giovedì 5 luglio 2018

Commento al Vangelo di Don Luigi Maria Epicoco - Mt 9,1-8

Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, salito su una barca, Gesù passò all’altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati». 
Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestemmia». Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa infatti è più facile: dire “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ma, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Àlzati – disse allora al paralitico –, prendi il tuo letto e va’ a casa tua». Ed egli si alzò e andò a casa sua. 
Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.
Parola del Signore

Commento al Vangelo di Don Luigi Maria Epicoco

La famosa scena del Vangelo di oggi ci racconta della guarigione di un paralitico portato da Gesù non appena giunto nella sua città. L’affermazione che Gesù fa dovrebbe far rabbrividire tutti quelli che pensano che il peccato sia solo il retrogusto di un’educazione moralistica che è legata soprattutto al passato: “Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati»”. Il mondo di oggi non ama parlare di peccato. È questo anche il motivo per cui ci si confessa poco o ci si confessa male. Il sacramento della confessione rimane sempre un sacramento “fastidioso” perché ci costringe a mettere alcol sulla ferita. E se l’effetto è quello di disinfettare in vista di una guarigione, dobbiamo però anche dire che l’alcol su una ferita brucia. Noi non vorremmo mai sentire il dolore di una ferita, preferiamo trovare il modo di coprirla, dimenticarla, nasconderla, ma quasi mai troviamo il coraggio di esporla perché sia disinfettata e guarita. Il bello (o il brutto) è che ci riusciamo anche, ma gli effetti del peccato solitamente diventano infelicità per il peccatore, paralisi della sua volontà, incapacità a sentire il gusto della vita, rabbia, rancore, in pratica una vita ferma, una vita morta, una vita non più viva. La felicità di una persona non dipende dal fatto se cammina sulle sue gambe o se è su una sedia a rotelle. La felicità di una persona dipende da quanto quella vita è libera da tutto ciò che potrebbe ucciderla, fermarla, oscurarla. Il peccato ne è la causa principale, perché il peccato è un male che non solo fa il male ma ci fa male. In questo senso Gesù non è innanzitutto un taumaturgo ma Colui che può rimettere i peccati. Infatti lo scandalo viene esattamente da queste sue parole: “Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere in terra di rimettere i peccati: alzati, disse allora al paralitico, prendi il tuo letto e va' a casa tua”. Dovremmo chiedere di essere perdonati prima ancora che guariti. Il perdono è una forma di guarigione più alta.


Nessun commento:

Posta un commento