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lunedì 6 febbraio 2012

Odifreddi, l'acqua di Lourdes e la negazione dell'evidenza


Era da tempo che Piergiorgione Odifreddi non sparava a zero sulla religione dalle pagine del suo blog "Il non senso della vita". 

Stavolta nel suo mirino è entrata la vicenda tristissima legata a quei maghi "biologi e fisici", truffatori, che in mezza Italia vendevano a caro prezzo l'acqua di alcuni importanti Santuari mariani come rimedio a malattie incurabili. 

Ovviamente al solo sentir parlare di località quali Lourdes, Fatima e Medjugorje al nostro amico ateo impenitente è venuta l'acquolina in bocca. E come succede quando la gola prende il sopravvento, l'infelice matematico, anche stavolta, si è sbrodolato addosso. 

I truffatori, che tra le altre cose si spacciavano per uomini di scienza, affermavano che le frequenze delle "acque miracolose" fossero in grado di riarmonizzare la materia. Ovviamente le analisi hanno smentito tali effetti "fisici" e la banda è stata denunciata per associazione a delinquere, truffa, lesioni ed esercizio abusivo della professione medica. 

Questo è bastato per far concludere ad Odifreddi che il principio magico-scientifico alla base della truffa fosse lo stesso predicato da non meglio identificati "gestori del buiseness" della cittadina di Lourdes.  E quindi giù a tirar legnate alle agenzie di viaggio che organizzano pellegrinaggi, e all'immancabile Vaticano speculatore...Come se ogni anno a muovere milioni di persone da tutto il mondo a Lourdes fossero le sue acque e non piuttosto la fede dei pellegrini.

L'acqua di Lourdes è e rimarrà sempre semplice H2O, senza aggiunte e senza mutamenti, per un semplice motivo: perché il miracolo non è, e mai sarà, nell'acqua, quanto piuttosto nella potenza di Dio che si serve della fede dell'uomo per operare prodigi. Pertanto che si tratti di acqua, di fango, o di saliva (come fece nostro Signore con il cieco nato) non cambia nulla, la materia è ininfluente. 

Della grandezza di Dio e dell'intercessione potente di sua Madre sono piuttosto testimoni i tanti miracolati che Odifreddi si ostina a non considerare, dando perfino dei cretini ai suoi colleghi di cui critica con immancabile saccenza i rigorosissimi criteri di discernimento. 

Il matematico che nel suo articolo contesta le cifre dei miracoli accertati, tra le altre cose non tiene minimamente conto dei milioni di fedeli che, ogni anno, a Lourdes ritrovano la pace, la fede, il perdono, la forza per affrontare la malattia e la guarigione da mali non documentabili. 

Odifreddi, che sulle righe del suo blog apostrofa come "creduloni e tonti" i pellegrini che si immergono nella piscina di Lourdes, preferisce non dare troppe spiegazioni ai lettori, fuggendo dalla via scomoda della confutazione per ripiegarsi vigliaccamente in quella dello sberleffo, alla ricerca del plauso dei suoi seguaci. Purtroppo per lui, però, la potenza dei fatti è un'incontestabile evidenza.


I miracolati, hanno nomi e cognomi che lo scientismo non può cancellare, nomi come quello di Elisa Aloi affetta da tubercolosi osteo-articolare, con il corpo coperto di fistole scomparse spontaneamente dopo l'immersione nelle acque del Santuario; o quello di Vittorio Micheli ex-alpino colpito da tumore maligno alla testa del femore, con la gamba sinistra attaccata al resto del corpo attraverso muscoli e pelle, a cui  dopo un bagno nella piscina di Lourdes l'osso mangiato dal male si è ricostruito. 

Elisa, Vittorio, e tutti coloro che hanno ricevuto straordinarie grazie, hanno una specifica missione; quella di gridare ad un mondo cieco ed incredulo, l'ineffabile grandezza di un Dio umile che, a dispetto del matematico impertinente, continua e continuerà sempre ad operare meraviglie e a donare speranza, perché incapace di rinnegare la sua stessa essenza, l'Amore. 


lunedì 30 gennaio 2012

Grano dai sassi



Passano gli anni, cambiano terreni e strade, ma la semina continua e il buon Dio saprà far crescere ancora una volta buon grano dai sassi.

mercoledì 11 gennaio 2012

Quando si dice una prefazione d'autore


Di recente è uscito un libro a cura di Luigi Garlaschelli (l'autore delle ridicola brutta copia della Sindone) intitolato Lourdes, i dossier sconosciuti

Ovviamente vi sconsiglio l'acquisto per la mole di imprecisioni contenute, a partire dalla prefazione in cui Piergiorgione Tyson Odifreddi, il matematico impenitente, ne spara una delle sue. 

