mercoledì 1 aprile 2009

Presso la croce di Gesù stava Maria sua Madre



Se come afferma il testo giovanneo Maria era presso la croce, vuol dire che si trovava a Gerusalemme in quei giorni e se era a Gerusalemme vuol dire che ha assistito a tutta la via dolorosa del Figlio.
Ha udito le voci degli accusatori, le urla feroci della folla. Ha visto il figlio uscire sanguinante dal luogo in cui era stato flagellato, ha sentito pronunciare l’ecce homo e la terribile sentenza di morte. Ha assistito impotente alle percosse, agli sputi, agli insulti, allo spettacolo indecoroso di quelle vesti strappate, dei chiodi, del sangue innocente versato.
Maria vedeva, taceva, e serbava tutto nel suo cuore, ogni singolo dolore del figlio, ogni singola umiliazione subita. E così mentre infuriava su Gesù la tempesta d’odio dei suoi aguzzini, Il silenzio di Maria si faceva preghiera, preghiera offerta, dono d’amore, raggio di sole nella notte dell’umanità.

Sotto la croce dice l’evangelista c’erano altre donne, ma Maria non era lì come una donna qualsiasi, era sotto la croce come madre, e questo cambia tutto…il dolore delle altre donne per quanto grande non era minimamente paragonabile a quello di Maria, di una madre che vede morire il suo unico figlio tra sofferenza, odio e indifferenza.

Mi ricordo di un giorno in cui partecipai ai funerali di un giovane ragazzo della mia parrocchia; la chiesa era gremita e centinaia di giovani con gli occhi gonfi di lacrime seguivano la cerimonia. Ma lì in prima fila c’era la madre. Il suo sguardo non era come quello degli altri, i suoi occhi pur gonfi di lacrime non smettevano di guardare quel feretro. Lo sguardo fisso, impietrito e le labbra senza posa sembravano ripetere il nome del figlio…una litania dolorosa e amorosa carica di tristezza e di speranza.
Chi può comprendere il dolore di una madre?
Di colei che ha custodito, svezzato, cresciuto, nutrito, educato e amato il proprio figlio.

Presso la croce di Gesù stava Maria sua Madre

Maria guardava suo Figlio, lo guardava mentre pian piano tra inimmaginabili strazi la sua vita si spegneva consumandosi come candela per irradiare sul mondo caduto nelle tenebre la sua luce.
“Stava la madre presso la croce del figlio”.
Stava…ritta…addolorata…piangente e pur composta, silenziosa.

Maria guardava suo Figlio.

Chi potrà penetrare il mistero di quello sguardo tra madre e figlio? Il dolore, il peccato del mondo che Gesù stava prendendo su di sé erano in quell’istante condivisi. L’amore della madre, la sua compassione divenivano in quel momento balsamo e conforto per il Figlio di Dio!
Compassione abbiamo detto…dunque unione ai dolori del Figlio.

Piange Maria e piange Gesù. Le lacrime di Maria si uniscono a quelle di Gesù i suoi dolori alle sofferenze del Figlio, un’unica volontà li accomuna, quella di Dio Padre, quella di salvare l’umanità intera, e così nel tempo di uno sguardo, scandito da un silenzio assordante, i due cuori si uniscono e si ode un unico palpito, è il suono vittorioso dell’amore!
L’amore trionfa attraverso l’incomprensibile via della croce!

La morte pensava di aver avuto l’ultima parola, già vedeva la sua preda inerme, su quel patibolo insanguinato. Ma i suoi denti furono spezzati dalla Roccia di Cristo; attraverso la stoltezza della croce, la pietra scartata dai costruttori si fece scoglio insormontabile, una barriera salda contro cui si infransero impotenti i flutti di morte.
In quel giorno doloroso e glorioso la morte fu sconfitta per sempre!

Maria guardava suo figlio.

Negli occhi del Figlio lo sguardo pieno d’amore di un Dio che dona all’umanità la sua vita fino all’ultima goccia di sangue…
Negli occhi di Maria la bellezza dell’amore che spera e tace.

Il silenzio di Maria si fa attesa densa di adorazione e colma di speranza!

