mercoledì 6 luglio 2011

La coscienza degli animali?


Grazie a Michela Brambilla, ad Umberto Veronesi, a Margherita Hack e ad altri illustri personaggi ho finalmente scoperto che gli animali hanno una coscienza ed un elevato livello di consapevolezza.

Fino ad oggi credevo scioccamente che gli animali adempissero ai loro bisogni primari senza pensare e ragionare sugli stessi, poi ho letto il Manifesto dei diritti degli animali ed ho capito che quando un cane ed un gatto mangiano, non lo fanno per istinto, ma perché sanno quanto sia importante alimentarsi per crescere sani e robusti. I cani della Brambilla e di Veronesi ad esempio mangiano solo cibi vegetariani e rifiutano croccantini a base di carni ed ossa di altri animali...e se qualcuno presenta loro una bella bistecca ai ferri incrociano le zampe e protestano finché non gli si presenta un succulento gambo di sedano.

Non parliamo poi dell'accoppiamento...è risaputo come presso gli animali sia diffusa la castità e la fedeltà coniugale. Passeggiando per il parco può capitare di vedere due animali coniugati, regolarmente sposati perché desiderosi di donarsi reciprocamente la vita, camminare zampa nella zampa (?) custodendo lo sguardo per non cadere nella tentazione di odorare il posteriore del primo animale di turno del sesso opposto.

E' poi noto a tutti lo spiccato senso religioso degli animali; raccolti in preghiera li si vede inginocchiati tra i banchi delle chiese oppure attorno ai tavolini mentre discutono di metafisica sorseggiando con parsimonia dell'ottimo thè indiano.

E così...un giorno vedi un tonno che fa i bisogni dentro un contenitore per il compost per non inquinare, ed un altro vedi i corvi che si prendono cura dei piccoli di altri uccelli...
E poi c'è la marmotta che incarta la cioccolata...e ti svegli tutto sudato!

Suvvia, facciamo i seri! Lo sanno tutti che gli animali non hanno coscienza, tutti, tranne i firmatari del Manifesto sui Diritti degli animali.
La coscienza non può prescindere dalla razionalità e gli animali non sono razionali.

Gli animali si mangiano tra simili, si accoppiano senza alcuna remora, non hanno senso del pudore, talvolta mangiano i loro escrementi e quelli altrui, alcuni sono predatori senza scrupoli per il semplice motivo che non hanno coscienza e di conseguenza gli scrupoli, non hanno coscienza della morte, non hanno rispetto dei morti (butta un cadavere nel mare e vedrai come i pesci si metteranno a pregare o ad inumare la salma), se feriti non chiamano il veterinario, etc...
Che poi alcuni uomini si comportino in modo animalesco è un altro paio di maniche e non a caso li si etichetta quali "animali" o "bestie" ( se si preferisce). E così si dice che una persona sporca è un maiale ed una persona ignorante è una capra, una stupida è una gallina, una scialba è un oca e così via... Da ciò si evince che l'uomo che non fa un buon uso della coscienza o che non la usa affatto è piuttosto un animale (con tutto il rispetto per questi ultimi).

Nel Manifesto si legge che "il primo diritto degli animali è il diritto alla vita", e la domanda nasce, lubranamente parlando, spontanea: "Di quali animali? Di tutti?".

Si perchè, così dicendo, si rischia di incorrere in alcune assurdità. Per cui se ad esempio scorpioni o serpenti o ragni velenosi si alzassero un bel giorno e decidessero di infestare centri abitativi bisognerebbe lasciarli in vita. E lo stesso varrebbe per i ratti portatori di micidiali malattie o di insetti vari (zanzare incluse).

Se tutti gli animali hanno uguali diritti allora perché il cane ha diritto di vivere in un'abitazione e il ratto di fogna no? Andatelo a raccontare a quelli che vivono nelle favelas o nelle baraccopoli quant'è piacevole avere come co-inquilini questi simpatici roditori grandi come gatti.

Purtroppo questi assurdi proclami, fortemente voluti da potenti lobby animaliste, non tengono minimamente in considerazione della visione globale della realtà ignorando, tra le tante cose, che in molti paesi del mondo per tradizione è assolutamente normale mangiare carne di cane o di gatto (Asia, Africa etc...), oppure arrostirsi una tartaruga o mangiarsi un orso.
Paesi in cui è al contrario (e comprensibilmente) assurdo vestire un cane con l'abito da sera o con la tutina da footing.

Gli animali non sono "persone", proprio perché non sono capaci di intendere e di volere: non hanno diritti perché non hanno doveri. I loro comportamenti seguono la legge dell'istinto.

Si possono dare giudizi morali sul comportamento animale? Allora bisognerebbe arrestare tutti i cani che defecano in mezzo alla strada o che si accoppiano, per atti osceni in luogo pubblico! E quando un gatto uccide un topo come minimo bisognerebbe dargli l'ergastolo!
E di esempi se ne potrebbero fare a centinaia.

Se come avevano già tentato a loro modo con il "Progetto grande Scimmia" Peter Singer e Paola Cavalieri, l'attribuzione dei diritti ad un essere vivente non si fonda sulla ragione e sulla volontà, ma sulla sola "autocoscienza" o meglio sulla mera capacità di soffrire e di godere, allora cosa impedirà in un futuro ad un uomo e ad un animale di vivere come "coppia di fatto".

Se gli animali hanno il diritto alla vita, perché negare loro quello all'uso del sesso? Ma se tra essi e gli umani non esistono differenze qualitative non si potrà impedire il congiungimento sessuale di uomini e bestie.

Al solo pensiero di quali scenari si potrebbero aprire, inorridisco!



2 commenti:

  1. "il primo diritto degli animali è il diritto alla vita" - come ci dicono lor signori l'uomo è un animale tra gli altri quindi proibiamo l'aborto? Altrimenti si tratta di umanofobia!

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  2. Salve, non sono un animalista e neanche un ecologista sfegatato, ma non posso fare a meno di notare che la seguente serie di argomentazioni è fallace:

    Gli animali non sono "persone", proprio perché non sono capaci di intendere e di volere: non hanno diritti perché non hanno doveri.

    Secondo questa definizione neanche un feto umano è una persona. La verità è che possono esistere casi in cui ci sono diritti e non ci sono doveri, non è una roba del tipo "non c'è luce senza ombra" o "non c'è bene senza male". Saluti!

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