tratto da Uccronline.it
L’invas-ateo Piergiorgio Odifreddi si è fatto semplicemente ateo, o meglio, moderato. Si è tolto (per quanto?) la veste dell’uaarino e si è messo quella dell’ateo devoto. Ovviamente è un ruolo che “puzza” molto di macchiavellica trovata commerciale, utile per poter far arrivare il suo libro anche all’area più “civilizzata” della società. In fondo Odifreddi non ha più nulla da perdere, ed è questo che appare nel suo ultimo libro: “Caro Papa, ti scrivo. Un matematico ateo a confronto con il papa teologo” (Mondadori 2011). Lo ha presentato durante una puntata di “Bookstore”, programma di cultura e letteratura su LA7 condotto da Alain Elkann, sconvolgendo presentatore e ospiti.
Incomincia subito scusandosi di aver dato del “tu” al Papa, giustificando che il titolo arriva dalla nota canzone di Lucio Dalla (“Caro amico ti scrivo“). Più avanti dirà, docile come un agnellino, che «non mi sarei permesso mai di dargli del “tu”» (peccato che abbia dato del “cretino” a tutti i cristiani della storia). Definisce anche Benedetto XVI un “usurpatore”, perché avrebbe dovuto (e voluto) esserci lui al suo posto, in seminario infatti era entrato proprio per voler diventare Papa. Anche qui però, fuori dalla consuetudine, avverte subito di “stare scherzando”.
La sviolinata odifreddiana continua: «sembra strano che un matematico si rivolga ad un Papa, io ho però cominciato a sintonizzarmi sulle cose che diceva lui quando l’ho sentito ripetere due o tre volte, in discorsi diversi, il fatto che, secondo lui, l’esistenza stessa della matematica è una prova dell’esistenza di Dio. Allora questo diventa interessante, per uno come me che fa il matematico di professione». Il conduttore Elkann comincia ad insospettirsi di queste affermazioni, temendo siano solo la preparazione per una delle volgari bastonate a cui ci ha abituato Odifreddi. E invece lui continua: «Ovviamente l’argomento era quello dell’armonia prestabilita di Leibniz, e poi pian piano, prendendo i suoi vari discorsi, come quello di Ratisbona in cui lui ripete per quaranta volte la parola “Logos” (“ragione”), quando un matematico sente che un Papa parla della ragione e la identifica con la divinità, allora diventa interessante».
Silvia Ronchey che siede al suo fianco, già sostenitrice della rivisitazione illuminista sulla filosofa Ipazia a danno dei cristiani talebani e del vescovo Cirillo, comincia visibilmente ad impallidire, attendendo impazientemente che Odifreddi passi all’attaco del Pontefice. Ecco che Elkann decide allora di offrirgli una domanda che lo incoraggi, citando un verso polemico del suo libro. Odifreddi non coglie e continua assolutamente devoto: «Credo che questo Papa, Benedetto XVI, sia quello con cui un matematico, uno scienziato può dialogare meglio. Non che io lo abbia mai fatto personalmente, anche se evidentemente mi piacerebbe». Esce fuori allora il mancato incontro con Benedetto XVI, richiesto da Odifreddi stesso e dagli organizzatori del Festival della Matematica, qualche anno fa: «lo abbiamo invitato al Festival della Matematica dopo poco che erano successi i fatti de La Sapienza. Abbiamo infatti pensato di andare noi da lui, c’erano diversi Premi Nobel e medaglie Fields, e di andare a sentire queste parole, quali erano le sue idee sulla matematica. Lui però era in viaggio come Capo di Stato. La speranza però non è perduta e io spero che un giorno mi arrivi una telefonata…».
Dopo la ripresa pubblicitaria l’attenzione è rivolta solo a lui e gli altri ospiti sono sorpresi quanto il conduttore. Alain Elkann arriva a chiedere a Odifreddi se il rispetto e la stima che prova verso questo Pontefice sia per il Capo di Stato oppure proprio per la figura religiosa. Lui risponde che «nel libro, addirittura, lo tratto un pò -non so se sia permesso, ma l’ho fatto- da collega. E’ un Papa teologo e filosofo e su questo si può parlare. Io certo non potrei permettermi di parlare con un Capo di Stato». Alla domanda se riconosca Ratzinger come un vero intellettuale, Odifreddi replica: «devo confessare avevo molti pregiudizi, come spesso si ha prima di conoscere, quando poi ho letto il suo libro “Introduzione al cristianesimo”, mi sono ricreduto. Effettivamente penso che Ratzinger fosse, almeno dal mio punto di vista, un grande teologo». A questo punto la Ronchey, allibita, esplode: «Si sta convertendo Odifreddi! Si sta ricredendo! E’ sconvolgente! Odifreddi che rende omaggio al Papa…»…lui sorride e borbotta. Verso la fine dirà che la conversione è solo di tono, cioè non vuole più fare polemica.
Anche Luigi Accattoli, vaticanista de Il Corriere della Sera, si stupisce per il libro di Odifreddi e reagisce (ironicamente?) come la Ronchey, sostenendo addirittura che «non sorprenderebbe granché se un giorno Piergiorgio Odifreddi si convertisse al cristianesimo, al quale appartenne da giovane: raramente si era visto un ateo dichiarato dedicare tanto tempo a discutere con i credenti».
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