martedì 21 febbraio 2012

Attratti dalla Bellezza che chiama


Quante volte ci è capitato di rimanere estasiati a contemplare un variopinto panorama, un'alba, un tramonto o la perfezione di un piccolissimo particolare. Il cuore si riempie di gioia mentre in una frazione di secondo si ha la limpida certezza che quella perfezione, quella bellezza che ci sta facendo palpitare è qualcosa di assolutamente divino

Riconosciamo in quel bello una forza irresistibile che ci spinge verso una Bellezza che trascende ogni bellezza e che di quella bellezza è la Fonte. Allora subentra in noi una gioia inesprimibile, una pace inspiegabile e sentiamo un misterioso amore avvolgerci e scaldarci il cuore.

La Bellezza ci trae a sé, ci attrae, ci chiama e chiamandoci alimenta in noi l'amore.
Questo concetto, ben noto al mondo ellenistico, è ricorrente nel Nuovo Testamento laddove ad esempio si parla di chiesa, ecclesìa, ek-kaléo (chiamati da) nei termini di un'assemblea di convocati, chiamati, adunati "dal" Bello (kalos - parola che deriva da kaléo).

I fedeli sono chiamati, convocati, perché attratti dal Bello, anzi dalla stessa Bellezza. Ragion per cui il Pastore della parabola lucana è Bello (e non  semplicemente buono come generalmente viene tradotto) e "le pecore lo riconoscono" in virtù di quell'immediatezza che la Bellezza porta in sé e che la bontà, esigendo la conoscenza, non ha. 

Occorre aprire gli occhi alle infinite sfumature della bellezza che ci circonda, ed imparare lo stesso stupore che nasce dalla gioiosa curiosità dei bambini, per potersi soffermare a contemplare il quotidiano e riconoscere in esso l'inconfondibile firma di Dio. 
Allora sì che, l'inesorabile bellezza, inarrestabile per natura, salverà il mondo.




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