giovedì 26 gennaio 2012

Il Cimitero fa rumore....


Sembrerà un pò strano, e anche un po surreale,  ma a volte non c'è modo migliore per riflettere e schiarirsi le idee, di fare una passeggiata all'interno di un Cimitero, lo dice anche il famoso psichiatra Vittorino Andreolli nel suo libro "Preti" riguardo al silenzio che permette di ritrovare se stessi.
Per un credente però il Cimitero (da Koimeterion in greco, cioè luogo del sonno), non è solo il luogo dove riposano i defunti, ma un posto santo, dove chi ci ha preceduto attende la Risurrezione e dove si ha la possibilità di pregare per i nostri cari e chiedere a nostra volta preghiere per noi. Ciò trasforma assolutamente il senso quasi oscuro che hanno assunto i Cimiteri per ricordarci la bellezza di un'altra certezza di fede : La comunione della Chiesa terrestre con quella "purgante" e celeste.

Se però è facile "smascherare" e rovesciare questo senso tetro di ciò che una volta veniva definito "camposanto", è molto più difficile stanare un altro subdolo tentativo che la cultura odierna sta portando nei confronti del sacro. A chi frequenta spesso i cimiteri e ha spirito di osservazione, non sarà sfuggita una realtà molto particolare che si sta verificando e che è espressione di un sottile cambiamento di pensiero. Il tema sacro degli epitaffi tombali e le relative immagini, stanno lasciando via via il posto ad angioletti, detti filosofici, fotografie con bellissimi sfondi di tramonti o albe chiare.... La presenza della Croce, simbolo della sofferenza redentiva di Cristo e quindi della morte che non dice l'ultima parola sulla vita, è soppiantata dalla dolcezza dell'angioletto new age , o dagli oggetti più cari del defunto (soprattutto se giovane...) che vengono spesso incastonati nelle lapidi....

Andando a toccare temi così profondi come il senso della morte ed  il dolore del distacco, in  noi battezzati dovrebbe emergere il dono profondo della fede cristiana che permette di superare tali momenti per non abbandonarsi alla disperazione.  Ciò avviene sempre meno. Il senso della morte sta assumendo toni paganeggianti, new age, un vago credere nell'esistenza della vita ultraterrena in un mondo simile ai "Campi Elisii" greci o romani. Oppure una celata imitazione degli antichi egizi che usavano seppellire con gli effetti personali il  defunto, e non poche volte capita di vedere pacchetti di sigarette e altri piccoli oggetti.

Da questa breve riflessione si possono trarre due conclusioni: il nuovo modo di pensare il sacro, quasi come magico, sta pian piano invadendo allargandosi a macchia d'olio, larghi strati della società cattolica, anestetizzando la fede e la cultura senza nemmeno fare rumore ed approfittando dei sentimenti più intimi e reconditi dell'essere umano.
Inoltre la Chiesa gerarchica, istituzionale, appare a volte inerme o disinformata o addirittura condiscendente a questi fenomeni, per paura di svuotare ancora più le chiese o di sembrare fondamentalista. Lungi dall'essere tali, si vuole solo denunciare un fenomeno, silenzioso quasi nascosto che si nota anche in luoghi così importanti e carichi di valore per la nostra Tradizione cattolica e che sono lo specchio del mondo e del modo in cui viviamo.

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