è resurrezione per me. E a me e a te oggi chiede di “andare e proclamare in tutto il mondo il Suo Vangelo”. I nostri no e i nostri si non sono no e si ad esperienze di serie B. Sono no e si al Figlio di Dio. Poiché “Gesù Cristo è sempre lo stesso, ieri, oggi e sempre”. E noi siamo il Marco di oggi.

E a noi è consegnato un potere da esercitare: contrapporsi al male, farsi capire, creare comunione, aver cura. Un cristiano dovrebbe essere un costante miracolo, non perché fa il prestigiatore ma perché sa vivere nel mondo senza lasciare mai al mondo l’ultima parola. Anzi c’è una storia che viene scritta proprio nel cuore delle contraddizioni della storia che ci tocca vivere. Dio scrive una storia di salvezza lì dove il mondo, il male, o ciò che ci capita vorrebbe semplicemente scrivere la parola fine.

Ecco che cos’è un evangelista, uno che si fa megafono, che si fa voce di una simile buona notizia.

Nella festa di San Marco Evangelista di oggi leggiamo proprio un brano tratto dal suo vangelo che ci dice con chiarezza quali sono i segni che accompagnano quelli che credono: «nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno».

Il primo segno riguarda il male: un cristiano non è più in una posizione di vittima rispetto all’azione del male perché Gesù gli ha dato potere sul male, gli ha dato potere di resistere e di vincere. Se dimentichiamo questa forza che c’è in noi rischiamo di vivere da schiavi nonostante siamo stati liberati a caro prezzo da Colui che ha donato la sua vita per la nostra liberazione.

Il secondo segno riguarda la capacità di comunicare: parlare lingue nuove significa che la fede quando è vera diventa comprensibile ad ogni esperienza umana. La fede non è mai un discorso chiaro per un ghetto di persone, ma è sempre sentirsi capiti e farsi capire in ogni tipo di esperienza umana. Prendere in mano i serpenti implica la capacità di prendere di petto le questioni più serie che ci capitano e che abitano il presente; un cristiano non può mai essere indifferenze alle urgenze che si manifestano in ogni tempo.

E tutto questo può accadere perché la vicinanza con Cristo e il continuo rapporto con Lui ci aiuta a non lasciarci cambiare dal male che incontriamo (bere un veleno), anzi a cambiare il male in bene. Infine imporre le mani ai malati e guarirli, che da una parte significa letteralmente guarire qualcuno ma che ha anche il significato di essere guarigione per l’altro offrendo a lui la nostra presenza, la nostra prossimità, il nostro esserci.