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sabato 28 aprile 2012

Se non c’è spazio per Cristo, non c’è spazio per l’uomo


“Internet permette a miliardi di immagini di apparire su milioni di schermi in tutto il mondo. Da questa galassia di immagini e suoni, emergerà il volto di Cristo? Si udirà la sua voce? Perché solo quando si vedrà il Suo Volto e si udirà la Sua voce, il mondo conoscerà la “buona notizia” della nostra redenzione. Questo è il fine dell’evangelizzazione e questo farà di Internet uno spazio umano autentico, perché se non c’è spazio per Cristo, non c’è spazio per l’uomo”

Giovanni Paolo II

lunedì 16 gennaio 2012

Sulla statua di Giovanni Paolo II a Termini


Ricorderete tutti la statua di Giovanni Paolo II donata dagli Angelucci al Comune di Roma e opera di Oliviero Rainaldi. Non sono qui a parlarvi della somiglianza del soggetto rappresentato con il Marlon Brando degli ultimi tempi, ma per aggiornarvi sullo stato di salute della statua.

Ebbene, il criticato "capolavoro" bronzeo, è attualmente transennato per un intervento di "ritocco".
Qualcuno di voi, come il sottoscritto, starà pensando come si possa semplicemente ritoccare qualcosa di irrimediabilmente compromesso in partenza. Ad ogni modo ci fanno sapere che:  "sono previsti dei lavori per donare all'opera una nuova testa, ritoccare la patina, modificare il mantello e installare una base di sostegno più alta di 30 centimetri rispetto all'originale." 

Per quanto mi riguarda confidavo nella potenza dell'acqua, dello smog e dei generosi volatili della zona, ma niente da fare. Vediamo cosa uscirà fuori. Male che vada, ci ritroveremo con un utilissimo spaventapasseri in zona Termini.

sabato 15 gennaio 2011

Ci alzeremo...


Il prossimo 1 Maggio sarà festa grande a Romavper la Beatificazione di Giovanni Paolo II.
Nell'attesa del lieto momento gustiamoci una perla di saggezza pubblicata sul blog di un caro fratello.

Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana viene minacciata...
Ci alzeremo ogni volta che la sacralità della vita viene attaccata prima della nascita.
Ci alzeremo e proclameremo che nessuno ha l'autorità di distruggere la vita non nata...
Ci alzeremo quando un bambino viene visto come un peso o solo come un mezzo per soddisfare un'emozione e grideremo che ogni bambino è un dono unico e irripetibile di Dio...
Ci alzeremo quando l'istituzione del matrimonio viene abbandonata all'egoismo umano... e affermeremo l'indissolubilità del vincolo coniugale...
Ci alzeremo quando il valore della famiglia è minacciato dalle pressioni sociali ed economiche...e riaffermeremo che la famiglia è necessaria non solo per il bene dell'individuo ma anche per quello della società...
Ci alzeremo quando la libertà viene usata per dominare i deboli, per dissipare le risorse naturali e l'energia e per negare i bisogni fondamentali alle persone e reclameremo giustizia...
Ci alzeremo quando i deboli, gli anziani e i morenti vengono abbandonati in solitudine e proclameremo che essi sono degni di amore, di cura e di rispetto.

Giovanni Paolo II (Santo subito!)

lunedì 19 ottobre 2009

Bambino guarito per intercessione di Giovanni Paolo II


Un articolo di Andrea Tornielli pubblicato su "Il Giornale" riporta il caso della miracolosa guarigione di un bambino, operata per intercessione di Giovanni Paolo II ancora vivente. Buona lettura...

di Andrea Tornielli

È uno dei presunti «miracoli» avvenuti grazie all’intercessione di Giovanni Paolo II, quando il Papa era ancora in vita, che si aggiunge a quelli che stanno arrivando da persone che hanno incontrato Wojtyla durante il suo lungo pontificato, durato quasi 27 anni.

