venerdì 1 maggio 2009

Predicare oggi...


Vi presento alcuni estratti tratti dal recente Intervento di Padre Raniero Cantalamessa in occasione del Capitolo internazionale delle Stuoie di tutti i Francescani, nell’VIII Centenario dell’approvazione della Regola di S. Francesco. Sono parole riferite all'ordine francescano, ma facilmente estendibili a qualsiasi altro istituto... Buona lettura.


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In una mia predica alla Casa Pontificia feci una volta delle riflessioni che credo possono servire anche a noi qui. Nelle chiese protestanti, e specialmente in certe nuove chiese e sètte, la predicazione è tutto. Di conseguenza, è ciò a cui vengono avviati e in cui trovano naturale modo di esprimersi gli elementi più dotati. E' l'attività numero uno nella Chiesa. Chi sono invece quelli che sono riservati alla predicazione tra noi? Dove vanno a finire le forze più vive e più valide della Chiesa? Che cosa rappresenta l'ufficio della predicazione, tra tutte le possibili attività e destinazioni dei giovani preti? A me sembra di scorgere un grave inconveniente: che alla predicazione si dedichino solo gli elementi che rimangono dopo la scelta per gli studi accademici, per il governo, per la diplomazia, per l'insegnamento, per l'amministrazione.
Parlando alla Casa Pontificia dissi: bisogna ridare all'ufficio della predicazione il suo posto d'onore nella Chiesa; qui aggiungo: bisogna ridare all’ufficio della predicazione il posto d’onore nella famiglia francescana. Mi ha colpito una riflessione del de Lubac: "Il ministero della predicazione non è la volgarizzazione di un insegnamento dottrinale in forma più astratta, che sarebbe ad esso anteriore e superiore. E', al contrario, l'insegnamento dottrinale stesso, nella sua forma più alta" [11]. San Paolo, il modello di tutti i predicatori, certamente metteva la predicazione prima di ogni cosa e tutto subordinava ad essa. Faceva teologia predicando e non una teologia da cui lasciare poi che altri desumessero le cose più elementari da trasmettere ai semplici fedeli nella predicazione.

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Viviamo in una società in molti paesi diventata post-cristiana; la cosa più necessaria è aiutare gli uomini a venire alla fede, scoprire Cristo. Per questo non basta una predicazione morale o moralistica, occorre una predicazione kerigmatica che vada diritto al cuore del messaggio, annunciando il mistero pasquale di Cristo. Fu con questo annuncio che gli apostoli evangelizzarono il mondo pre-cristiano e sarà con esso che possiamo sperare di ri-evangelizzare il mondo post-cristiano.

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