domenica 25 aprile 2010

Ipazia, i parabolani e gli scheletri nell'armadio


di Rino Camilleri
tratto da Il Giornale 25 aprile 2010

Ricordate il film Le crociate di Ridley Scott? L'autore dichiarò di aver voluto fare un’opera contro tutti i fondamentalismi ma, guarda caso, nella trama solo i cristiani erano cattivi e infidi, mentre i musulmani erano buoni e generosi. Ora è il turno di Alejandro Amenábar, che - testuale - col suo film Agorà ha voluto denunciare, anche lui, i fondamentalismi. Ma, vedi un po’, anche qui i cattivi sono i cristiani. Naturalmente è vero che anche il cristianesimo ha avuto i suoi supporters a mano armata, ma Scott ha dovuto cercarli nel XII secolo e Amenábar nel V. Sì, perché a far problema oggi non è certo il cristianesimo, bensì altre religioni i cui fanatici la mano armata ce l’hanno ancora, e certi registi olandesi ne sanno qualcosa. Così, è più comodo «denunciare» chi non si difende, per cose avvenute mille e rotti anni fa, e pazienza se oggi non è certo la «scienza» ad essere perseguitata bensì il cristianesimo.
Ipazia, scienziata bella e giovine, trucidata dai cristiani su ordine del vescovo Cirillo ad Alessandria nell’anno 415: questo il mito politicamente corretto. Intanto avvertiamo che prima di Voltaire (1736) Ipazia non se la filava nessuno; sono i philosophes a trarla dall’armadio dei secoli per metterla in quello degli «scheletri» della Chiesa. Nel secolo dei romantici Ipazia diventa la rappresentante del mondo pagano (visto come dorato e tollerante, dove si viveva in armonia con la natura e i suoi dèi) uccisa dal fanatismo monoteista. Nel Novecento eccola proto-femminista contro la «misoginia» cattolica. La verità? Innanzitutto, della sua beltà niente sappiamo: aveva sui sessant’anni quando morì. Scienziata? Suo padre, Teone, si dava da fare coi misteri ermetici e orfici. Lei era neoplatonica e la sua «scuola» era in realtà un cenacolo ristretto in cui si insegnavano «misteri» da non divulgare ai «profani» (infatti, non rimane alcuna sua opera, quel poco che si sa lo si deve ai discepoli). Come neoplatonica era molto vicina al cristianesimo di cui apprezzava le virtù stoiche, tant’è che Sinesio di Cirene, suo alunno e ammiratore, finì vescovo. Come quel Cirillo (santo e Padre della Chiesa) che, secondo alcuni, avrebbe ordinato il linciaggio di Ipazia per odio al paganesimo, alle donne e alla scienza. Macché. Cirillo non temeva affatto i pagani, ormai innocua minoranza, bensì gli eretici (cristiani), che non cessava di contrastare. Suo antagonista politico era il governatore (cristiano) Oreste, il quale, da buon funzionario bizantino e, dunque, cesaropapista, riteneva che la Chiesa dovesse essere sottomessa alla Stato. Il contrasto (ripetiamo: politico) tra i due aveva creato in città partiti contrapposti, fazioni politiche che nell’età bizantina erano la regola.
Ebbene, in Alessandria tutti sapevano che eminenza grigia di Oreste era la vecchia Ipazia. Nel partito favorevole a Cirillo c’era un gruppo che il santo a stento riusciva a tenere a bada, i famigerati «parabolani», così chiamati dal nome dei gladiatori contra leones aboliti molto tempo prima da Teodosio. Si aggiunga che nella testa del popolino - e nelle dicerie - gli insegnamenti misterici di Ipazia, di cui nulla trapelava, erano diventati chissà quali pratiche di magia nera. Finì che la lettiga con cui gli schiavi portavano Ipazia a spasso venne assalita e lei linciata. Cirillo e Oreste, che non pensavano che le cose sarebbero trascese a tal punto, rimasero così impressionati da affrettarsi a far pace. Oreste, cui l’ordine pubblico era sfuggito di mano, lasciò la città. Rimase san Cirillo con la patata bollente in mano. Morale: se qualcuno si scandalizza del fanatismo di certi cristiani d'antan ricordi che anche Robespierre, Hitler e Stalin erano battezzati cristiani. Hitler era addirittura cattolico.

3 commenti:

  1. IO ho visto il film Agora e sonorimasto scandalizzato da come certi registi manipolano la storia per screditare la chiesa.
    Purtroppo la maggior parte delle persono che vanno a vedere questi film, finiscono per prendere per buone queste storie che non hanno nessun fondamento storico, anzi i pochi docomenti che si hanno contraddicono pienamente il film.

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  2. Spiacente di contraddirti, ma la base storica del film è solida e la lapidazione di Ipazia non è l'unico atto di violenza storicamente accertato compiuto dai parabalani (o parabolani). Del resto, basta fare una gita archeologica in Egitto per vedere coi propri occhi i resti fisici della ferocia distruttiva dei primi cristiani sui templi pagani.
    Anche questa è storia e va raccontata, volerci leggere per forza delle condanne è malafede.

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  3. su Ipazia la discussione, a mio modesto avviso, è impostata in modo fuorviante, perché il giudizio sul film è strettamente personale ed ognuno può avere il suo. ma qui sta il punto, la libertà di pensiero non è legata a nessun credo; ed è proprio il "Credo" il vero spartiacque tra chi ha certezze assolute e verità rivelate ed immutabili e chi rimette in discussione i propri pensieri, ogni giorno. a questo punto, mi dispiace, ogni discussione, sta a zero, se non si accetta che al centro dell'agorà sta la tolleranza ed il rispetto reciproco di ogni pensiero non violento e non prevaricatore, espresso da chiunque, uomo o donna che sia. mentre, è inutile negarlo, la fazione vincente del cristianesimo ha sempre cercato, con tutti i mezzi a disposizione, di zittire e di ridurre all'impotenza il dissenso, e negare tutto ciò equivale ad offendere la propria e l'altrui intelligenza. la storia della Chiesa è letteralmente piena di intolleranza perché è quel "Credo" che impedisce di agire diversamente, è quell'ipse dixit che ha condannato Giordano Bruno e Galileo Galilei. Ipazia, invece, oltre ad interpretare la tolleranza ed il libero pensiero aveva la massima colpa di essere una donna, perché è inutile negarlo, l'atteggiamento nei suoi confronti è tipico della Chiesa; una misoginìa fondata sulle parole di s.Paolo nella Lettera agli Efesini: "22Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore; 23il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della Chiesa, lui che è il salvatore del suo corpo. 24E come la Chiesa sta sottomessa a Cristo, così anche le mogli siano soggette ai loro mariti in tutto". dissentire dal "pensiero unico" equivale ad emettere la propria condanna a morte (morale e civile). il dissenso è pericoloso perché insinua il dubbio e questo l'ho visto con molte persone anziane che rifiutano ogni discussione classificandola come una "filosofia" ed accettano solo certezze perché "credono nel Credo".

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