Ad andarci di mezzo questa volta è la povera Bernadette accusata ingiustamente di essere stata, testuali parole, "imbeccata dal parroco" in merito a quanto diceva di aver visto. Sì, avete capito bene, la solita storia dei preti brutti e cattivi, plagiatori senza scrupoli di bambini...in pratica le solite scuse usate ai tempi del comunismo sovietico per far fuori il clero (ma sarà certamente un caso!). 

Non conosciamo da dove il matematico impertinente abbia attinto la notizia, probabilmente da un suo brutto sogno, per contro, però, conosciamo molto bene la Storia, quella con la S maiuscola, fatta di documenti realmente consultabili.

L'ampia documentazione storica sui fatti di Lourdes riporta che Bernadette non solo conobbe il parroco Peyramale dopo la tredicesima apparizione, ma che per giunta da questi fu perfino maltrattata e pesantemente minacciata. Praticamente l'esatto contrario di quanto affermato da Odifreddi.

Questa volta, prof,  ti prendi un bel 2 in storia, che sommato a quello in statistica e quello in religione (per via degli sfondoni scritti nei tuoi libri) comincia a fare una pessima media. Bocciatura in vista?

sabato 12 novembre 2011

Lourdes e lo straordinario miracolo di John Tryanor




tratto da Maria – studio sulla Vergine Maria - Volume IV - Beauchesne, Paris, 1956


John Tryanor, della Brigata navale inglese, viene ferito al capo davanti ad Anversa, l'8 ottobre 1914. Solo 5 settimane più tardi riprende conoscenza in ospedale, dopo l'operazione riparte per il fronte. L'8 maggio, ai Dardanelli, trincea di Sedul-Bahr, due pallottole gli attraversano il petto, una terza attinge il plesso brachiale destro. Subisce un primo tentativo di sutura ad Alessandria, un secondo sul battello di rimpatrio, un terzo, con lo stesso insuccesso, presso l'ospedale di Portsmouth. Gli si vorrebbe amputare il braccio inerte. Si rifiuta e gli viene concessa una pensione militare al 100%.

Mac Murray, medico specialista, fa un primo vano tentativo di sutura dei nervi, nel novembre del 1916. Gli attacchi epilettici si moltiplicano, con parziali paralisi. Passa di ospedale in ospedale, sempre invano. Il dottor Montsarrat lo trapana inutilmente a Knotty-Ash. Una calotta d'argento protegge l'apertura della chirurgia, larga come una moneta di due franchi, attraverso la quale si intravedono le pulsazioni cerebrali. Gli si concede allora una pensione supplementare ufficiale, per l'assistenza di un infermiere.

Il pellegrinaggio da Liverpool lo conduce a Lourdes il 22 luglio 1923. I medici certificano numerose crisi epilettiche in corso, paralisi radiale e cubitale del braccio destro, della spalla e del petto, perdita di sostanza dal parietale destro a causa della trapanazione, che fa scorgere le pulsazioni del cervello, inerzia e insensibilità degli arti inferiori, incontinenza vescicale e anale.

Il 25 luglio, alla processione del Santo Sacramento, un singolare benessere invade quest'uomo inerte. Un istante dopo, i medici constatano la sua reviviscenza. Il 27, all'Ufficio Constatazioni, i medici presenti attesteranno un andamento normale, la liberazione del braccio destro, con permanenza di una mano leggermente racchiusa, segno della malattia anteriore. Il foro operatorio si ottura rapidamente, mentre l'epilessia viene a cessare per sempre.

John Traynor rientra guarito a Liverpool. La totale guarigione è confermata dall'inchiesta medica al suo ritorno a Lourdes il 7 luglio 1926. Questo generoso gigante di un metro e 90, carica e scarica senza posa i suoi camion di carbone tutti i giorni nel porto di Liverpool, malgrado la legge inglese lo avesse dichiarato grande epilettico. Lo rivedremo ogni anno a Lourdes, allegro e infaticabile barelliere dei pellegrinaggi. Muore di polmonite nel 1943. 

venerdì 4 giugno 2010

Il miracolo di Gaia, nata dalla mamma in coma


di Cristiano Gatti

tratto da Il Giornale.it

Piccola, per una volta il vorace mondo dell’informazione ha scelto un nome di fantasia per proteggerti da troppa curiosità. Hanno scelto Gaia, ma potrebbe essere Cocciuta, Valorosa, Eroica. Io sceglierei Benedetta, perchè la tua storia così breve e già così incredibile non può che essere segnata dall’alto. Ma ovviamente l’unico nome che conti davvero, che ti accompagnerà lungo i sentieri della vita, è quello deciso dal tuo papà e dai tuoi tre fratellini. Forse, è quello che aveva già scelto la tua mamma. Lo strazio è che proprio lei non potrà mai usarlo, per cullarti e per consolarti. Non potrai mai sentirlo dalla sua viva voce, suono unico e inconfondibile, che riconosceresti tra milioni e miliardi di suoni, fino all’ultimo dei giorni.

