mercoledì 1 aprile 2009

Santa Gemma e l'Eucaristia


L’Eucaristia è Gesù Amore. Per questo è il Sacramento dell’Amore, di tutto l’amore: contiene il Dio vivente che è Dio Amore (1Gv 4,8) e che ci ha amato fino alla fine (cfr. Gv 13,1).

Tutte le espressioni dell’amore, le più alte e le più profonde, sono racchiuse nell’Eucaristia: l’amore crocifisso, l’amore unitivo, l’amore adorante, l’amore contemplativo, l’amore orante, l’amore inebriante, l’amore santificante, l’amore riconciliante, l’amore escatologico.

Gesù Eucaristico è Amore crocifisso nella celebrazione eucaristica, poiché il Cristo unisce il sacrificio personale di ciascuno di noi e quello di tutti gli uomini al suo sacrificio redentore; è Amore unitivo nella Comunione sacramentale e spirituale, in cui si fa uno con chi Lo riceve; è Amore adorante nel Tabernacolo, in cui è presente come olocausto di adorazione al Padre; è Amore contemplativo nell’incontro con le creature che amano stare ai suoi piedi, come Maria di Betania (cfr. Lc 10,39); è Amore orante nella sua incessante intercessione per noi al cospetto del Padre (cfr. Eb 7,25); è Amore inebriante nelle celesti ebbrezze dell’unione nuziale con i vergini e le vergini, che Egli stringe a sé con amore esclusivo, come strinse a sé l’evangelista Giovanni, quello che nella cena si era trovato al suo fianco (Gv 21,20); è Amore santificante, che sgorga dall’unità del Padre e del Figlio, perché tutte le creature siano in Dio una cosa sola e il mondo creda che il Figlio è l’inviato del Padre (cfr. Gv 17,21); è Amore riconciliante, che ci ottiene il perdono dei peccati e ci corrobora nelle forze (cfr. Rm 5,11); è Amore escatologico, che ci da il pegno della partecipazione alla sua vita gloriosa (cfr. 1Cor. 11,26).

Gemma aveva intuito ben presto tutto questo. Nell’Autobiografia, già dal suo primo incontro con Gesù sacramentato, sebbene avesse scritto accusandosi di essere divenuta “più cattiva”, tuttavia aggiunge di aver avuto “soltanto il desiderio di far presto la ss. Comunione”; e le maestre “lo conobbero sì forte che lo concessero ben presto”. Don Raffaele Cianetti, predicando il corso di esercizi alle bambine, spesso ripeteva: “chi si ciba di Gesù, vivrà della sua vita”. Queste parole avevano inondate di gioia la giovanissima Gemma, che tra sé commentava: “dunque, quando Gesù sarà in me, io non vivrò più in me, perché in me vivrà Gesù. E morivo dal desiderio di arrivare a poter dire queste parole […] alle volte nel meditare queste parole, passavo intere le notti, consumando dal desiderio” . Sembra che la prima comunione segnasse una data decisiva nella vita spirituale della giovane lucchese: “ciò che passò tra me e Gesù in quel momento non so esprimerlo. Gesù si fece sentire forte forte alla misera anima mia. Capii in quel momento che le delizie del cielo non sono come quelle della terra. Mi sentii presa dal desiderio di render continua quell’unione col mio Dio. mi sentivo sempre più staccata dal mondo e sempre più disposta al raccoglimento”.

Abbiamo cercato di sottolineare le grazie ricevute da Gemma in quel giorno memorando, perché esse danno un’idea molto precisa del grado di intimità con Dio da lei raggiunto fin da ragazza e soprattutto perché annunciano i progressi della sua persona nella comunione sempre più trasformante di sé con Gesù eucaristia. Fra i cinque propositi allora concepiti, leggiamo anche quello di visitare spesso Gesù Sacramentato, specialmente quando si sentiva afflitta e di comunicarsi “ogni volta come fosse l’ultima”. Continuò a partecipare alla celebrazione eucaristica “due o tre volte alla settimana” e Gesù si faceva sentire, facendole gustare “consolazioni grandissime”. Alcuni anni dopo, a conclusione di un corso di esercizi fatti presso le Zitine, fra l’altro propone: “fare ogni giorno la visita a Gesù Sacramentato e parlargli più col cuore che con la lingua”.

