lunedì 17 aprile 2017

Commento al Vangelo di Don Luigi Maria Epicoco - Mt 28, 8-15

 


Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».

Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, dicendo: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino a oggi.

Parola del Signore.


Commento al Vangelo di Don Luigi Maria Epicoco 

Come si reagisce davanti a un fatto? Lo si accetta. Un antico adagio così diceva: “Contro i fatti non valgono gli argomenti”. Eppure il “fatto” della resurrezione di Cristo scatena immediatamente una campagna mediatica per mistificarne la portata: “Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”.

E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione”. Aveva ragione Gesù quando disse che per alcuni “anche se uno risorgesse dai morti non sarebbe creduto”. Ma all’incredulità dei sacerdoti si contrappone l’esperienza delicata e intensa delle donne che per prime incrociano il Risorto: “Esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono”. Avvicinarsi, abbracciare e adorare sono verbi importantissimi per un cristiano che vuole capire Gesù Cristo.

Non si sta davanti a Lui con la presunzione dei sapienti, né con l’indifferenza dei tiepidi. Per capire Gesù Cristo bisogna avvicinarsi, abbracciare, baciare (adorare). E’ un rituale d’amore. La Pasqua la si comprende solo a patto di imparare l’amore e il suo linguaggio. L’unico vero annuncio che possiamo dare è quello di averLo incontrato. Cristo non ci chiede di diffondere una notizia ma di diffondere un incontro. Evangelizzare non significa diffondere informazioni ma raccontare esperienze vere, come quella di queste donne.


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