lunedì 6 giugno 2011

Uno si sveglia la mattina e dice "La Sindone è dipinta da Giotto"


Uno si sveglia storto la mattina e dice "La Sacra Sindone? In realtà è un dipinto di Giotto!".
Buahahaha Bellissimaa! Ah..non è una barzelletta?

Eh no, questo tizio ha un nome ed un cognome Luciano Buso ed anche un libro fresco di stampa. Nell'era del sensazionalismo a tutti i costi ci mancava questa ipotesi bizzarra...

Dunque la Sindone che abbiamo a Torino non sarebbe l'originale, ma una copia fatta da Giotto (quantomeno ha avuto l'accortezza di ammettere l'esistenza di un telo originale).
Peccato però che questo ricercatore abbia preso per idioti tutti quegli scienziati che da anni stanno lavorando sul lenzuolo. Perchè?
Semplicemente perchè è ormai risaputo che il Sacro Lino non contiene tracce di pigmenti (fatta eccezione per quelli ematici).

Con che avrebbe dipinto Giotto? Con una pistola a raggi gamma? E chi era Spock?
E poi, come se non bastasse, si sarebbe divertito a lasciare firme a destra e a sinistra come un folle writer di periferia che imbratta i muri con nomi e date... Ma per favore!

Luciano Buso, questo il nome del pittore-restauratore che ha avuto la brillante intuizione, ha trovato il modo per far parlare di sé.
Una notizia simile ce la saremo aspettati da Raz Degan, Daniele Bossari, Marco Berry e Melissa P (che fa rima)...ed invece ce la siamo dovuta sorbire in tutti i TG del giorno!

Naturalmente i nostri amici dell'UAAR non si sono fatti scappare la golosa news e dal momento che quando si parla male di qualcosa di Sacro loro ci godono sempre, sul sito ufficiale hanno repentinamente riportato la notizia dimostrando ancora una volta quanto poco siano razionalisti (leggere i commenti del link riportato per credere).

Ma veniamo al dunque...Perchè sono convinto che la Sindone non sia un dipinto Medioevale?

Vi rispondo con le parole della straordinaria e simpaticissima (chi la conosce lo sa) sindonologa Emanuela Marinelli la quale ha scritto:
____

L'immagine non è stata prodotta con mezzi artificiali.
Non è un dipinto né una stampa: sulla stoffa è assente qualsiasi pigmento.
Non è il risultato di una strinatura prodotta con un bassorilievo riscaldato: le impronte così ottenute passano da parte a parte, tendono a sparire, hanno diversa fluorescenza e non hanno caratteristiche tridimensionali.
Non conosciamo il meccanismo fisico-chimico all'origine dell'impronta. Si può ipotizzare un meccanismo come un fiotto di radiazione non penetrante che si attenua con il passaggio nell'aria e diminuisce con la distanza.
La Sindone non può essere medievale. La manifattura rudimentale della stoffa, la torcitura Z (in senso orario) dei fili, la tessitura in diagonale 3 a 1, la presenza di tracce di cotone egizio antichissimo, l'assenza di tracce di fibre animali rendono verosimile l'origine del tessuto nell'area siro-palestinese del primo secolo.

Altri indizi: grande abbondanza di pollini di provenienza mediorientale e di aloe e mirra; la presenza di un tipo di carbonato di calcio (aragonite) simile a quello ritrovato nelle grotte di Gerusalemme; una cucitura laterale identica a quelle esistenti su stoffe ebraiche del primo secolo rinvenute a Masada, un'altura vicina al Mar Morto.
Nel Medio Evo erano completamente ignorate le conoscenze storiche e archeologiche sulla flagellazione e la crocifissione del I secolo, di cui si era persa la memoria.

L'eventuale falsario medievale (n.d.r. o Giotto nel nostro caso) non avrebbe potuto raffigurare Cristo con particolari in contrasto con l'iconografia medievale: corona di spine a casco, trasporto sulle spalle del solo patibulum (la trave orizzontale della croce), chiodi nei polsi e non nelle mani, corpo nudo, assenza del poggiapiedi.

