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venerdì 20 febbraio 2009

Satanismo e violenze sui minori, un orrore senza fine!



Si sente spesso parlare di rapimenti di minori e violenze sui minori, in pochi sanno che nella maggior parte dei casi dietro le reti di pedofili e trafficanti di bambini si nascondono organizzazioni sataniste. "Michela", fuggita da una potente setta satanica italiana ha raccontato in un capitolo crudo e sconcertante la terribile realtà dei cruenti rituali sui bambini. Sono più frequenti di quanto si possano immaginare e coinvolgono molte importanti personalità del nostro paese. "Michela" non fa nomi, ma assicura...con lei c'erano molti personaggi famosi.

Pedofilia, aborto, omosessualità, stupro, omicidio...quante nefandezze!


Tratto dal libro "Michela fuggita da satana, la mia lotta per scapparedall'Inferno", PIEMME

I rituali sui bambini

Ho lasciato consapevolmente per ultimi i ricordi che mi fanno più male. Non posso però evitare di raccontarli qui, perché sono convinta che sia necessario rendere tutti consapevoli di quello che veramente sono e fanno le sette sataniche.

Il peggio succedeva quando era la vigilia delle feste dedicate agli angeli e ai bambini: i tre arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele (29 settembre), gli angeli custodi (2 ottobre), il Natale (25 dicembre), i santi innocenti (28 dicembre), l'Epifania (6 gennaio), la presentazione del neonato Gesù al tempio (2 febbraio, lacosiddetta Candelora).

In particolare queste ultime tre circostanze vedevano in primo piano i rituali sui bambini, che per me sono stati i più drammatici in assoluto. A volte, durante la messa nera, un bambino veniva chiuso vivo dentro un sarcofago. Però non so se poi lo lasciavano oppure lo toglievano: in quei riti la Dottoressa mi portava via prima della conclusione, dato che non avevo ancora raggiunto il livello giusto all'interno della setta. In un'altra circostanza a una bambina è stata fatta bere una pozione che credo fosse velenosa, poiché subito dopo ha cominciato ad avere dolori atroci alla pancia: si contorceva in maniera pazzesca, fino a cadere a terra priva di sensi.
La notte del 5 gennaio era destinata al battesimo diabolico, con la consacrazione dei neonati a Satana. Una madre portò davanti all'altare un bambino che poteva avere due-tre mesi e lo consegnò al Sacerdote, che fece con il pugnale una aspersione di sangue sul suo corpicino e pronunciò alcune formule.

La donna venne premiata con un rapporto sessuale con il Sacerdote e con un altro adepto a sua scelta. Al momento dell'elevazione del calice, le fu permesso inoltre di alzarlo tenendolo insieme con il Sacerdote: e questo era davvero un grande onore.

Un'altra volta ho visto la consacrazione del feto che una gestante ha fatto, offrendolo a Satana mentre ancora portava il bambino nella pancia. Quella donna l'ho rivista nelle settimane successive. Poi purtroppo poteva capitare che il figlio nascesse - o fosse tirato fuori con il cesareo - e avesse vita breve, perché tutto era in funzione della glorificazione del demonio. Quei donati, figli di donne che facevano parte della setta,venivano partoriti clandestinamente, con l'assistenza di medici compiacenti, e non risultavano registrati all' anagrafe.
Io non ho mai preso precauzioni per evitare di rimanere incinta, nonostante nei riti ci fossero rapporti di ogni tipo. Né venivano utilizzati preservativi, neanche contro il rischio della trasmissione di malattie sessuali Comunque, quando una di noi era incinta veniva considerata una prediletta di Satana e suo figlio, nella nostra follia, rappresentava un dono per lui.

Nella notte del 27 dicembre, in spregio di quei bambini che furono uccisi da Erode e che la Chiesa cattolica venera come martiri innocenti, veniva offerto a Satana il sacrificio di un bimbo. Qualche settimana prima, durante un sabato notte, avevo sentito il Sacerdote arrabbiarsi con un confratello che non aveva ancora trovato il bambino da offrire per quella data: evidentemente poi quella tragica ricerca era andata a buon fine.

