lunedì 24 settembre 2018

Commento al Vangelo di Don Luigi Maria Epicoco - Lc 8,16-18

Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse alla folla: 
«Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce. 
Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce. 
Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere».
Parola del Signore 

Commento al Vangelo di Don Luigi Maria Epicoco

“Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce”. Il vangelo di oggi ci ricorda che è importante capire che posto si dà alle cose. Una cosa buona collocata nel posto sbagliato potrebbe non solo diventare inutile ma potrebbe anche generare tragedia. Ad esempio se hai dei figli e li collochi in fondo alla tua agenda mettendo in alto il tuo lavoro, allora accadrà che quel lavoro ti darà soddisfazione ma non ti renderà felice, e soprattutto non renderà felice gli altri, compresi i tuoi figli, che magari avranno tutto, compresa la pancia piena, ma non avranno un padre presente. Ciascuno di noi dovrebbe fermarsi e domandarsi quali sono le cose importanti e che posto occupano dentro la nostra vita. Ad esempio Dio e la fede a che posto si trovano? Dio, più di tutto, quando è in alto, nella priorità delle nostre cose, rende visibile ed efficace anche tutto il resto della nostra vita. Perché Dio non toglie tempo, ti regala invece l’ossigeno giusto per poter vivere davvero al meglio il tuo tempo. Pregare per noi è un po’ come respirare. Se non ti ricordi di respirare, in apnea non durerai molto. Infatti non duriamo molto nella vita, e ci sentiamo soffocare, perché abbiamo dimenticato innanzitutto di respirare, cioè di pregare. Una buona vita spirituale ci ridarebbe anche una buona vita. Dovremo fare la prova. Invece il fraintendimento in cui viviamo è quello di pensare a Dio e alla fede come uno dei tanti doveri da compiere, o una delle tante cose da fare. Se Dio è una cosa in mezzo alle altre facciamo bene a sbarazzarcene, tanto rispetto alle altre cose certamente non se ne lamenterà. Ma se Egli invece è il motivo per cui tutto vale la pena e funziona, allora dovremmo seriamente interrogarci cosa significa vivere ricollocandolo al centro e divenendo relativi a Lui in tutto. Scopriremo così che la libertà è resa possibile solo dalla Sua Presenza, esattamente come una luce accesa rende più liberi di una luce spenta.


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