sabato 7 febbraio 2009

La Testimonianza di Salvatore Crisafulli...ascoltavo tutto!



Ero prigioniero del mio corpo, ma ho sempre voluto vivere!

"Io capivo, sentivo, aprivo e chiudevo gli occhi per attirare l'attenzione dei medici ma loro parlavano di movimenti casuali. Io ero muto ma gli uomini sani e sapienti erano sordi. ora ringrazio chi in quegli anni mi parlava come uomo e mi confortava come amico".

Sono parole che dovrebbero farci riflettere queste di Salvatore Crisafulli uscito dallo stato di "coma vegetativo" dopo due anni di limbo.

Di seguito il breve servizio che ieri sera venerdì 6 febbraio 2009 il Tg1 ha mandato in onda:




Vi propongo inoltre la storia di Jan: sveglio dopo 19 anni

Non sia mai detto che una persona in coma sia destinata solo alla morte. Basta ricordare, per chi ha memoria, il caso – assai cinematografico, tanto che rammenta il film Goodbye Lenin in cui una donna va in coma con il Muro di Berlino in piena efficienza e si risveglia dopo la sua caduta – ma molto istruttivo di Jan Grzebski: ferroviere polacco di 65 anni, risvegliatosi dal coma nel 2007 dopo 19 anni.
Molti di più di quelli d’immobilità di Eluana Englaro, pur con le dovute differenze e analogie.
Costretto all’immobilità dopo un incidente nel 1988 – in piena Polonia comunista del generale Jaruzelski – a Grzebski i medici avevano dato, al massimo, 2 o 3 anni di vita.
Ma la moglie Geltrude aveva creduto nel suo risveglio. E ha avuto ragione. «Mia moglie Gertruda mi ha salvato, non lo dimenticherò mai» disse Grzebski, intervistato dalla tv polacca, a giugno dello scorso anno, poco dopo il risveglio. E per spiegare meglio la situazione, i medici del ferroviere chiarirono: «Per 19 anni la signora Grzebska ha svolto il lavoro di un team esperto di terapia intensiva, cambiando ogni ora la posizione del marito in coma per prevenire piaghe da decubito». La signora Geltrude dunque è stata capace di salvare il marito, contro ogni apparenza. Ma con Eluana forse questo non accadrà. A pochi giorni dal risveglio il ferroviere polacco, comunque, era riuscito a percepire gli epocali cambiamenti vissuti in 19 anni dalla vecchia Polonia: «Quando sono entrato in coma c’erano solo thè e aceto nei negozi, la carne era razionata e c’erano ovunque code per la benzina. Ora vedo la gente in strada con i cellulari e c’è così tanta merce nei negozi che mi gira la testa». E poi gli erano nati ben 11 nipotini.

LUIGI FERRAIUOLO (Avvenire)

Nessun commento:

Posta un commento