Benedetta, la tua mamma non ha più voce per chiamarti, non ha più udito per sentirti, non ha più vista per vederti. Ma è bello pensare che abbia ancora cuore, un grande cuore di madre, per starti comunque vicina. In un altro modo, in un altro senso. Quello che è riuscita a fare lo dimostra chiaramente. Tutti stanno già parlando di voi. Di questa tua mamma così giovane, quarant’anni appena, che da gennaio vive - sopravvive - in stato vegetativo all’ospedale di Bergamo. Quando sarai più grande, anche tu saprai e capirai il prodigio. Il papà ti racconterà la fine del mondo, del suo mondo, in una sera qualunque subito dopo le feste di Capodanno. Stavano benissimo insieme, lui e la tua mamma. Da quattro mesi aspettavano anche te, quarta creatura di una serie formidabile. Un lungo inno alla vita, all’amore, al futuro. Ma è questo futuro che improvvisamente s’inceppa. In un attimo, nell’attimo spietato di un’emorragia cerebrale.

Un giorno ti racconteranno quello che adesso si racconta all’ospedale di Bergamo. Nonostante le cure, la tua mamma si assenta. Entra in un’altra dimensione, impenetrabile agli uomini e alle loro scienze. Sembra morta, ma continua testardamente a lottare. Tu con lei. Una coppia di superdonne che non ha la minima intenzione di fermarsi così. Il tuo papà e i medici si trovano di fronte a un dilemma enorme e spropositato, per le nostre esigue capacità: fermare tutto, non fermare proprio niente. Alla fine, prendono la decisione migliore: lasciano fare a voi, supercoppia di un disegno superiore.

Benedetta, complimenti a tutte e due. Insieme avete firmato un capolavoro, qualcosa che ci concede un’idea molto vicina all’idea di creazione. La tua mamma ha continuato imperterrita a pulsare di un’energia nascosta e inarrestabile, tu hai continuato ad avanzare testarda e volitiva verso il domani. I medici, il tuo papà, tutti i tuoi cari hanno contemplato il mistero tra dolore e stupore. Non avete ceduto di un millimetro. Mai un ripensamento, mai un passo indietro. Così, quando hai compiuto 33 settimane (tanti auguri, una gran bella età), ti sono venuti a prendere con un taglio cesareo senza rischi, nè per te, nè per la tua mamma.

Benvenuta, piccola e Benedetta. A poche ore dal tuo arrivo, i medici ti definiscono in buona forma. Un miracolo di due chili, beatamente disteso dentro un’incubatrice. Certo non è il calore che vorresti sentire, in questo primo viaggio avventuroso tra gli ostacoli dell’esistenza. Avresti diritto anche tu a startene adagiata sulla tua mamma, tettando il nettare della vita, dialogando da subito in un linguaggio muto e profondo, l’unico linguaggio capace davvero di infondere fiducia e di scacciare paure.

Purtroppo, non è andata così. La tua mamma l’avrebbe voluto tanto, ti avrebbe accolta e protetta come i tuoi tre fratellini, ma stavolta non è andata così. Lei resta distesa e assente, immersa in un altro tempo e in un altro spazio, senza voce per chiamarti, senza udito per sentirti, senza vista per vederti. Ma puoi starne sicura: in qualunque luogo lei sia, è un luogo vicinissimo al tuo. La sentirai sempre, soprattutto crescendo, più ancora quando sarai madre anche tu. Ti sarà facile avvertire la sua forza, il suo esempio, la sua incrollabile fiducia nella vita. Oltre i limiti della malattia, oltre gli ostacoli del dolore. Con il suo modello vicino, sarai una madre grandiosa, almeno quanto lei.