Anche in questo caso, chi scrive era a conoscenza del fatto prima della morte di Giovanni Paolo II. E conosce di persona la mamma del bambino, Margherita Enrico, collega giornalista che abita in una città del Nord Italia. È una storia ben nota all’entourage papale: si tratta della guarigione di un bambino da una grave forma di deficienza immunitaria.

Margherita Enrico e il marito sono due professionisti e hanno due figli. Il più piccolo di questi, Francesco, sei mesi dopo la sua nascita, avvenuta nel 1993, ha cominciato ad avere seri problemi di salute. Ecco l’eccezionale racconto della madre, che abbiamo raccolto nei giorni del funerale di Papa Wojtyla, mentre si trovava a Roma per rendere l’ultimo omaggio al Pontefice ma anche per effettuare una nuova serie di esami clinici che hanno confermato la perfetta salute del figlio Francesco.

Che sintomi manifestava il bambino?
«Francesco mangiava poco, dimagriva. All’inizio, nei primi mesi di vita, non ci abbiamo dato troppa importanza. Poi è stato di colpo molto male, con difficoltà respiratorie. Lo abbiamo ricoverato d’urgenza all’ospedale della nostra città: aveva infezioni ai reni, all’intestino, ai bronchi. Era in condizioni gravissime e i medici non erano certi di potergli salvare la vita. Ha passato molti mesi in ospedale».

Che cosa gli hanno diagnosticato i medici?
«Una forma di immunodeficienza. Il suo organismo non aveva le difese immunitarie necessarie, non produceva le immunoglubuline. Questa grave carenza lo esponeva a tutti i tipi di infezioni».

Può raccontare che cosa è accaduto negli anni successivi?
«Mio figlio si è ripreso, i medici gli hanno salvato la vita, ma è rimasto un bambino diverso dagli altri. Gracilissimo, stava sempre male, non aveva forze, non poteva fare alcuno sport, si ammalava di continuo. In più, a causa delle continue infezioni alle orecchie, per molto tempo non ha potuto sentire bene ed è stato affetto da un problema di dislessia, da problemi nell’articolare il linguaggio».

I medici vi davano qualche speranza? Come dovevate curarlo?
«Gli specialisti che abbiamo consultato ci dicevano che non vedevano una soluzione al problema di Francesco. Io, vedendolo in quelle condizioni, ho lasciato il lavoro per seguirlo quotidianamente, per stargli sempre vicino».

Com’è avvenuto l’incontro col Papa? Perché vi siete rivolti a lui?
«Noi avevamo il desiderio di incontrarlo, perché siamo credenti. Tramite un prelato che conosceva molto bene Giovanni Paolo II abbiamo avuto questo privilegio. Nel giugno 2002 siamo stati invitati nell’appartamento del palazzo apostolico, per assistere alla Messa privata. Era prestissimo, di mattina. Siamo entrati nella cappella del Papa e lui era già lì inginocchiato che faceva adorazione silenziosa davanti al Santissimo sacramento. Oltre a Francesco c’erano anche mio marito e l’altra mia figlia. Abbiamo partecipato alla Messa celebrata dal Santo Padre, poi siamo stati introdotti nel suo studio per un saluto a tu per tu...».

All’epoca Papa Wojtyla camminava o stava seduto nella sedia a rotelle?
«No camminava ancora, riusciva a muoversi autonomamente, anche se si aiutava con il bastone».

Incontrandolo gli avete parlato della malattia di vostro figlio?
«No, ci siamo soltanto presentati. Francesco non gli ha neanche detto di voler guarire. Ma è stato molto bello perché lui e il Papa si sono guardati a lungo negli occhi e in quel momento mio figlio ha avuto la sensazione di conoscere da sempre il Santo Padre. Era come se si trovasse di fronte a un vecchio amico: si è sentito accolto, amato».

E poi che cosa è accaduto?
«Giovanni Paolo II ha benedetto mio figlio e lo ha accarezzato sul volto. In quel momento, ci dirà poi Francesco, lui ha avuto la sensazione che dalla mano di Wojtyla uscisse come del calore. Ci ha raccontato proprio in questi termini quanto gli era accaduto in quegli istanti mentre si trovava davanti al Pontefice».

