venerdì 7 gennaio 2011

La Bellezza non si può non riconoscerla


Vi propongo una stupenda riflessione tratta dal blog Berlicche.

La bellezza non si può non riconoscerla.
Non vederla, quando c'è, vuol dire non essere interamente umani.
Ciò che riconosce questa bellezza, dentro di noi, è lo stesso "circuito" che separa il bene dal male, che sa distinguere la giustizia, che cerca la verità. Quando siamo posti davanti a queste cose non possiamo quindi dire che non ci sono.
Anche un dittatore sanguinario come Stalin, che consapevolmente e intenzionalmente metteva a morte ventimila persone al giorno, può restarne toccato.
Ma poi cosa succede? Quel giudizio del cuore viene sporcato.
Sì, quella pianista è brava, ma è religiosa. Non è gran che, ma è realismo sovietico!
E cosa leggi a fare Berlicche, che è uno sporco integralista cattolico.
Si può tacere del bello e del giusto per ideologia, si può tacere per paura.
Ricordo l'episodio riguardante la pianista Marija Judina e Stalin, così come lo narra Šostakovič. Il dittatore ascolta per radio un concerto della musicista, e ne resta così colpito da chiederne il disco. Che non esiste, perché era una diretta. Così l'orchestra e la pianista vengono tirati giù dal letto e incidono in fretta una registrazione. Stalin fa avere alla suonatrice 20000 rubli, una cifra strepitosa.
Lei risponde così:
"La ringrazio per il suo aiuto, Iosif Vissarionovic. Pregherò giorno e notte per Lei e chiederò al Signore che perdoni i Suoi gravi peccati contro il popolo e la nazione. Dio è misericordioso, la perdonerà. I soldi li devolverò per il restauro della mia parrocchia".
Si dice che il disco fosse sul grammofono della dacia di Stalin alla sua morte.Come colpisce questo? Nel fatto che la paura - gli amici della Judina sono stati in gran parte imprigionati o uccisi - non cancella il giudizio. Non c'è nascondimento, ma piena libertà. Perché vi è la fede in qualcosa di più alto, che nessuna mano omicida potrà sconfiggere. Una limpidezza di giudizio tanto grande che sfocia nella misericordia, nella speranza. Perché al dittatore sono ricordate le sue colpe, ma anche la possibilità di cambiamento.
E' umano riconoscere la bellezza. Si chiama cuore, questa facoltà.
E' umano anche cedere, in questo riconoscimento. Si chiama peccato.
Riuscire a mantenerlo è qualcosa di più. Si chiama Grazia, ed è qualcosa di divino.

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