lunedì 20 aprile 2009

Un fuoco da non far spegnere


tratto da "Evangelizzazione di strada"
di Davide Banzato (sacerdote della Comunità Nuovi Orizzonti)

Quando un fuoco sta per spegnersi e rapidamente si deposita la cenere, vengono sempre più a mancare quel calore, quella luce e quella vivacità necessari per scaldare, illuminare e dare allegria. Eppure, anche se apparentemente è tutto freddo, buio e spento, basta soffiare sulla cenere perché il fuoco torni a bruciare e, alimentato, sfolgori con maggior splendore.

E' proprio così che è capitato nella nostra anima, è proprio così che capita a tutti i cristiani, è proprio così che può accadere a tantissimi fuochi apparentemente spenti. Siamo infatti una folla di solitudini, una folla anonima di candeline spente: basterebbe però che qualcuno le accendesse e vedremmo espandersi un'enorme macchia luminosa sul mondo intero.

Ognuno di noi è stato "tenebra" e ognuno di noi ha ricevuto la possibilità di essere riacceso. C'è chi è stato abbagliato da false luci e attende quella vera, c'è chi l'ha già ricevuta, ma con il tempo l'ha lasciata spegnere o, addirittura, non l'ha mai accolta.

Le situazioni sono molto diverse, ma la condizione è comune: nel cuore di ogni uomo è depositata una "scintilla divina". Essa può essere coperta dalla cenere o può splendere luminosa.
Avere in noi questo fuoco è un dono e una responsabilità: non possiamo metterlo sotto il moggio, perché si spegnerebbe; non possiamo nasconderlo, perché morirebbe... dobbiamo farlo ardere e questo è possibile solo alimentandoci con la legna della preghiera e dell'azione d'amore.

Il fuoco che abbiamo ricevuto per dono deve propagarsi ovunque. Se è vero che il male crea un circolo vizioso tale da portare conseguenze disastrose - come possiamo constatare da ogni nostro singolo e personalissimo peccato che incide sulla comunità portando conseguenze più grandi di quelle che potremmo aspettarci -, è anche vero che ogni nostro atto d'amore crea amore, pace e gioia: anche il bene ha un suo circolo virtuoso!


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