giovedì 5 febbraio 2009

L'idolatria del quoziente intellettivo e il quoziente del cuore.



Può essere annoverata tra le moderne forme di idolatria…parliamo del “QI”, o “quoziente di intelligenza”. La “moda” è stata lanciata qualche anno fa ed inaspettatamente per mezzo di riviste ed accessori elettronici è diventata in breve tempo una vera mania.
Se ne parla perlopiù d’estate, quando sulle riviste da spiaggia immancabilmente si trova il test per misurare il QI e sapere l’ “età della mente”.
Ultimamente poi, grazie ad alcuni software e apparecchi elettronici, il Q.I si può perfino allenare. Che possa essere adottato in pediatria o in psicologia…mi sta pure bene, ma cosa cambia un numero nella vita di una persona? Nulla.

Ma dato che le mode quasi mai vengono a caso, anche dietro il Q.I si nasconde un rischio non indifferente.
Chi lo sa che dietro al fenomeno si nascondono in realtà particolari tecniche in uso nelle psicosette? Ma ancor di più chi sa che dietro ai corsi a pagamento per aumentare il Q.I. c’è spesso Scientology?

Faccio mia una proposta che già fece qualche anno fa Raniero Cantalamessa: anziché parlare tanto di Q.I, iniziamo a calcolare il Q.C., ovvero il quoziente di cuore

Solo l’amore infatti redime e salva mentre la scienza e la sete di conoscenza, da sole, possono portare alla dannazione. È la conclusione del Faust di Goethe ed è anche il grido lanciato da Ermanno Olmi regista del film “Cento chiodi” che fa inchiodare simbolicamente al pavimento i preziosi volumi di una biblioteca, facendo dire al protagonista che “tutti i libri del mondo non valgono una carezza” (2).

Lo diceva san Paolo “La scienza gonfia, l’amore edifica” (1 Cor 8,1).

E allora è l'occasione buona per fare un bell'esame di coscienza.
Com'è messo il nostro Quoziente di cuore?



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