Inoltre avrebbe dovuto tener conto dei riti di sepoltura in uso presso gli ebrei all'epoca di Cristo. Lo stesso falsario avrebbe dovuto immaginare l'invenzione del microscopio, avvenuta alla fine del XVI secolo, per aggiungere elementi invisibili ad occhio nudo: pollini, terriccio, siero, aromi per la sepoltura, aragonite.

Il falsario avrebbe dovuto conoscere la fotografia, inventata nel XIX secolo, e l'olografia realizzata negli anni '40 del XX secolo.
Avrebbe dovuto essere in grado di macchiare il lenzuolo in alcuni punti con sangue uscito durante la vita ed in altri con sangue post-mortale; rispettando inoltre, nella realizzazione delle colature ematiche, la legge della gravità, scoperta nel 1666.

Ammessa la conoscenza di tutte queste nozioni scientifiche, l'ipotetico contraffattore avrebbe dovuto avere la capacità ed i mezzi per produrre l'oggetto.

È inconcepibile che un falsario di tale sovrumana levatura sia rimasto completamente sconosciuto a contemporanei e posteri dopo aver prodotto un'opera così perfetta; egli avrebbe però utilizzato una stoffa appena uscita dal telaio, e quindi medievale, vanificando tutti i suoi poteri di preveggenza sulle future scoperte scientifiche.

Alla luce delle conclusioni scientifiche attuali, però, è innegabile che la Sindone abbia avvolto un cadavere. Sarebbe dunque da ipotizzare non un falsario-artista, ma un falsario-assassino; le difficoltà in questo secondo caso non sarebbero minori.

Sarebbe stato impossibile per lo spregiudicato omicida trovare una vittima il cui volto fosse congruente in diverse decine di punti con le icone di Cristo diffuse nell'arte bizantina; e, soprattutto, "pestare a sangue" l'uomo in maniera adeguata, in modo da ottenere determinati gonfiori del viso riprodotti nelle icone.
Ne avrebbe dovuti uccidere parecchi prima di raggiungere il suo scopo: sarebbe stato, quindi, un serial killer imprendibile...

Anche altri particolari, come l'apparente assenza dei pollici e la posizione più flessa di una gamba, sono in sintonia con le antiche raffigurazioni del Cristo morto, ma difficilmente riproducibili con un qualsiasi cadavere. Procurare alla vittima, ormai deceduta, una ferita del costato con una lancia romana, facendone uscire sangue e siero separati, non è assolutamente un esperimento facile da compiere.

Altrettanto arduo sarebbe stato mantenere il cadavere avvolto nel lenzuolo per una trentina di ore impedendo il verificarsi del fenomeno putrefattivo, processo accelerato dopo decessi causati da un così alto numero di gravi traumi. Un'altra difficoltà, ma non di minor peso, sarebbe stata quella di prevedere che da un cadavere si potesse ottenere un'immagine così ricca di particolari; infine, sarebbe impossibile togliere il corpo dal lenzuolo senza il minimo strappo o il più lieve spostamento che avrebbero alterato i contorni delle tracce di sangue.

La realizzazione artificiale della Sindone è impossibile ancora oggi; a maggior ragione nel Medio Evo. Nonostante queste considerazioni, c'è ancora chi propugna ipotesi insostenibili.

____

La conclusione della dottoressa Marinelli sembra profetica.
"C'è ancora chi propugna ipotesi insostenibili" per l'appunto come quella di Luciano Buso.
La prossima volta diranno che l'hanno fatta gli alieni? E quelli dell'UAAR esulteranno ancora una volta (vanamente)!


2 commenti:

  1. Poverini, hanno solo voglia di vedere il loro nome su un giornale e ricevere qualche momento di gloria nonostante la loro ignoranza abissare in materia.

    RispondiElimina
  2. Ho letto i commenti del link riportato, devo ammettere che la loro ignoranza è senza limiti! Il loro unico scopo è cercare di distruggere la Chiesa, la Madre di Dio e quanti seguono con Amore e per Amore di nostro Signore i suoi insegnamenti.La Chiesa ad opera dello Spirito Santo è ancora in piedi dopo duemila anni di storia (nonostante tutto), perchè come sta scritto: "Le porte degli inferi non prevarranno contro di Essa".

    RispondiElimina