sabato 17 novembre 2018

Commento al Vangelo di Don Luigi Maria Epicoco - Lc 18,1-8

Dal Vangelo secondo Luca
 Disse loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi: «C'era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno. In quella città c'era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario. Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi». E il Signore soggiunse: «Avete udito ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare? Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».
Parola del Signore 

Commento al Vangelo di Don Luigi Maria Epicoco

“Propose loro ancora questa parabola per mostrare che dovevano pregare sempre e non stancarsi”. Prima di addentrarci nello specifico della parabola raccontata da Gesù, ci è utile soffermarci su questa breve indicazione: “dovevano pregare sempre e non stancarsi”. Infatti la preghiera è in realtà l’ostinazione della preghiera, nel senso che la sua qualità non è dettata da chissà quale performance, o da quale sensazione di benessere, bensì dal continuo tentativo di cercare di pregare, di provare a pregare, di tentare di pregare sempre, contro ogni ragionamento che ci dice di non farlo più, e contro ogni sensazione che ci dà l’impressione di essere in realtà soli a parlare con noi stessi. Questo credo sia il motivo per cui Gesù racconta la storia di questa vedova che chiede giustizia a un giudice “che non temeva Dio e non aveva rispetto di nessuno”. Non è forse la condizione che tutti sentiamo molto spesso nella preghiera? Invece di sentirci accolti molto spesso ci sentiamo rifiutati. Invece di sentirci ascoltati, ci sentiamo ignorati. Invece di riceve giustizia, riceviamo indifferenza. Ma è davvero così? Hanno davvero ragione le nostre sensazioni? Gesù dice che anche se le nostre sensazioni dicessero il vero la cosa che conta di più è l’insistenza. "Benché io non tema Dio e non abbia rispetto per nessuno, pure, poiché questa vedova continua a importunarmi, le renderò giustizia, perché, venendo a insistere, non finisca per rompermi la testa". Se persino una persona cattiva fa un ragionamento simile, immaginiamoci Colui che per definizione è Misericordia, Amore, Bontà, Benevolenza e che ci è stato annunciato non come un Dio lontano, ma come l’Emmanuele, il Dio con noi, ma come Padre. «Ascoltate quel che dice il giudice ingiusto. Dio non renderà dunque giustizia ai suoi eletti che giorno e notte gridano a lui? Tarderà nei loro confronti? Io vi dico che renderà giustizia con prontezza. Ma quando il Figlio dell'uomo verrà, troverà la fede sulla terra?». Ci vuole infatti fede per pregare, e molta audacia.


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