Certo, dolce e Benedetta: prima dovrai imparare ad essere figlia. Non sarà facile, con una mamma sempre via. Ma si può fare. Il tuo papà saprà trovare le parole per farti comprendere questo strano modo di essere madre. Non devi pensare che sia un brutto modo: è un modo diverso. Senza voce per chiamarti, senza udito per sentirti, senza vista per vederti. Ma con un cuore grande. Talmente grande, che ha saputo battere la morte.

domenica 6 settembre 2009

La miracolosa immagine della Madonna di Coromoto




I particolari della piccolissima immagine miracolosa della Madonna di Coromoto sono stati analizzati al microscopio. I risultati hanno dell'incredibile...
Invito gli amici uaariani a mandare in loco qualche loro luminare per studiare come potrebbe la mano di un uomo dipingere su l'immagine di una madonna con bambino di 2,5 cm di altezza per 2 di larghezza un bulbo oculare, un dotto lacrimale, un iride con tanto di punto luce. Ehm...l'occhio è di 2 micron. Ah...dimenticavo, non si potevano avvalere della tecnologia laser perchè la vicenda è ambientata nel 1652.
Buona lettura!

di Nieves San Martín

CARACAS, venerdì, 4 settembre 2009 (ZENIT.org).- Nel corso di una conferenza stampa svoltasi questo giovedì nella sede della Conferenza Episcopale Venezuelana (CEV) in occasione del restauro dell'immagine di Nostra Signora di Coromoto, patrona del Venezuela, sono state presentate nuove scoperte relative all'immagine, collegata alla prima evangelizzazione di questa terra.

Secondo la tradizione, ha reso noto la CEV in una nota inviata a ZENIT, tra la fine del 1651 e l'inizio del 1652 una Bella Signora apparve al capo della tribù Coromoto e a sua moglie dicendo loro: “Andate a casa dei bianchi, perché vi mettano dell'acqua in testa per poter andare in cielo”.

Dopo aver fatto quello che la Signora chiedeva, gli indios uscirono dalla foresta e ricevettero gli insegnamenti del Vangelo. Molti vennero battezzati.

Il capo, tuttavia, sentendo di aver perso la libertà, decise di fuggire nuovamente nella foresta. All'alba dell'8 settembre 1652, la Bella Signora apparve di nuovo a lui, alla moglie, alla cognata Isabel e al figlio di questa. Vedendola, il capo le chiese di lasciarlo in pace, dicendo che non le avrebbe più obbedito. Si alzò per prendere l'arco e uccidere la Signora, ma lei gli si avvicinò per abbracciarlo, e l'arco gli cadde di mano. L'uomo decise di prendere la Signora per un braccio per farla uscire dalla sua capanna, ma in quel momento avvenne il miracolo: la Bella Signora scomparve, lasciando in mano al capo una sua piccola immagine.

Da quel momento è iniziata una grande storia di favori e miracoli, devozione e rinnovamento della fede in quella terra ad opera di Nostra Signora di Coromoto, fino a che, nel 1942, è stata dichiarata patrona del Venezuela.

La piccola immagine è alta 2,5 cm e larga 2, e nei 357 anni trascorsi dalla sua apparizione è stata esposta a vari fattori che ne hanno provocato il deterioramento.

Per questo motivo, i membri della Fondazione María Camino a Jesús (Maria Via per Gesù), con sede a Maracaibo, dal 2002 hanno avviato una campagna per riparare i danni a gran parte dell'immagine della Madonna con il Bambino Gesù. La Fondazione si è incaricata, insieme a monsignor José Manuel Brito, rettore del Santuario Nazionale della Madonna di Coromoto, di promuovere il progetto e contattare il gruppo di esperti che vi partecipa, così come di ottenere i mezzi economici per realizzare l'opera.

All'inizio di quest'anno, il Vescovo di Guanare, José Sotero Valero Ruz, ha presentato il progetto alla Conferenza Episcopale Venezuelana, che dopo aver ottenuto varie diagnosi sullo stato della reliquia ha concesso il permesso di procedere al restauro.

Dal 9 al 15 marzo scorsi, in un laboratorio istituito a questo scopo nella casa La Bella Signora, nelle immediate vicinanze del Santuario Nazionale di Nostra Signora di Coromoto, l'équipe di lavoro composta dai restauratori Pablo Enrique González e Nancy Jiménez, accompagnati da José Luis Matheus, direttore della Fondazione Zuliana, e da monsignor José Manuel Brito come custodi del processo, ha iniziato i lavori, che hanno portato a scoperte inattese.

Nel corso del processo di restauro sono stati infatti individuati elementi fino ad allora sconosciuti. Il primo aspetto che ha richiamato l'attenzione è stato il fatto che, una volta analizzate le acque impiegate nel trattamento, il pH è risultato inspiegabilmente neutro.

