mercoledì 3 maggio 2017

Commento al Vangelo di Don Luigi Maria Epicoco - Gv 14, 6-14

 Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù a Tommaso: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».

Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta».

Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.

In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò».

Parola del Signore


Commento al Vangelo di Don Luigi Maria Epicoco 

Il fatto di pensare di essere credenti, di avere consuetudini religiose, di pensare di essere dei frequentatori e non solo degli osservatori, non ci mette al sicuro dal rischio di Filippo: non aver capito che le cose che cerchiamo sono davanti ai nostri occhi. Cristo non è altrove.

L’essenziale è sempre davanti ai nostri occhi. Il problema è che c’abbiamo talmente fatto l’abitudine da non riconoscerlo quasi più. Ciò che conta non è domani ma oggi, non è dopo ma ora, non è lì ma qui.

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