Quando la legge anti-omofobia verrà approvata (tanto questo sembra l'andazzo), mi chiedo se potrò essere libero di leggere la Sacra Scrittura o declamare pubblicamente alcuni versetti della stessa.
Sia ben chiaro non sono a favore della discriminazione degli omosessuali, ma questa legge mi sembra il solito tentativo per introdurre diritti e doveri francamente intollerabili.
Una volta fatta la legge chi potrà impedire a due omosessuali che si vogliono bene di unirsi in matrimonio, adottare bambini e via discorrendo? Sarebbero liberi di fare il buono ed il cattivo tempo...
Mi chiedo se potrò più ripetere con san Paolo “...Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adulteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio” (1 Cor. 6,9-10).
Verrò forse arrestato per vilipendio?
E cosa mi accadrebbe se per caso leggessi 1 Tm. 1,9 che dice “…La legge non è fatta per il giusto, ma per i non giusti e riottosi, per gli empi e di peccatori, per gli scellerati e i profani, per i padricidi e matricidi e omicidi, per i fornicatori, per i sodomiti, per i ladri d'uomini, i bugiardi, gli spergiuri…”?
Verrei forse internato in qualche campo di rieducazione omosensibile?
Una schiera di illustri autori, infine, verrebbero messi all'indice dalla censura omosessuale.
Solo per citare alcuni autori: sant'Agostino, san Gregorio Magno, san Pier Damiani, san Tommaso d'Aquino, santa Caterina da Siena, san Bernardino da Siena, san Pietro Canisio...
Fantascienza o realtà? Ai "posteriori" l'ardua sentenza...
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“I delitti che vanno contro natura, ad esempio quelli compiuti dai sodomiti, devono essere condannati e puniti ovunque e sempre. Quand'anche tutti gli uomini li commettessero, verrebbero tutti coinvolti nella stessa condanna divina: Dio infatti non ha creato gli uomini perché commettessero un tale abuso di se stessi. Quando, mossi da una perversa passione, si profana la natura stessa che Dio ha creato, è la stessa unione che deve esistere fra Dio e noi a venir violata” (Sant'Agostino, Confessioni, c.III, p.8);
“Che lo zolfo evochi i fetori della carne, lo conferma la storia stessa della Sacra Scrittura, quando parla della pioggia di fuoco e zolfo versata su Sodomia dal Signore. Egli aveva deciso di punire in essa i crimini della carne, e il tipo stesso del suo castigo metteva in risalto l'onta di quel crimine. Perché lo zolfo emana fetore, il fuoco arde. Era quindi giusto che i sodomiti, ardendo di desideri perversi originati dal fetore della carne, perissero ad un tempo per mezzo del fuoco e dello zolfo, affinchè dal giusto castigo si rendessero conto del male compiuto sotto la spinta di un desiderio perverso” (San Gregorio Magno, Commento morale a Giobbe, XIV, 23, vol. II, pag. 371);
“Questo vizio non va affatto considerato come un vizio ordinario, perché supera per gravità tutti gli altri vizi. Esso infatti, uccide il corpo, rovina l'anima, contamina la carne, estingue la luce dell'intelletto, caccia lo Spirito Santo dal tempio dell'anima” (San Pier Damiani - dottore della chiesa e grande riformatore dell'Ordine Benedettino - Liber Gomorrhanus, in Patrologia latina, vol. 145, coll. 159-190);
“Nei peccati contro natura in cui viene violato l'ordine naturale, viene offeso Dio stesso in qualità di ordinatore della natura” (S. Tommaso d'Aquino, Summa Teologica, II-II, q. 154, a. 12);
“…Commettendo il maledetto peccato contro natura, quali ciechi e stolti, essendo offuscato il lume del loro intelletto, non conoscono il fetore e la miseria in cui sono…” (S. Caterina da Siena, Dialogo della Divina Provvidenza, cap. 124)
“Più pena sente uno che sia vissuto con questo vizio de la sodomia che un altro, perocchè questo è maggior peccato che sia” (San Bernardino da Siena, Predica XXXIX in: Prediche volgari, p. 915);
“…Di questa turpitudine mai abbastanza esecrata sono schiavi coloro che non si vergognano di violare la legge divina e naturale” (San Pietro Canisio - dottore della Chiesa- Summa Doctrina Christianae, III a/b, p. 455).