Adora Maria e lo fa in quella desolazione, tra gli insulti e le bestemmie dei vicini.
Il suo sguardo è fisso, immobile.
Stava Maria presso la croce, stava, un verbo che indica fermezza, fermezza nel corpo e nello spirito.
Stava presso la Croce, Maria, salda nella fede, salda nella speranza… e mentre tutto si faceva buio, mentre il cielo iniziava ad oscurarsi, non si stancavano i suoi occhi di guardare Gesù, Suo vero Figlio, Suo vero Dio.

Maria spera e crede…e la sua fede si fa certezza!

Ha sperato Maria, ha sperato che da un momento all’altro il corso degli eventi cambiasse, che venisse riconosciuta l’innocenza del Figlio.
Ha sperato davanti a Pilato. Ha sperato fin sotto la croce, fin prima che venisse battuto il primo chiodo. Non le era stato forse assicurato che quel figlio sarebbe salito sul trono di Davide e che avrebbe regnato per sempre sulla casa di Giacobbe?
Ma allora come spiegare quella croce? Possibile che fosse quell’infame legno il suo trono? Si.

Maria ha sperato, ha continuato a sperare contro ogni speranza, ha sperato anche quando vedeva sparire ogni umana ragione di sperare.

Perché viene un ora della vita cari fratelli e sorelle, in cui occorre una fede ed una speranza come quelle di Maria. E’ quando sembra che Dio non ascolti più le nostre preghiere, quando la nostra vita diviene passaggio da sconfitta a sconfitta, quando le tenebre sembrano trionfare e il buio sembra soffocarci…E’ quello il momento di ricordarci che si fece buio su tutta la terra quando Maria adorava con fede incrollabile il Suo e nostro Dio crocifisso!

Quando il baratro appare più profondo e la via sembra smarrita, una lampada viene a rischiarare il nostro cammino, è la luce che promana dalla Croce di Gesù. Guardando il Crocifisso, mistero di un Dio che arde d’amore per l’uomo, assistiamo estasiati al miracolo dei miracoli dell’amore di Dio. Mistero della Potenza che si fa debolezza!
Lì sul Calvario, dove già splende il riflesso dell’alba senza fine della Resurrezione, è donata all’umanità una speranza nuova.
Il Salvatore rivolge dalla croce il suo grido:

“Per te debole, per te rifiutato, per te che nessuno ama, per te che nella vita hai conosciuto solo l’odio e la violenza io sono venuto nel mondo… Sono qui, inchiodato, sospeso tra cielo e terra, per ricordarti che è per te che ho dato la mia vita, è per te che ho versato questo sangue. Ho sfidato la morte e l’ho vinta con l’amore. Come macigno mi son dato in pasto a lei, ma i suoi denti sono stati spezzati per sempre…Non può più fare paura, colei che ora ti è sorella, passaggio obbligato per il Regno della gioia! Ho subito lo strazio della croce per farti capire che proprio tu debole, proprio tu rifiutato, proprio tu che non hai mai saputo amare, hai nel cuore la chiave del Regno. Perché la debolezza è la vera forza dei Santi! Sono qui per ricordarti che il lutto del momento presente si trasformerà in gioia piena, quando le tenebre che avvolgono il tuo cuore saranno lavate in questo sangue, quando il buio che ti circonda verrà spazzato via dalla luce della mia Parola di vita, quando la morte che hai nel cuore lascerà posto alla vita e la pesante pietra che ti opprime verrà divelta… Sono qui, in questo Venerdì, per ricordarti che ogni giorno puoi vivere orizzonti di Cielo se aprendomi il cuore mi darai il tuo si!”

Cari fratelli, care sorelle…insieme a Maria donna del Si, apriamo il nostro cuore a Cristo, offriamo con fede la nostra croce a Lui che ha preso su di sè le nostre sofferenze.
Testimoniamo al mondo la gioia colma di speranza che nasce dalla Croce.
Diamo inizio oggi alla rivoluzione dell’amore!

1 commento:

  1. Sono una mamma e...che dire, il brano mi ha commossa fino alle lacrime.Prego Maria affinchè doni a tutte le madri la sua fede, la sua speranza.Diciamo il nostro SI al Signore,sono certa si compirà una rivoluzione d'amore.

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