lunedì 14 novembre 2011

Einstein, l'ateismo, l'esistenza di Dio e la questione del male




Il 30 settembre 2009 pubblicai la traduzione italiana di un video già circolante nei circuiti cattolici europei. Il successo fu immediato. In poco tempo le visite raggiunsero l'ordine delle migliaia. ed il video cominciò ad essere copiato e riproposto in altri canali del Tubo. Aveva sortito l'effetto desiderato, quello di stimolare una riflessione sull'esistenza di Dio.

Se ancora non avete visto il breve filmato lo trovate di seguito.






Se ad oggi la soglia delle 71.000 visite è superata, a sorprendere ancora di più delle visite è il numero di commenti postati sotto il video (circa 500). Alcuni di questi sono positivi, altri, la maggioranza, sono di natura polemica.
Infastiditi dal filmato sono stati sopratutto gli atei, infuriati dalla trasposizione in video di un celebre aneddoto attribuito al più grande scienziato del '900, Albert Einstein.

Alcuni hanno contestato la fede in Dio di Einstein, altri hanno intavolato discussioni sulla realtà del male. 

Con il presente post vorrei rispondere ai primi, pubblicando una serie di lettere dello scienziato a dir poco eloquenti. Leggerano, lor signori atei, o come amava definirli Einstein coloro che "non possono sentire la musica delle sfere" quanto incideva la fede in Dio sulla sua vita di scienziato.

Ecco di seguito alcune sue lettere. Buona lettura!


"La scienza contrariamente ad un'opinione diffusa, non elimina Dio. La fisica deve addirittura perseguitare finalità teologiche, poichè deve proporsi non solo di sapere com'è la natura, ma anche di sapere perchè la natura è così e non in un'altra maniera, con l'intento di arrivare a capire se Dio avesse davanti a sè altre scelte quando creò il mondo"
(Holdon, The Advancemente of Science and Its Burdens, Cambridge University Press, New York 1986, pag. 91)


"Gli atei fanatici sono come schiavi che ancora sentono il peso delle catene dalle quali si sono liberati dopo una lunga lotta. Essi sono creature che - nel loro rancore contro le religioni tradizionali come 'oppio delle masse' - non posso sentire la musica delle sfere".
(Isaacson, Einstein: His Life and Universe, Simon e Schuster 2008)


"Io non sono ateo e non penso di potermi definire panteista. Noi siamo nella situazione di un bambino che è entrato in una immensa biblioteca piena di libri scritti in molte lingue. Il bambino sa che qualcuno deve aver scritto quei libri, ma non sa come e non conosce le lingue in cui sono stati scritti. Sospetta però che vi sia un misterioso ordine nella disposizione dei volumi, ma non sa quale sia. Questa mi sembra la situazione dell’essere umano, anche il più intelligente, di fronte a Dio. La convinzione profondamente appassionante della presenza di un superiore potere razionale, che si rivela nell’incomprensibile universo, fonda la mia idea su Dio". 
(Einstein: His Life and Universe, Simon e Schuster, pag. 27)


"Quello che vedo nella natura è una struttura stupenda che possiamo capire solo in maniera molto imperfetta e davanti alla quale la persona riflessiva deve sentirsi pervasa da un profondo senso di ‘umiltà’. È un sentimento sinceramente religioso che non ha nulla a che vedere con il misticismo. La mia religiosità consiste in un’umile ammirazione di quello Spirito immensamente superiore che si rivela in quel poco che noi, con il nostro intelletto debole e transitorio, possiamo comprendere della realtà. Voglio sapere come Dio creò questo mondo. Voglio conoscere i suoi pensieri; in quanto al resto, sono solo dettagli". 
(Einstein: Pensieri di un uomo curioso, Mondadori '97)



"Ciò che veramente mi interessa è se Dio avesse potuto fare il mondo in una maniera differente, cioè se la necessità di semplicità logica lasci qualche libertà". 
(S. W. Hawking e W. Israel, Einstein. A Centenary Volume, Cambridge University Press 1987)


"Chiunque sia veramente impegnato nel lavoro scientifico si convince che le leggi della natura manifestano l’esistenza di uno Spirito immensamente superiore a quello dell’uomo, e di fronte al quale noi, con le nostre modeste facoltà, dobbiamo essere umili".
(H. Dukas and B. Hoffmann Albert Einstein: the Humane side, Princeton 1989, p. 32)


"La mia religiosità consiste nell’umile ammirazione dello spirito infinitamente superiore che rivela se stesso nei minimi dettagli che noi siamo in grado di comprendere con la nostra fragile e debole intelligenza".
(Brian, Einstein a life, 1996)


"Io non sono positivista. Il positivismo stabilisce che quanto non può essere osservato non esiste. Questa concezione è scientificamente insostenibile, perché è impossibile fare affermazioni valide su ciò che uno “può” o “non può” osservare. Uno dovrebbe dire: "Solo ciò che noi osserviamo esiste". Il che è ovviamente falso".
(Brian, Einstein a life, 1996)


"Dio non gioca a dadi"
(Einstein e Bohr, Scienza e vita, lettere '16-'55, Einaudi 1997, pag. 176)



1 commento:

  1. “La opinione generalizzata secondo la quale io sarei un ateo si fonda su un grande errore. Chi lo deduce dalle mie teorie scientifiche non le ha comprese, costui mi ha interpretato male e mi fa un cattivo servizio se divulga informazioni erronee a riguardo del mio rapporto con la religione. Io credo in un Dio personale (Ich glaube an einen personlichen Gott) e posso dire con piena coscienza che nella mia vita non mi sono mai adattato ad una concezione atea della vita.”
    Albert Einstein (Deutsches Pfarrblatt, Bundes-Blatt der Deutschen Evangelischen Pfarrvereine,1959, 11).

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