Dal Vangelo secondo Giovanni
Il giorno dopo Gesù aveva stabilito di partire per la Galilea; incontrò Filippo e gli disse: «Seguimi». Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro. Filippo incontrò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazaret». Natanaèle esclamò: «Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, credi? Vedrai cose maggiori di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo».
Parola del Signore
Commento al Vangelo di Don Luigi Maria Epicoco
Come si incontra Cristo? Sembra che il Vangelo di oggi risponda a questa domanda. Cristo lo si incontra attraverso un intreccio di relazioni che in un modo diretto o indiretto alla fine ci portano fino a Lui: “Il giorno seguente, Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo, e gli disse: «Seguimi». Filippo era di Betsàida, della città di Andrea e di Pietro.
Filippo trovò Natanaele e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella legge e i profeti: Gesù da Nazaret, figlio di Giuseppe». Natanaele gli disse: «Può forse venir qualcosa di buono da Nazaret?» Filippo gli rispose: «Vieni a vedere».” Tutta questa cronaca è una grande testimonianza di come Gesù sia arrivato nella vita dei discepoli attraversando le loro relazioni. All’inizio dell’esperienza cristiana non c’è un’esperienza mistica o eccezionale, ma un’esperienza profondamente umana. Ci sono relazioni su cui la Grazia di Dio riesce a far leva fino al punto da farla diventare la strada principale che Gesù percorre per arrivare direttamente a noi. Davvero dovremmo dire che l’amicizia è l’ottavo sacramento. E poco importa se delle volte non facciamo proprio discorsi da santi, così come capita a Natanaele che sembra più preso dai suoi pregiudizi su Nazareth che su quello che gli viene detto. Anche su discorsi simili Gesù può operare conversioni a noi inimmaginabili: “Natanaele gli chiese: «Da che cosa mi conosci?» Gesù gli rispose: «Prima che Filippo ti chiamasse, quando eri sotto il fico, io ti ho visto». Natanaele gli rispose: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele». Gesù rispose e gli disse: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, tu credi? Tu vedrai cose maggiori di queste»”. Gesù ha la capacità di intercettarci anche in dettagli che per gli altri non contano nulla ma che per noi sono decisivi. L’unica cosa che dovremmo conservare è la capacità di accorgercene e l’umiltà di accogliere ciò che ci sta accadendo. Perché non è mai scontato che Gesù passi nella nostra vita e noi diciamo automaticamente di Sì.
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