venerdì 29 gennaio 2021

Commento al Vangelo di Don Luigi Maria Epicoco - Mc 4,26-34

 


Dal Vangelo secondo Marco 

In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».

Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell'orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».

Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.

Parola del Signore 


Commento al Vangelo di Don Luigi Maria Epicoco 

«Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga». Il Vangelo di oggi ci chiede un unico gesto. Tutta la vita racchiusa in un gesto: "gettare il seme". Il resto non compete a noi, non dipende da noi. E' un po' come voler dire che la vita è tale solo se la metti in condizioni di portare frutto. E sono le scelte le cose che mettono in condizioni la vita di portare frutto. Noi vogliamo sempre controllare tutto, e stiamo male perché non ci riusciamo, forse perché siamo convinti che alla fine tutto dipende sempre da noi. Ma non è così. Da noi non dipende tutto. C'è una parte della vita che accade, che viene fuori al di là delle nostre capacità e delle nostre forze. Noi possiamo solo essere come quel contadino che con fiducia getta il seme. Non bisogna avere paura di scegliere qualcosa nella vita. Non bisogna avere paura di fidarsi. Non bisogna avere paura di rischiare in una scelta. C'è qualcosa di più brutto di sbagliare, e cioè il non provarci nemmeno. Non verrà fuori nessun grano da un campo dove non è stato seminato nulla. Da quello seminato potrebbe venir fuori anche erbaccia insieme al grano. Ma è meglio correre il rischio di non avere la perfezione, che non avere nulla per paura dell'imperfezione. «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? Esso è come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti semi che sono sulla terra; ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi». La seconda caratteristica che Gesù sottolinea sta nel potenziale nascosto nelle cose piccole fatte e vissute con fede. In fondo molte famiglie si sono salvate per piccoli atti di amore vissuti con fede da donne (soprattutto) e uomini che hanno sperato in tempi difficili. 


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