mercoledì 19 agosto 2009

Giovani e Rave Party




Se ne sente parlare di tanto in tanto, quando ci scappa il morto, o i morti come la scorsa settimana... Sono raduni più o meno clandestini, musica a palla e droga a volontà.

Su youtube è possibile farsi un'idea di cosa sia un rave party, ascoltare la musica assordante, guardare quei poveri ragazzi che a testa bassa davanti ad una cassa si muovono forsennati oppure con movimenti lenti e ritardati; è l'apoteosi dell'individualismo, la vittoria del non amore, il regno delle tenebre.

C'è un tormentone poi che ho visto impazzare su youtube, centinaia di giovani che si sono registrati mentre cantano e ballano sulle note dell'ennesimo inno a satana..."Ketamina" una canzone in cui si stranomina Sodoma, si inneggia al calarsi, alla bestemmia e ad ogni sorta di immoralità.

Volete sapere a cosa assomiglia un rave?
Ad un girone infernale...e così, difatti, lo ha definito il protagonista dell'articolo scritto ieri su Avvenire da Nicletta Martinelli.

Buona lettura!


«Nel girone infernale dei rave party ho toccato il fondo»

di Nicoletta Martinelli

Tratto da Avvenire del 18 agosto 2009

«Si ingoia, si aspira, si inietta, si fuma, si beve persino, sotto forma di goc­ce. Ai rave party l’unica indiscussa protagonista è la droga. Da vendere, da scam­biare, da barattare». Il ragazzo che racconta lo chiameremo Andrea perché il suo nome vuo­le tenerlo per sé. La storia che ha vissuto – al contrario – ci tiene a condividerla: «Se può es­sere utile...».

Andrea di rave party ne ha fre­quentati parecchi, la prima volta aveva quin­dici anni. «L’ultima ne avevo diciotto. Quando ho toccato il fondo con l’eroina ho deciso che non volevo cominciare a scavare. Che volevo risalire la china»: e così ha fatto grazie all’aiu­to della Comunità Giovanni XXIII, a Rimini, che lo ha aiutato a disintossicarsi. Poco più che a­dolescente, Andrea ha girato l’Italia per parte­cipare a quei raduni non autorizzati a base di droga, musica e alcol: «La prima soprattutto, il resto fa solo da contorno. Il bello dei rave è che puoi farti alla luce del sole, non hai bisogno di nasconderti per prendere tutte le sostanze che vuoi. Una vera pacchia per gli spacciatori che offrono tutto il repertorio dello sballo».

Anche M. I. (in questo caso è l’autorità giudi­ziaria a non rendere nota l’identità) è partito in cerca del suo paradiso a buon mercato. Il viag­gio è stato lungo, la festa troppo breve: 26 an­ni, aveva lasciato Israele diretto in Italia esclu­sivamente per partecipare al rave party orga­nizzato lo scorso fine settimana nelle campa­gne di Bocca della Selva, tra Campobasso e Ca­serta. «Siamo venuti apposta per il raduno» confermano gli amici del giovane interrogati dalla Polizia e confessano di aver fatto il pieno di stupefacenti ben prima di arrivare a desti­nazione. In tasca della vittima sono stati trovati involucri diversi, uno per ogni differente so­stanza che progettava di consumare. I compa­gni di viaggio lo hanno scoperto esanime do­menica mattina, hanno provato a rianimarlo e a chiamare il 118. Ma il cellulare laggiù è inu­tile, non prende: caricato in macchina il ra­gazzo, hanno guidato fino all’ospedale dove i medici hanno constatato la morte. L’autopsia – eseguita ieri pomeriggio all’ospedale Carda- relli di Campobasso – ha confermato che il de­cesso è stato causato da un cocktail micidiale di sostanze stupefacenti.

Stesso sballo, stessa notte ma altro raduno nel­la campagna tra Diso e Castro, nell’estrema punta del Salento. E altro morto probabilmen­te di overdose, Laura Lamberti, una venti­treenne di Potenza ma l’autopsia eseguita ieri non ha ancora chiarito ogni dubbio. La posi­zione di una decina di perso­ne che hanno organizzato e promosso il raduno non au­torizzato è al vaglio degli in­quirenti.

«Rischi grosso se non conosci le sostanze che ti vendono nei rave. Un cartone, per esempio – racconta Andrea – non è u­guale all’altro. Ma la differen­za può sfuggire ai più». Un car­tone è proprio quel che dice il termine: un pezzo di cartone stampato – ma­gari con innocue figure dei disegni animati – imbevuto di Lsd pura e venduto a quadratini di un centimetro. «Che si masticano. Ma biso­gna fare attenzione. Un Cuoricino rosso, per e­sempio, è quattro volte più potente di un Hof­mann 2000 (Hofmann è il nome dell’uomo che scoprì Lsd, ndr) – racconta Andrea – ma se non lo sai non è detto che qualcuno te lo spieghi. E prendere il primo al posto del secondo può a­vere effetti devastanti». Lo sballo è a portata di tutte le tasche: «Certa­mente. Un cartone costa tra i dieci e i venti eu­ro a centimetro. E se ti organizzi – continua An­drea – puoi fare qualche buon affare con gli scambi. Io mi portavo l’eroina e la barattavo con Lsd che poi scambiavo con qualcosa d’al­tro. E via così».

Ai raduni alternativi trovi di tut­to.

Tanto alternativi – diciamolo - non lo sono neppure più, ormai sono di moda: «Li frequentano anche i figli di papà, i fighetti - li chia­ma Andrea – che vogliono un’esperienza un po’ forte. Gente che poi torna a casa da mamma e papà. Certo, ci so­no ancora i randagi, com’ero io. Che stavo via da casa tre o quattro mesi per volta per se­guire questa follia. Poi i miei genitori mi hanno detto ba­sta. Adesso scegli. O cambi vita o stai fuori per sempre». Una durezza che con Andrea ha pa­gato: «Già. Mi capita ancora di vedere amici di un tempo che svernano in famiglia. Ma così è troppo comodo. Sballati sulle spiagge in esta­te e con la brutta stagione a casa al calduccio. Se anche i genitori di quei ragazzi fossero più rigidi... Lo scontro con la mia famiglia è stato violento – conclude Andrea – però mi ha sal­vato la vita».

1 commento:

  1. Bè la società raccoglie i suoi frutti e anche tante belle patinate famiglie "cristiane" che lo sono a parole e non con i fatti, risultando a tutti gli effetti non convertiti. Abbiamo voluto togliere i divieti, le proibizioni, Dio, il rispetto per il prossimo e se stessi...e adesso diciamo un bel MEA CULPA e cerchiamo di recuperare se ce la faremo, questa gioventù sempre più sballata e sempre più sola e vuota di valori.

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