È indubbio che la spiritualità di Gemma avesse un accento eucaristico. A conferma di ciò vi sono le non poche lettere scritte dalla giovane lucchese al padre Germano, dove torna spesso e volentieri sulla esperienza eucaristica: "Oh! Che preziosi momenti sono quelli della s. Comunione. È una felicità la Comunione, babbo mio, che mi pare che non possa paragonarsi che alla beatitudine dei santi e degli angeli. Essi mirano in faccia a Gesù, e son certi di non peccare e di non perderlo più; ed io l’invidio in queste due cose, e vorrei essere loro compagna; ma nel resto avrei motivo di esultare, perché Gesù entra ogni giorno nel mio cuore…non è vero, babbo mio, che a star sempre uniti a Gesù direi di gustare una gioia del paradiso?” .

“E basti fin qui”, scrive padre Germano nella sua biografia su Gemma a conclusione dei due capitoli dedicati alla vita eucaristica della sua figlia spirituale. Ed aggiunge: “rileggo quel che ho scritto e mi sento profondamente commosso” . La nostra distanza dalla giovane santa non supera la sincerità con la quale riconosciamo umilmente di non poter aggiungere una sola parola di commento a quanto ella osava scrivere per confidare al “buon babbo” le sue ineffabile esperienze.

La giovane santa lucchese aveva indubbiamente compreso, per grazia divina, che l’eucaristia è Amore Crocifisso: non le sembra che sia quasi una fortuna che io sia nata peccatrice? perché le vene di Gesù, piene di sangue sacramentato, stanno sempre aperte per i peccatori. Viva Gesù! ; è Amore unitivo: mio Gesù, io struggo…io muoio…io muoio per te…Gesù, cibo delle anime forti, fortificami, purificami, divinizzami…Dio grande, Dio di ogni sacrificio, Gesù, aiutami. Ho sete di te, o Gesù…Fa che cibata che sia, almeno resti sazia! ; è Amore adorante e, a tal proposito, si legge in una lettera che Gemma diceva al padre spirituale: «Sa cosa facciamo quando viene l'Angelo? Adoriamo insieme l'infinita maestà di Dio; facciamo a gara per vedere chi ripete più forte: "Viva Gesù!". E non parliamo più. Faccio bene? Ubbidisco così?» .

E’ amore contemplativo nell’incontro con le creature: figurando un’accademia di paradiso, si deve imparare ad amare soltanto. La scuola è nel cenacolo, il maestro è Gesù, le dottrine da impararsi sono la sua carne e il suo sangue . E’ amore orante: è notte, babbo mio; mi avvicino a dimattina: Gesù possederà me e io possederò Gesù. L’ho io forse meritata tanta fortuna? No, babbo mio, è vero? Gesù, mio Dio vero, oggetto unico degli affetti miei, che sarebbe per me morire dopo avervi ricevuto? Sì, morire nell’estasi della santa Comunione! Che sarebbe per me? Mio solo amore, Gesù, ti aspetto presto!! ; è amore inebriante: mio Dio, aprimi il tuo cuore. O Gesù, aprimi il tuo petto sacramentato, ché voglio depositarvi tutti i miei affetti. E tu, o Gesù, mi hai detto più volte che mi accoglierai con generosità: è vero, mio Gesù? ; è amore santificante: Mio Gesù! Con quale amore, o Gesù, potrò contraccambiarti? Via, Gesù, partiamo!

Andiamo, andiamo nel tuo Paradiso! ; è Amore riconciliante: mio Dio! o Gesù, amor mio, bene increato! Che sarebbe stato di me, o Gesù, se la tua sollecitudine non mi avesse a te condotto?
Aprimi il tuo cuore, o Gesù; aprimi il tuo petto sacramentato, io ti apro il mio! ; è Amore escatologico: che allegrezza o Gesù, abitare nel tuo Paradiso! Non sei tu, o Gesù, che mi hai messo questo desiderio?...Sì, mio Gesù, per non fare altro che la tua volontà!...Gesù in vita, Gesù dopo la vita, Gesù in eterno!...Mio Gesù, amor mio! .

Nessun commento:

Posta un commento