martedì 2 maggio 2017

Commento al Vangelo di Don Luigi Maria Epicoco - Gv 6, 30-35

 Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, la folla disse a Gesù: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”».

Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».

Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane».

Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».

Parola del Signore


Commento al Vangelo di Don Luigi Maria Epicoco 

“Dacci segni così crediamo”, dice la gente nel Vangelo di oggi. Ma in realtà la logica di Dio è il contrario: se credi, tutto diventa “segno”, assume cioè un valore e un senso che non è più quello di prima.

Chi vuole vedere prima questa logica e poi credere è come una persona che vuole prima vedere il panorama e poi salire sulla montagna, quando invece il panorama lo vedi solo dopo che hai scalato la montagna. Poi il discorso si sposta al “pane vivo”, quello che sazia per sempre, cioè quel pane che che si occupa di sfamare il nostro bisogno di amore e di senso e non le nostre emozioni; dice Gesù: “io sono il pane di vita; chi viene a me non avrà fame e chie crede in me non avrà sete, ma!”.

Eppure noi cristiani trascuriamo troppo spesso il valore di queste parole, pensando che Gesù sfama la nostra testa e non il nostro cuore. Forse il Vangelo di oggi ci ricorda che se togliamo l’Eucarestia dalla nostra vita ci rimane solo una bella spiegazione ma quel vuoto di senso non sarà scalfito.

Molto spesso a una persona non puoi spiegarle l’amore ma puoi abbracciarla. Gesù fa così. L’Eucarestia per noi è Gesù che ci abbraccia ed è così che ci spiega l’amore, saziandoci.

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