domenica 8 novembre 2020

Commento al Vangelo di Don Luigi Maria Epicoco - Mt 25,1-13

 Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: "Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le lampade, ma non presero con sé olio; le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell'olio in piccoli vasi.
Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono. A mezzanotte si levò un grido: "Ecco lo sposo, andategli incontro!". Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. E le stolte dissero alle sagge: "Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono".
Ma le sagge risposero: "No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene".
Ora, mentre quelle andavano per comprare l'olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa.
Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: "Signore, signore, aprici!". Ma egli rispose: "In verità vi dico: non vi conosco".
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora".

Parola del Signore 


Commento al Vangelo di Don Luigi Maria Epicoco 

"Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono". So bene che la narrazione del Vangelo di oggi è tutta tesa sulla mancanza dell'olio delle vergini stolte e sulla lungimiranza delle vergini sagge, ma a me colpisce questa solidarietà del sonno. E' un po come se il Vangelo volesse dirci che importa poco se sei saggio o meno perché la vita arriva fino al punto di sfiancarti comunque. Siamo umani ed essere santi non significa negare la nostra fragilità. Sagge o meno sagge, tutte si addormentano. Ma l'arrivo dello sposo svela la differenza di vissuto della medesima fragilità. Se tutte dormono, ciò non significa che quando si svegliano sono tutte preparate. Essere preparati significa aver fatto scorta di ciò che conta. L'olio di cui si parla non è una "cosa", ma è un frutto. Rappresenta l'amore che abbiamo dato nella vita. Chi ha amato ha fatto scorta di quest'olio, e quando passerà la notte della sua fragilità, o quando finirà il buio di questa vita terrena, avrà ciò che gli serve per tenere la luce accesa. In questo senso l'olio non è cedibile perchè non si può cedere la nostra esperienza d'amore; è nostra in maniera radicale. Sembra che il vangelo di oggi ci dica: "invece di passare il tempo a voler rimuovere la tua fragilità, fai scorta di ciò che conta. Ama ora, ama quello che c'è, ama come puoi, ama sempre. Questo ti darà interiormente il necessario quando verrà lo Sposo". La stoltezza è voler rimanere a tutti i costi svegli. Ed è questa presunzione la vera porta chiusa da cui non riusciamo a passare.


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