Che cosa vi ha detto vostro figlio appena usciti da quell’incontro in Vaticano?
«Ha detto subito: “Mamma, papà, io mi sento bene! Non sono più stanco!”. Era contento, allegro. Ci ha raccontato della sua sensazione, di quel calore che ha avvertito nel momento in cui il Santo Padre lo benediceva. Pensi che noi lo abbiamo anche preso in giro, gli abbiamo detto di non farsi strane illusioni, di non farsi ingannare dalle sensazioni passeggere. Ma certamente siamo rimasti subito colpiti dal fatto che appariva cambiato, completamente cambiato. Ce ne siamo accorti non appena tornati a casa. La spossatezza, la mancanza di forze che lo assaliva continuamente erano scomparse. Ha ripreso a fare sport. La maestra si è accorta subito che era accaduto qualcosa perché quasi non lo riconosceva. Era rifiorito, era diventato un altro».

Avete fatto dei controlli medici per accertare che cosa fosse successo?
«Sì, li abbiamo fatti subito. I dottori ci hanno detto: “Non ha più niente. È guarito”. Da allora e fino a questo momento tutti i controlli hanno confermato questa guarigione».

Come ha reagito Francesco alla notizia?
«Ha voluto scrivere subito al Papa. Di suo pugno. Gli ha mandato una lettera con queste parole: “Santo Padre ti ringrazio per prima cosa perché ho avuto la possibilità di conoscere un santo. Ho visto come pregavi Gesù. Ho visto anche che sulle tue spalle quando eri curvo in preghiera c’erano tutti i problemi del mondo. Grazie perché mi hai guarito. Da adesso io prego ogni giorno per te il rosario e chiedo alla Madonna di guarirti”».

E il Papa ha risposto?
«Sì, anche lui di suo pugno, personalmente. È stato meraviglioso, commovente, ricevere la sua lettera di risposta indirizzata a mio figlio. Non si è mai attribuito quanto è successo, non ha mai parlato di miracolo, ma ha scritto: “Ringraziamo il Signore, il Signore è buono!”».

giovedì 18 giugno 2009

I segreti di Karol


Vi segnalo l'ultimo libro di Antonio Socci reperibile da pochi giorni in libreria. Si intitola "I segreti di karol". Ecco la prefazione dell'Autore. Buona lettura

Karol Wojtyla dall’età di ventisei anni viveva delle autentiche esperienze mistiche. È questa una delle notizie che il libro di Antonio Socci offre, con testimonianze di prima mano, sull’uomo che più ha impressionato e commosso la nostra generazione. La natura di queste esperienze e le “rivelazioni” soprannaturali che egli custodiva spiegano anche i suoi gesti profetici? E illuminano il suo giudizio sul carattere “apocalittico” dei nostri anni?

Giovanni Paolo II è il primo slavo sulla Cattedra di Pietro, primo straniero da 500 anni, uno dei papi più giovani per uno dei pontificati più lunghi della storia della Chiesa, un Papa proveniente da un Paese dell’Est, il Papa che ha abbattuto i sistemi totalitari del blocco comunista, cambiando la storia del mondo, il Papa che ha portato la Chiesa nel terzo millennio e che, con la sua personalità, ha ridato forza al Papato suscitando lo stupore e l’ammirazione di tanti popoli, insieme all’odio di chi ha cercato di assassinarlo sul luogo stesso del martirio di San Pietro.

Ma il suo è anche un pontificato misteriosamente annunciato e accompagnato da una serie stupefacente di profezie, di mistici, di avvenimenti soprannaturali e di manifestazioni della Madonna. Perché? Tanti segni e messaggi – insieme all’evidente drammaticità dei problemi del mondo di oggi – concordano nell’indicare il nostro tempo come lo scenario di drammatiche prove. Cosa sapeva Karol Wojtyla? È vero che lui stesso è riuscito a scongiurare un’immane tragedia che minacciava l’umanità? E come? Rispondere a questi interrogativi porta a riflettere sul presente e su quello che ci aspetta.