giovedì 11 marzo 2010

Il Grido dei Piccoli


La lettera di Chiara Amirante che da una settimana circa si trova in Brasile con don Davide Banzato per un reportage su quanto sta avvenendo in quelle terre d’oltreoceano non considerate dai TG e dai mass media tradizionali.

tratto da Egioiasia.com

Carissimi,
vi scrivo dal Brasile con il cuore ricolmo di gioia per questi giorni trascorsi nella Cittadella Cielo di Quixada e di Fortaleza. E’ stata una settimana davvero intensa e ricca di tante emozioni.
Quando siamo arrivati all’ aereoporto c’era un gruppo del CEU (la Cittadella Cielo di Fortaleza) ad aspettarci per farci festa con canti, balli, cartelloni e dei bambini splendidi che suonavano dei tamburi.

Siamo poi andati alla Cittadella Cielo di Quixada dove abbiamo trovato tutto il gruppo di ragazzi e bambini che ci hanno accolto con una splendida canzone. Non potete immaginare la mia gioia nell’ascoltare le parole del ritornello: “tutto sembrava impossibile, tutto sembrava senza via di uscita, tutto sembrava essere la mia morte, ma Gesù ha cambiato la mia sorte io sono un miracolo e sono qui. Usami io sono il tuo miracolo, usami desidero solo servirti, usami sono a tua immagine, usami Signore Gesù”.

Guardavo, con gli occhi lucidi di lacrime, lo sguardo splendente e pieno di gioia dei ragazzi e dei bambini che cantavano. Ho sentito subito una profonda commozione e un nodo alla gola nel contemplare la gloria della resurrezione in quei volti prima sfigurati dal dolore, dall’abbandono, dalla strada, dalla fame, dalle violenze ed ora trasfigurati dall’incontro con Colui che è l’Amore.

Ho ripensato al primo momento in cui sono arrivata a Quixada. Ci avevano offerto un terreno molto grande (attualmente abbiamo 400 ettari, per avere un termine di paragone considerate che la cittadella Cielo di Medjugorje è in un terreno di 9 ettari) ma era completamente deserto. C’erano due laghetti, serpenti, scorpioni, tarantole, ma era un terreno ai piedi di un bellissimo Santuario Reinha do Sertao (che in italiano significa Regina del deserto). Allora mi sembrava davvero impossibile realizzare una cittadella Cielo in quella terra deserta così lontana, ma quando sono andata ad incontrare i bambini che vivevano nelle case di fango ed ho guardato i loro occhi pieni di dolore, i loro corpicini consumati dalla scabia, il loro cuore disperatamente assetato di amore, ho avuto una certezza: non potevamo non fare tutta la nostra parte per ascoltare e rispondere nel nostro piccolo a quel terribile grido; Colui che tutto può avrebbe reso possibile ciò che a me sembrava impossibile; certamente la nostra Mamma del Cielo avrebbe fatto fiorire il deserto e si sarebbe presa cura dei suoi piccoli. Tornata a Piglio avevo parlato ai ragazzi accolti in comunità di ciò che avevo visto, di quanto fossi rimasta profondamente scossa dal grido di questi piccoli angeli crocifissi e in 12 ragazzi accolti avevano subito risposto con grande generosità chiedendo di poter partire in missione capitanati dai mitici Loredana e Giulio. Allora sembrava davvero impossibile, sembrava l’ennesima pazzia eppure… “ciò che sembrava impossibile ancora una volta Dio lo ha reso possibile” e ora non riesco a trattenere le lacrime guardando i piccoli accolti cantare a Gesù: io sono qui, io sono il tuo miracolo, usami io sono il tuo miracolo.

Che miracolo lo splendore dello sguardo traboccante della Gioia della Resurrezione dei piccoli accolti! Che miracolo il Centro Perfetta Allegria ricolmo di bambini e di mamme sostenuti dalla Cittadella Cielo! Che miracolo quella fila di più di 400 famiglie che grazie agli aiuti di tante adozioni a distanza possono finalmente mangiare! Che miracolo vedere fiorire due incredibili cittadelle Cielo! Che miracolo il CEU, 18 differenti comunità, associazioni, movimenti tutti uniti per rispondere al grido di tanti (in questi giorni abbiamo avuto un bellissimo incontro con i fondatori e responsabili delle differenti comunità che collaborano alla realizzazione della cittadella CEU: Cielo, di Fortaleza)…. che miracolo: IL DESERTO E’ FIORITO!!!