E' stata poi individuata la presenza di vari simboli, che secondo studi dell'antropologo Nemesio Montiel sono di origine indigena.

Con l'osservazione al microscopio si è riusciti ad identificare negli occhi della Madonna, di meno di un millimetro (circa 2 micron), la presenza dell'iride, fatto particolarmente sconcertante se si pensa che gli occhi dell'immagine erano semplicemente dei punti.

Approfondendo lo studio dell'occhio sinistro della Madonna, si è individuato un occhio con le caratteristiche dell'occhio umano; si distinguono chiaramente il bulbo oculare, il condotto lacrimale, l'iride e in essa un piccolo punto di luce.

Ingrandendo il punto luminoso, si è potuto osservare che questo sembra formare l'immagine di una figura umana con caratteristiche molto specifiche.

Le corone della Madonna e del Bambino sono tipicamente indigene.

“Il restauro della Sacra Immagine della Patrona della nostra Patria rappresenta un vera pietra miliare, perché è la prima volta che la venerata immagine viene sottoposta a un processo come questo, e senz'altro contribuirà alla fiducia e al rinnovamento della fede di tutti i venezuelani”, afferma la CEV nella nota.

“Al di là dell'essere l'espressione del risultato dello sforzo di un'équipe multidisciplinare, è un appello a volgere la nostra vita a Dio e a vivere l'invito che la Madonna ha fatto ai nostri antenati quando li ha invitati a riconciliarsi e a unirsi come veri fratelli in Dio, nonostante la cultura spagnola e quella indigena avessero visioni e interessi diametralmente opposti. E' un appello alla fraternità e all'accettazione dell'altro; è un segno di speranza, di gioia e di fede. E' la prova che malgrado le difficoltà, se ci uniamo come veri fratelli, è possibile raggiungere risultati che portino al benessere per tutti”, conclude il testo.

[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]

mercoledì 26 agosto 2009

Malata di SLA guarisce miracolosamente a Lourdes


I soliti razionalisti diranno: "La scienza per il momento non è ancora in grado di dare risposte". Ma dinnanzi ad un FATTO simile non si può che dar lode all Signore.
Ne sa qualcosa la Signora Antonia Raco affetta da SLA che recatasi in barella i primi di agosto a Lourdes per chiedere la grazia per una bimba di 5 anni...è ritornata sulle proprie gambe, completamente guarita!

Cari razionalisti, andate a guardare di persona le cartelle cliniche, andate a parlare con i neurologi...prego...Chissà che possiate incontrare Dio.

P.S. Scrivo cari razionalisti, perchè so che mi leggete ed in effetti me ne avete dato comprova con i messaggi che mi sono arrivati via e-mail.


tratto da Il Giornale

25 agosto 2009

Malata di Sla guarisce nelle acque di Lourdes

Torino - "Preferisco parlare di un dono, di una grazia, non di miracolo". Nelle parole di Antonia Raco, la donna di Francavilla sul Sinni affetta da Sla che, dopo un viaggio a Lourdes, ha ripreso a camminare, tutta la commozione di chi, davanti al Mistero, lo riconosce e lo porta a testimonianza ovunque vada. Alla donna era stata diagnosticata la Sla nel 2004. Dal 2006 aveva smesso di camminare ma lo scorso 5 agosto, al ritorno dal viaggio a Lourdes, ha ripreso tutte le attività motorie che la malattia le aveva precluso. "Non è spiegabile con i mezzi di cui scientificamente dispongo", ha commentato il neurologo Adriano Chiò delle Molinette di Torino.

L'incapacità della scienza Davanti al miracolo la scienza frena e scopre i propri limiti. Il medico, che ha in cura la signora dal 2006, ha spiegato: "A giugno, quando ho visitato la signora, non era in grado di camminare, ma solo di sollevarsi dalla sedia a rotelle e stare in piedi con un appoggio. Ora cammina normalmente e senza stancarsi e le è rimasto solo un leggero disturbo alla gamba sinistra, da cui era partito il male. Non ho mai osservato una situazione del genere in malati di sla. la diagnosi era inequivocabile: la signora aveva una forma di sla a lenta evoluzione. Una malattia che può rallentare e al massimo fermarsi, ma che non crediamo possibile che migliori, perchè intacca i neuroni irreversibilmente". "È un fenomeno che io stesso impiegherò del tempo a elaborare", ha continuato il neurologo Chiò spiegando di aver "disposto che vengano ripetuti alcuni esami che la signora ha effettuato in Basilicata come la spirometria, l’elettromiografia, gli studi dei potenziali evocati". "Ma quello che abbiamo visto per ora è una regressione della malattia, che scientificamente crediamo impossibile in pazienti affetti da Sla". Il neurologo, restio a usare il termine "miracolo", ha sottolineato che quella di stamattina "è stata una visita di controllo programmata da tempo. Stenderò una relazione clinica come al solito, ma non era una visita per accertare un miracolo. Di questo si occupano le autorità ecclesiastiche".

