martedì 27 novembre 2018

Commento al Vangelo di Don Luigi Maria Epicoco - Lc 21,5-11

Dal Vangelo secondo Luca
Mentre alcuni parlavano del tempio e delle belle pietre e dei doni votivi che lo adornavano, disse: «Verranno giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non resterà pietra su pietra che non venga distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando accadrà questo e quale sarà il segno che ciò sta per compiersi?».
Rispose: «Guardate di non lasciarvi ingannare. Molti verranno sotto il mio nome dicendo: "Sono io" e: "Il tempo è prossimo"; non seguiteli. Quando sentirete parlare di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate. Devono infatti accadere prima queste cose, ma non sarà subito la fine».
Poi disse loro: «Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno, e vi saranno di luogo in luogo terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandi dal cielo.
Parola del Signore 

Commento al Vangelo di Don Luigi Maria Epicoco

“Alcuni gli fecero notare come il tempio fosse adorno di belle pietre e di doni votivi, ed egli disse: «Verranno giorni in cui di tutte queste cose che voi ammirate non sarà lasciata pietra su pietra che non sia diroccata»”. Il nostro sguardo è sempre attirato, colpito dalla bellezza delle cose. Ma c’è una bellezza che viene dall’estetica, dalla superficie, e una bellezza che viene invece dalla sostanza. Un uomo, ad esempio, può essere attratto dalla bellezza di una donna, e magari sposarla anche, ma l’amore è continuare a vedere bellezza in lei anche quando le rughe inizieranno a solcare il volto, e i capelli a diventare bianchi. L’amore vede ciò che a occhio nudo non si riesce più a vedere. Il tempio che viene ammirato nel passaggio del Vangelo di oggi, non esiste più, ma la bellezza di quel tempio si, perché vive negli occhi di tutti coloro che continuano ad andare a pregare davanti al resto di un muro che tutti noi chiamiamo “muro del pianto”, ma che per un ebreo è la memoria viva di un rapporto, di una relazione, di un amore. Basta andare in quel posto e osservare la gente che prega. Ho sempre considerato una grande delicatezza e non un’esagerazione vedere l’attenzione che gli ebrei hanno per quel luogo che a tutti gli altri magari non dice nulla. Anche quando vanno via, cercano di farlo camminando all’indietro, senza mai dargli le spalle, un po’ come quando si va lontani da chi si ama, e si cerca di guardare quell’amore finché è possibile, finché la distanza lo permette. Gesù nel vangelo di oggi cerca di educare la gente che lo sta ascoltando a saper andare al di là dell’apparenza. Con un realismo straordinario non nasconde la fine che farà il tempio, ma non usa quella fine per spaventare, ma solo per rimettere a fuoco la questione più importante, più decisiva. E ci dice anche che avremo spesso l’impressione di essere sull’orlo di una fine ma non è così: “Guardate di non farvi ingannare; perché molti verranno in nome mio, dicendo: "Sono io"; e: "Il tempo è vicino". Non andate dietro a loro”.


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