Ma quanta miseria, quanta povertà, sofferenza, nei volti di ancora troppi piccoli assetati di amore; che contrasto tra quelle casette di fango con 8 bambini che dormono in terra in pochi metri quadrati e le nostre case confortevoli piene di giocattoli sempre più costosi che i nostri bambini dopo un primo momento di entusiasmo non apprezzano più. Sento ancora risuonare nel cuore la frase di una signora di una certa età che abita in una di queste case di fango. Ha detto con gli occhi pieni di lacrime e con la voce spezzata dal pianto: “sono cinque giorni che non mangio, ma grazie per tutto ciò che fate e che farete per noi”. Ripenso poi allo sguardo pieno di dolore e di speranza di Josè uno splendido bambino incontrato in strada insieme a P. Renato Chiera , a Dania. e Davide. Quando ci siamo avvicinati a lui era accovacciato su di un cartone, steso per terra in una delle strade turistiche di Fortaleza, con la gamba gonfia e ancora sanguinante per le botte prese da poco dalla polizia; mi ha guardato con lo sguardo implorante domandandomi: “davvero puoi portarmi via di qui? Sono 5 anni che vivo in strada e uso il crak , a casa non posso stare perché mio padre mi picchia sempre. Ho tanta paura di morire voglio venire con voi!” E Mariane una dolce ragazzina, in costume da bagno, sfigurata dalla vita di strada, dall’alcool e dalla droga. Con grande naturalezza ci mostra il capezzolo lo stringe per fare uscire del latte e dice: “Sono rimasta incinta devo smetterla con questa vita perché il mio bambino così è già drogato e alcolizzato”. Poi mi abbraccia più volte con affetto e mi dice: “Davvero potete portarmi via di qui? Io devo andare lontano da qui se no non ce la faccio!!” E ancora ho impresso nell’anima lo sguardo di una tristezza infinita di Miguel. Provo a dargli una carezza e gli viene la pelle d’oca, forse nessuno mai lo ha accarezzato con un po’ di amore, ha un terribile squarto infetto che mi fa pensare allo squarcio nel suo cuore. Guardo i suoi occhi e scorgo un baratro indescrivibile di dolore!!

Ci mobilitiamo subito per accogliere questi piccoli ma quanti altri resteranno in strada senza cibo, senza una carezza, senza un po’ di amore.
Ripenso al disegno che mi ha regalato Vitoria, una bambina del nostro Centro Perfetta Allegria: un cuore trafitto da una spada sanguinante ed accanto un cuoricino sorridente con l’aureola ed uno splendido arcobaleno. Le gocce di sangue che colano dal cuore trafitto si trasformano in altri piccoli cuori!
Quante lacrime di sangue ho raccolto in questi anni da troppi cuori trafitti. Quante di queste lacrime raggiunte dall’Amore di Dio si sono trasformati in splendidi arcobaleni di luce. Quanti giovani con il cuore sfregiato hanno aperto il loro cuore all’amore per poi accogliere le lacrime di altri e quanti deserti ho visto fiorire, quanti cuori spezzati risanati ora cantano la Gioia della resurrezione.

Nel mio cuore c’è ora una grande gioia per il numero incredibile di miracoli che Colui che è l’Amore ha operato per tanti suoi piccoli che ho incontrato e amato come figli. Ma il mio cuore continua anche a versare lacrime di sangue perchè trafitto dalla terribile spada del grido dei troppi piccoli soli e abbandonati nei deserti delle nostre metropoli.

Vi prego ascoltate il loro grido, rispondete al loro grido, basta un po’ di amore. L’AMORE FA MIRACOLI e con Colui che è l’Amore NIENTE E’ IMPOSSIBILE!

Signore
suscita tanti cuori desiderosi di portare un po’ di amore
a chi non ha conosciuto l’amore,
perché possiamo raccogliere le lacrime di sangue dei tuoi piccoli,
trafitti da taglienti spade, piccoli abbandonati, calpestati,
sfregiati nell’innocenza della loro anima, abusati, violentati.
Donaci di lasciarci interpellare con serietà dal loro grido
per rispondere con tante piccole gocce di amore che,
raggiunte dalla tua luce,
possano risplendere come infiniti arcobaleni
e colorare di Cielo le infernali notti di molti!

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