Si trattava di un maschietto di seis-ette anni, vestito con una tunica bianca, senza cappuccio. Stava attaccato alle braccia del Sacerdote, come se si fidasse di lui, e probabilmente era stato drogato. Le formule utilizzate non le avevo mai sentite in precedenza: veniva invocato soltanto Asmodeo, mentre nelle altre occasioni sentivo nominare anche Lucifero e Belzebù. La Dottoressa mi stava di fianco e mi sussurrava: «Vedi com'è fortunato... lui può donare a Satana la sua innocenza...».
Mentre un altro adepto teneva fermo il bambino, il Sacerdote lo stese sull'altare e cominciò a fargli sgocciolare addosso cera bollente. Anche altri confratelli gli posarono sul corpo piccoli carboni accesi. Il piccolo urlava e in tutti noi cresceva la rabbia verso di lui. Poi il Sacerdote lo sodomizzò e altrettanto fecero gli altri maschi della setta. A vedere gli abusi pazzeschi a cui veniva sottoposto questo povero bambino provai un blocco che mi rese totalmente incapace di fare una qualunque cosa contro di lui. Probabilmente mi era tornata in mente qualche violenza subita nella mia infanzia. La Dottoressa decise allora che per potere fare ulteriore carriera nella setta avrei avuto bisogno di una più intensa "terapia". Avrebbe intensificato le sedute per aiutarmi a superare il mio blocco con i bambini. Era già in programma (subito dopo che avessi portato a compimento la "missione" contro Chiara) una messa nera in cui era prevista l'offerta di un bambino a Satana e io avrei dovuto dimostrare di avere superato il mio blocco. Seppi dalla Dottoressa che dovevo formarmi adeguatamente perché in alcuni riti l'offerta di un bambino a Satana avrebbe dovuto concludersi con il taglio dei testicoli, e la deposizione del cuore del bimbo dentro al calice.

Sono quegli occhi smarriti e terrorizzati l'incubo che mi porterò dietro per tutta la vita anche se alcune scene a cui ho assistito durante questi riti (in cui tra l'altro ero imbottita di droghe e di alcolici) devono essere state talmente traumatiche per me che non riesco neanche a ricordarle; quando mi torna in mente qualche flash provo un dolore così lancinante che ho proprio l'impressione di impazzire. Anche di recente, quando mi hanno messo in braccio dei bambini piccoli, sono stata presa da un'angoscia che mi ha costretta a ridarli alla mamma e a scappare via fra le lacrime. Quando, nei primi tempi della conversione, mi confidavo con Chiara, le ripetevo che - anche se la misericordia infinita di Dio mi avesse perdonata - io non sarei mai riuscita a perdonarmi per ver assistito a tali riti così orribili.

Per quello che ho compreso, alcuni dei bambini sacrificati dalla setta erano stati presi per strada, scegliendoli fra quei piccolini che chiedono l'elemosina ai semafori e dei quali nessuno in sostanza si cura. Se anche scompaiono, è difficile che le loro famiglie zingare facciano la denuncia alle forze dell'ordine. Altri bambini arrivavano invece dal giro della pedofilia, che non di rado è invece una copertura per le attività sataniche.


martedì 13 gennaio 2009

Testimonianze di ex satanisti e profanatori di ostie consacrate - 1



"Io, sfuggita da Satana": intervista a Michela, la suora ex satanista



Mi dicevano: devi uccidere»

di Andrea Tornielli



Si fa chiamare Michela, ma il suo vero nome è top secret. Contattarla è stato difficilissimo, perché vive nascosta e protetta nel più totale anonimato. La sua è una storia terribile ma lei ha avuto il coraggio di renderla pubblica nel libro “Fuggita da Satana. Questa è la prima intervista che concede.

Come si è avvicinata al satanismo?