Ora guarda al futuro La paziente, che ha, poi, fatto ritorno a casa a Francavilla sul Sinni (in provincia di Potenza), continuerà comunque a essere seguita al centro Sla delle Molinette di Torino, dove è in cura dal 2006. "Dal 5 agosto - ha raccontato la signora - quando ho sentito la voce che mi diceva di alzarmi, non ho più usato la sedia a rotelle. Solo la prima volta che sono uscita, perchè volevo prima consultarmi con il parroco". "A Lourdes - ha aggiunto - ero andata con la diocesi (di Tursi e Lagonegro, ndr) anche per pregare per tante persone, soprattutto per una bimba di 5 anni che è più grave di me. Il viaggio l’ho fatto in barella, sul Treno Bianco dell’Unitalsi".

Il bagno nella vasca santa Al primo agosto risale il bagno nella vasca benedetta: "In acqua ho sentito una voce che diceva di farmi coraggio e come qualcuno che mi sollevava, e ho capito che stava accadendo qualcosa. A casa, il 5 agosto, è tornata la voce. Diceva: dillo a tuo marito. Allora davanti a lui io mi sono alzata, ho fatto una giravolta e gli sono andata incontro". "Ora cammino, non sono mai stanca e non sento dolore - ha concluso prima di andarsene - È come se avessi avuto una seconda possibilità".

Di seguito i link all'intervista in due tempi fatta ad Antonietta Raco








lunedì 4 maggio 2009

Frosinone: malata di sclerosi multipla guarisce a Lourdes


fonte Sussidiario.net

«Sento qualcosa, la gamba non mi fa più male» e ha gettato il bastone con cui si aiutava da 20 anni a camminare perché malata di sclerosi multipla, davanti a centinaia di pellegrini malati che come lei erano andati a Lourdes per invocare la guarigione miracolosa.

È il racconto fatto da una volontaria, la presidente dell'Associazione italiana per la sclerosi multipla di Frosinone Paola Amicizia, che aveva accompagnato un gruppo di malati, tra i quali la donna che avrebbe ricevuto il miracolo dalla Madonna di Lourdes, Rosa Mollica, di 50 anni, una casalinga di Ripi, un paese in provincia di Frosinone.

A Lourdes la donna aveva partecipato alle messe e ai rosari dei malati nella grotta dove la Madonna era apparsa a santa Bernardette e si era bagnata nell'attigua vasca d'acqua ritenuta miracolosa.

Ora i medici del centro sanitario della città pireanica stanno esaminando tutta la certificazione che la donna di Ripi aveva con sé per stabilire se la guarigione ci sia stata e avviare l'iter per stabilire se miracolosa. Di certo Rosa Mollica venerdì, racconta chi era con lei nel pellegrinaggio, a Frosinone è scesa dal treno con le sue gambe e senza più bastone.


lunedì 6 aprile 2009

Chesterton, miracoli e razionalisti


Chi crede nei miracoli li accetta (a torto o a ragione) perché sono evidenti per lui; chi non ci crede li nega (a torto o a ragione) perché ha una dottrina contro i miracoli. [...] Se devono bastare le testimonianze umane, è impressionante la cataratta di testimonianze umane in favore del soprannaturale. Se la respingete,respingete una delle due: o respingete la storia del contadino sugli spiriti perché si tratta di un contadino, o perché si tratta di una storia di spiriti. Vale a dire: o voi negate il primo principio della democrazia o affermate il primo principio del materialismo - la impossibilità astratta del miracolo. Padronissimi di farlo; ma allora siete voi i dogmatici. Siamo noi, cristiani, che accettiamo la evidenza reale; siete voi razionalisti che la rifiutate in conseguenza della vostra credenza”.

(Gilbert Keith Chesterton, Ortodossia, pag. 206)



domenica 25 gennaio 2009

Cose dell’altro mondo! La storia di Silvia Busi ragazza padovana guarita miracolosamente a Medjugorje.



