lunedì 7 dicembre 2020

Commento al Vangelo di Don Luigi Maria Epicoco - Lc 5,17-26

 


Dal Vangelo secondo Luca 

Un giorno Gesù stava insegnando. Sedevano là anche dei farisei e maestri della Legge, venuti da ogni villaggio della Galilea e della Giudea, e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni.

Ed ecco, alcuni uomini, portando su un letto un uomo che era paralizzato, cercavano di farlo entrare e di metterlo davanti a lui. Non trovando da quale parte farlo entrare a causa della folla, salirono sul tetto e, attraverso le tegole, lo calarono con il lettuccio davanti a Gesù nel mezzo della stanza.

Vedendo la loro fede, disse: «Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati». Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere, dicendo: «Chi è costui che dice bestemmie? Chi può perdonare i peccati, se non Dio soltanto?».

Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Perché pensate così nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire "Ti sono perdonati i tuoi peccati", oppure dire "Àlzati e cammina"? Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati, dico a te - disse al paralitico -: àlzati, prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua». Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e andò a casa sua, glorificando Dio.

Tutti furono colti da stupore e davano gloria a Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose».

Parola del Signore 


Commento al Vangelo di Don Luigi Maria Epicoco 

La scena del vangelo di Luca di oggi inizia in maniera apparentemente statica: Gesù è seduto, e insieme con Lui sono seduti farisei e dottori della Legge che da ogni dove erano venuti a cercarlo. La discussione sarà stata di un livello teologico altissimo, ma il vangelo non ci riporta una sola riga delle loro discussioni, ci racconta invece un episodio apparentemente marginale che ha come protagonista un paralitico: “Ed ecco alcuni uomini, portando sopra un letto un paralitico, cercavano di farlo passare e metterlo davanti a lui. Non trovando da qual parte introdurlo a causa della folla, salirono sul tetto e lo calarono attraverso le tegole con il lettuccio davanti a Gesù, nel mezzo della stanza. Veduta la loro fede, disse: «Uomo, i tuoi peccati ti sono rimessi»”. Chi ha bisogno di incontrare veramente Cristo può trovare nelle nostre interminabili discussioni teologiche non una via d’accesso ma bensì un impedimento. C’è un parlare e un essere Chiesa che fa da muro e non da ponte a chi sente il bisogno di incontrare Cristo. Fortunatamente il malcapitato ha amici creativi che con una manovra abbastanza spericolata lo calano dal tetto. È proprio vedendo la loro audacia che Gesù interrompe la discussione e fa ciò che lo caratterizza principalmente: perdona, guarisce, scioglie. Questo perdono donato, invece di suscitare gratitudine in coloro che fino a un minuto prima discutevano con Lui, provoca indignazione: “Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere dicendo: «Chi è costui che pronuncia bestemmie? Chi può rimettere i peccati, se non Dio soltanto?»”. Quando si incontrano credenti che si indignano per l’eccessivo perdono, bisogna ricordare loro che se Cristo non agisse con questa smisuratezza, nessuno potrebbe davvero varcare la porta del Paradiso. Infatti il perdono non è dire “non fa nulla”, ma è ridare a una persona la possibilità di poter tornare a camminare con le proprie gambe verso ciò che proprio perché libero può nuovamente scegliere o rifiutare.


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