martedì 24 febbraio 2009

Cannibalismo sovietico


tratto da Il Timone.org

Per strappare le terre ai contadini e procedere sulla via della collettivizzazione, Stalin non ebbe scrupoli nell’affamare milioni di uomini.

Si calcola che nella sola Ucraina, al principio degli anni ’30, trovarono la morte circa 6 milioni di esseri umani. Un autentico "Olocausto", pari per quantità di vittime a quello degli Ebrei per opera dei Nazionalsocialisti, del quale poco si parla e men che meno si fanno commemorazioni. A quel tempo, i casi di cannibalismo erano così diffusi che il Governo sovietico, allarmato dall’estensione del tragico fenomeno, fu costretto a stampare manifesti con i quali si informava la popolazione che "mangiare il proprio figlio è un atto di barbarie".

Si capisce dove sia nato il detto, frequente nell’immediato dopoguerra italiano e nell’acceso clima di scontro ideologico, secondo il quale i comunisti "mangiavano i bambini".

A noi resta il fatto che quando una società vuole fare a meno di Dio autore della vita, anzi gli si oppone, non può portare altro che alla morte. La storia, anche recente, conferma.


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