lunedì 10 settembre 2018

Commento al Vangelo di Don Luigi Maria Epicoco - Lc 6,6-11

Dal Vangelo secondo Luca 
Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo. 
Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati e mettiti qui in mezzo!». Si alzò e si mise in mezzo. 
Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?». E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu guarita. 
Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.
Parola del Signore

Commento al Vangelo di Don Luigi Maria Epicoco

Il vangelo di oggi va ascoltato con gli occhi perché la scena descritta è fatta più di gesti che di parole. Gesù è nella sinagoga e si accorge di un uomo che ha una mano paralizzata. Lui si accorge di questo mentre tutti sono presi dal fervore religioso. Ma appena intercettano lo sguardo interessato di Cristo, immediatamente puntano i loro sguardi per capire se Gesù guarirà quell’uomo o meno, sapendo bene che è sabato e che per regola non bisogna fare attività alcuna. “Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati e mettiti qui in mezzo!». Si alzò e si mise in mezzo”. La maniera attraverso cui Gesù mette al centro le persone dovrebbe essere la magna carta di ogni nostra pastorale e di ogni nostra iniziativa cristiana. Ma quando le persone non sono al centro è facile scadere in forme di perversione religiosa, dove le regole valgono più della dignità delle persone. Poi Gesù disse loro: “«Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?». E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu guarita”. La domanda infuocata di Gesù dovrebbe trafiggerci. Infatti Egli non aspetta una risposta, ma risponde egli stesso compiendo il miracolo. Ma il miracolo che Gesù si aspetta da noi è che ci sintonizziamo sul suo modo di pensare tornando ad accorgerci degli altri. È proprio partendo dall’attenzione che riserviamo alle persone, alla loro sofferenza, alla loro storia, alla loro marginalità che possiamo anche trovare un modo per vivere la pagina del Vangelo di oggi. A noi non viene chiesto innanzitutto di fare miracoli ma di accorgerci, di cambiare il punto focale, di tornare a preferire le persone alle idee e persino alle semplici regole. Ma per fare questo non bisogna far scomparire le idee e le regole. Gesù non vuole abolire il sabato, ma vuole guarirlo da ciò che è diventato. Vuole riportare le cose a ciò che dovrebbero sempre essere.


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