lunedì 21 maggio 2012

Telecomando, volontà e quel disperato bisogno di Qualcuno che prema il pulsante OFF



Mi ero promesso di non scrivere nulla riguardo all'atto terroristico di Brindisi... Le parole si sa, in circostanze come queste, sono sempre superflue. Eppure eccomi qui, a riportarvi una frase, letta nel blog berlicche.wordpress.com, che mi ha particolarmente colpito. 

Il discorso dell'articolo in questione verteva sull'uso del telecomando, lo strumento di morte che ha permesso all'ordigno di detonare. 
Conosciamo i telecomandi; li conosciamo abbastanza da comprendere che così come non si cambia canale senza che lo si voglia, altrettanto non si commette una strage senza una esplicita volontà omicida. Volontà...
Dietro ad ogni volontà di morte si cela, tragicamente, un'idea o una ideologia di morte, come la storia ci insegna

C'è poco da fare...l'uomo ha bisogno, un bisogno disperato, che Qualcuno, non soggetto alle sue leggi, ai suoi schemi mentali, alle sue idee, gli ripeta ciò che dovrebbe sapere e puntualmente finge di dimenticare: "Non uccidere!". 

[...] Se la cosa più importante è la mia idea di stato, gli ordini di un presidente, di un generale o di un capotribù; se la mia fedeltà va alla mia patria, al popolo, ad un dio di fantasia o solo a me stesso; e se chiamo amore l’ubbidienza ad una legge umana o un capriccio o alla mia idea di futuro allora non c’è un motivo per non uccidere, fosse anche la ragazzina che va a scuola o il bambino più indifeso.

Il senso dell’orrore si può spegnere. E’ questo che ci dice quel telecomando. Tutte le ideologie di questo mondo non ci danno un motivo per NON farlo, e quindi lo si fa. Perché non basta una legge terrena, ci vuole Qualcuno che sia più in alto di noi, Qualcuno che ci metta una mano sulla spalla e ci dica “non uccidere”, che ce ne dia la ragione. Qualcuno che possa. Che abbia il potere di farlo, quel potere che noi non abbiamo.
E’ una illusione quel Qualcuno? Allora anche quell’orrore lo è [...].

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