Mi trovavo quest’oggi al consueto appuntamento di preghiera dell’ultima Domenica del mese presso il Convento passionista di San Zenone degli Ezzelini (TV) quando ascoltando la sofferenza di diversi fratelli e sorelle, mi si fa incontro una ragazza di circa 20 anni con degli occhi dello stesso colore del manto di Maria, un volto radioso, gioioso e pulito …


Subito si parla di Medjgurje e due amici che l’hanno accompagnata mi accennano della straordinaria grazia ricevuta nel 2005. Incuriosito le chiedo di spiegarmi meglio…

Il racconto che segue è una sintesi delle meraviglie che il Signore ha compiuto nella giovane vita di Silvia Busi.


Una storia che ha dell’incredibile…una storia che profuma di Paradiso!


Non ci credete? Lascio a lei la parola…


Il 4 ottobre 2004 mi sono ritrovata in pochissimi giorni a non riuscire più a camminare. Avevo 16 anni,una vita normale (Nota di redazione: La ragazza praticava noto, danza, talvolta equitazione…era una adolescente dinamica!) , nessuno si aspettava di dover passare momenti così duri e dolorosi. Sono cresciuta in una famiglia cristiana, andavo a Messa ogni domenica, ma più per abitudine. Dopo un mese che non miglioravo e che trovavo sempre più difficoltà nel fare una vita come i miei coetani, ho iniziato a chiudermi in me fino a lasciare gli studi perchè non riuscivo più a concentrarmi.


(Nota di redazione: alla paralisi presto si aggiunse una grave forma di epilessia che le faceva avere circa 15 attacchi al giorno).


I miei genitori in quel periodo avevano intensificato le loro preghiere, io li seguivo un pò in modo passivo; di sicuro non pregavo con molto entusiasmo come adesso. Abbiamo iniziato a seguire un sacerdote che aveva un gruppo di preghiera molto devoto alla Madonna e così ogni venerdì sera andavamo a pregare con il Rosario, la Messa e l'Adorazione. Ricordo che una di quelle sere mi si è avvicinata una signora e mi ha messo tra le mani una medaglietta della Madonna dicendomi: "tu ora ne hai più bisogno di me".


L'ho presa e quando sono tornata a casa le ho attaccato un nastrino e l'ho messa al collo. Nel mese di maggio, essendo il mese dedicato alla Madonna, mia madre mi portava tutte le sere al Rosario e alla Messa, all'inizio per me andarci tutti i giorni era un pò pesante, ma poi ero io stessa a volerci andare. Quando ero li e pregavo insieme agli altri, trovavo un pò di conforto alla tensione provocata dal fatto di non poter fare le cose come i miei coetani.


Nel frattempo ho ricominciato a studiare e ho superato con ottimi voti tutti gli esami. Il Sacerdote mi ha presentato una ragazza di una quindicina d'anni più grande di me, che quando mi ha detto di dover andare a Medjugorje, d'istinto le ho risposto se potevo andare anch'io.


(Nota di redazione: doveva andare con la mamma, molto credente, ma la Madonna fece in modo che ad accompagnarla fosse il padre, come la maggior parte degli uomini più restio a manifestare la fede).


Dopo tre giorni ero già sul pullman verso Medjugorje! Sono arrivata la mattina di venerdì 24 giugno 2005; durante la giornata abbiamo seguito tutte le funzioni e abbiamo avuto l'incontro nel salone giallo di Medjugorje con il veggente Ivan, lo stesso che più tardi avrebbe avuto l'Apparizione sul monte Podbrodo. Alla sera mi è stato chiesto se volevo andare anch'io sul monte, ma avevo la necessità di essere trasportata e seppur pesavo 25Kg in meno di adesso, (Nota di redazione: pesava circa 46 kg) non volevo disturbare gli altri pellegrini.

Mi hanno spiegato che non c'erano problemi e che avrebbero fatto a turno, così abbiamo lasciato la carozzina ai piedi del monte e mi hanno preso in braccio per portarmi fino in cima. Era pieno di gente, ma siamo riusciti a passare.


Arrivati vicin alla statua della Madonna che c'è sul monte Podbrodo, mi hanno fatto sedere e li ho iniziato a pregare. Ricordo che non pregavo per me, non ho mai chiesto la grazia di poter camminare perchè mi sembrava una cosa troppo impossibile.


