venerdì 5 maggio 2017

Commento al Vangelo di Don Luigi Maria Epicoco - Gv 6, 52-59

 Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».

Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.

Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me.

Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.

Parola del Signore


Commento al Vangelo di Don Luigi Maria Epicoco 

«Come può costui darci la sua carne da mangiare?». E’ comprensibile l’incomprensione dei Giudei nel Vangelo di oggi. L’invito di Gesù sembra un invito al cannibalismo.

Noi invece sappiamo bene che l’invito di Gesù è vero e possibile senza cannibalismo. Gesù vuole metterci in guardia dalla convinzione che ciò che ci fa cambiare la vita sia una visione delle cose diversa, una filosofia di vita diversa. Non sono le idee a cambiarci, ma è una “vita diversa” a cambiarci e insieme a noi a cambiare anche le nostre idee.

 la troviamo questa “vita diversa”? Questa “concretezza diversa”? Nei Sacramenti. Un cristiano senza i sacramenti è come un uomo affamato che vuole nutrirsi con la forza dell’immaginazione. Torniamo seriamente ai Sacramenti. Torniamo ai fatti.


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