martedì 7 aprile 2009

Fare di Dio un idolo


C’è un immagine molto efficace per spiegare questo concetto ed è di un santo sacerdote.

Si sa che in greco idea (eideia) e idolo (eidolon) sono quasi sinonimi.

Possiamo immaginare questa scena.

Un re acconsente a posare per farsi ritrarre da un pittore. A mano a mano che l'immagine del re si delinea sulla tela, il pittore è sempre più preso da essa, le gira intorno rapito e la contempla. Finché, terminato il lavoro, egli è così entusiasta che finisce per dimenticarsi completamente del re presente e voltargli le spalle, tutto intento com'è a illustrare agli amici le caratteristiche del ritratto da lui eseguito.

Ma la cosa non finisce neppure qui. Discepoli dell'artista vengono a fare copie del ritratto, modificandolo ed adattandolo ognuno secondo il proprio stile e il proprio gusto. Altri traggono copie dalle copie...Il ritratto è ormai in ogni angolo, ma così lontano dal vero che quando il re in persona compare in città nessuno lo riconosce più.

Esiste dunque una forma di idolatria religiosa che non consiste nel farsi di Dio delle rappresentazioni, o immagini, esterne, come il vitello d'oro, ma nel farsi di lui delle immagini interne, mentali e invisibili, e nello scambiare questa immagine, che è la propria idea di Dio, per il Dio vivo e vero, contentandosi di essa.

Chi si fa un’idea della natura divina in base al ragionamento della sua mente -scrive san Gregorio Nisseno- si è costruito un idolo di Dio, non ha conosciuto Dio

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