Pregavo per gli altri, per le persone che in quel momento si trovavano nel dolore, e l'unica cosa che ho chiesto per me era quella di avere la forza di poter accettare la carozzina. Verso le 22.00 ci sono stati dieci minuti di silenzio, e io mentre pregavo ero attratta da una chiazza di luce che vedevo alla mia sinistra. Era una luce bella, riposante, tenue; a differenza dei flash e torce che si accendevano e spegnevano in continuazione. Intorno a me c'erano tante altre persone, ma in quei momenti era tutto buio, c'era solo quella luce, che quasi mi intimoriva e infatti più di una volta ho tolto lo sguardo, ma poi con la coda dell'occhio mi era inevitabile vedere.


Finita l'Apparizione al veggente Ivan, la luce svanì. Dopo la traduzione in italiano del Messaggio della Madonna, due persone del mio gruppo mi hanno preso e mi stavano portando giù, quando dopo poco sono scivolata dalle loro braccia, come svenuta. Sono caduta sbattendo la testa su quelle pietre ( Nota di redazione: e chi è stato a Medjugorje sa quanto siano appuntite!) e non mi sono fatta il minimo graffio.

Ricordo che era come se fossi stata su un materasso morbido, accogliente, non su quelle pietre dure e spigolose. La gente parlava e sentivo come prima il parlare veloce delle persone, ma non riuscivo a rispondere, a muovermi a fare un cenno.

Sentivo una voce interna che mi tranquillizzava, mi calmava come coccolandomi. (Nota di redazione: sentiva chiamare ripetutamente il suo nome) Subito hanno iniziato a gettarmi dell'acqua; alcuni medici e persone che si erano fermate hanno provato a sentirmi il polso e il respiro, ma niente, non c'erano cenni di vita. Essendo buio e avendomi buttato dell'acqua non riuscivano più a vedere se mi ero tagliata. Dopo cinque-dieci minuti mi sono ripresa e con un forte pianto ho aperto gli occhi e ho detto tremando: " Sono guarita" "Cammino".

Mi sono alzata come se fosse la cosa più naturale; subito mi hanno aiutato per scendere il monte perchè ero agitatissima e temevano che mi facessi male, ma poi rivata ai piedi del Podbrodo mi hanno avvicinato la carozzina, l'ho rifiutata e da quel momento ho iniziato a camminare. Alle 5.00 del mattino seguente stavo scalando il monte Krizevac da sola, con le mie gambe. A tutti sembrava quasi "che volassi" perchè avevo le gambe molto sottili, ma correvo su quelle pietre. per scendere il Krizevac ho impiegato solo 20 minuti! I primi giorni che camminavo avevo i muscoli delle gambe indeboliti e atrofizzati dalla paralisi, ma non avevo paura di cadere perchè mi sentivo sorretta da fili invisibili alle spalle.


(Nota di redazione: questi fili invisibili l’accompagnarono fino al mese di Ottobre…e il recupero fu tale che non ebbe bisogno nemmeno di fisioterapia)


Non ero andata a Medjugorje in carozzina pensando di poter tornare con le mie gambe.

Era la prima volta che ci andavo, è stato bellissimo non solo per l'avvenimento che mi è accaduto, ma per l'atmosfera di pace, calma, serenità e grandissima gioia che li si respira.

La mia vita da quel giorno è cambiata e non soltanto perchè cammino.

Per me la grazia più grande è stata quella di scoprire la fede e sapere quanto amore la Madonna ha per ciascuno di noi. Ora ogni problema lo affrontiamo con la forza del Rosario che recitiamo ogni giorno tutti e tre insieme.


(Nota di Redazione: la fede della famiglia si è fortemente rafforzata ed il padre prima restio alla preghiera del rosario è diventato un vero apostolo di Maria).


In casa siamo più sereni, felici perchè sappiamo che ogni cosa è secondo la volontà di Dio, del quale abbiamo piena fiducia e siamo estremamente contenti che Lui e la Madonna ci guidino perchè non ci sentiamo più soli.

Con questa testimonianza io voglio rendere grazie grazie e lode alla Madonna e Gesù anche per la conversione spirituale avvenuta nella mia famiglia e per il senso di pace e gioia che Loro ci donano.


Vi auguro di cuore che anche voi riusciate a sentire l'amore della Madonna e di Gesù perchè per me è la cosa più bella e importante della vita.


(Nota di Redazione: guarita miracolosamente dalla paralisi alle gambe continuava ad avere le crisi epilettiche… Scomparvero qualche tempo dopo. in seguito ad una benedizione fatta da padre Ljubo)


P.S. Una simile testimonianza ascoltata da una ragazza così giovane e così piena della luce di Dio non è grazia di tutti i giorni. Possa il Signore toccare il cuore di molti attraverso questa testimonianza!