«Venivo da un periodo di grande sofferenza; la persona che amavo era mancata quattro giorni prima del nostro matrimonio. Ma questa era solo la punta dell'iceberg di una lunga serie di sofferenze e abbandoni,cominciati sin dalla mia nascita. Mamma e papà mi avevano abbandonato alle cure di un istituto, dove ho subito violenze di ogni genere, sono stata adottata ma la famiglia adottiva non era preparata a gestire il rapporto con una figlia con traumi così dolorosi. Dopo questo ennesimo abbandono ho dichiarato guerra a Dio, quasi urlando "se ci sei io ti distruggo!"».

Come ha combattuto questa guerra?

«Ho iniziato a cercare risposte nelle varie filosofie orientali, mi sono avvicinata al reiki, sino a quando una persona di questo ambiente mi ha proposto di sottopormi ad una terapia psicanalitica. All'inizio andavo solo un giorno alla settimana, poi fino a quattro volte alla settimana, e una sera mi sono trovata a partecipare alla mia prima messa nera. La persona dalla quale mi facevo seguire era un'adepta della setta, e tramite ripetute sedute di ipnosi mi aveva indotto a compiere questo passo, senza che io ne fossi consapevole».

Che cosa cercava nella setta?

«Io nella setta non cercavo niente, mi ci sono trovata. Non è che una persona si alza alla mattina e decide di entrare in una setta perché ha particolari bisogni, è stato il frutto di un percorso che indubbiamente aveva annullato la mia capacità di decidere. Di sicuro questa persona aveva fatto leva sui miei bisogni, consci e inconsci, da colmare. Una cosa è certa, avrei dato tutto l'oro del mondo (e all'epoca guadagnavo davvero molto) per avere solo cinque minuti di felicità vera, per avere insomma l'esperienza dell'amore, quello vero».

L'esperienza che descrive nel libro è terribile: a lei è stato chiesto di uccidere...

«Era la notte di Natale di qualche anno fa. Ero arrivata ad un punto, all'interno della setta, in cui potevo raggiungere un livello ancora più alto, un potere maggiore, a patto che facessi per loro qualcosa che avrebbe garantito la mia fedeltà. Mi fu detto che a Roma c'era una ragazza, una certa Chiara Amirante che aveva da poco aperto una comunità, "Nuovi Orizzonti", per accogliere i più disperati, vittime di drammatici circoli viziosi, eroina, carcere alcolismo. La ritenevano pericolosa perché aveva aiutato molte persone ad uscire da certi ambienti. Per questo mi chiesero di ucciderla e di distruggere tutta la sua opera»

Che cosa l'ha fermata?

«Quando sono arrivata a Trigoria, nella periferia di Roma, la prima sede della comunità, conobbi subito proprio lei, Chiara, che mi abbracciò e mi disse: "Finalmente sei a casa". È l'abbraccio che capovolge la mia vita, l'abbraccio di una madre, di una sorella, di un'amica, di qualcuno che in quel momento mi ha voluto bene così com'ero. Avevo scoperto che Dio è amore e perdona tutto, anche la mia volontà di fargli guerra».

Nel libro lei afferma che tra i satanisti ci sono personaggi importanti? Può dire qualcosa di più?

«No, ma confermo quello che ho scritto».

Che cosa significa uscire da una setta satanica?

«Per uscire dalla setta serve innanzitutto la volontà, per sottoporsi a lunghi e dolorosi esorcismi. Volontà di ricostruire tutta la mia persona, sia dal punto di vista fisico, psicologico e spirituale. Ho dovuto sottopormi ad una psicoterapia, per ricostruire la mia psiche alterata e danneggiata. La vera libertà ho scoperto che non sta nel fare ciò che si vuole, e ciò che il mondo ti propone - tutte le volte che ho seguito questo tipo di libertà ho raccolto morte, solitudine e disperazione - ma sta nell'obbedienza alla volontà di Dio. Quando ho cominciato a vivere questo ho sperimentato la pienezza della gioia. Io non ho paura, perché confido in Dio, e cerco di di portare l'amore a chi non l'ha conosciuto».