venerdì 13 febbraio 2009

Casualisti? Dogmatici e non scientifici...


Nel libro di Vittorio Messori, intitolato "Inchiesta sul Cristianesimo",
lo scrittore cattolico ricorda un efficace esempio dell'astronomo e matematico Fred Hoyle, nel capitolo dedicato all’intervista di Margherita Hack, la famosa astrofisica che sostiene strenuamente la causa del caso (scusate il gioco di parole) e che appare puntualmente in tv ogni volta che qualche scienziato parla di Dio per ricordare ai telespettatori che esistono anche scienziati non credenti.


Dice Hoyle:


Ma è possibile che il caso abbia prodotto anche soltanto gli oltre duemila enzimi necessari al funzionamento del corpo umano? Basta una piccola serie di calcoli al computer per rendersi conto che la probabilità che questo sia avvenuto casualmente è pari alla probabilità di ottenere sempre 12, per 50.000 volte di fila, gettando due dadi sul tavolo (due dadi non truccati, ovviamente). Più o meno la stessa probabilità del vecchio esempio della scimmia che, battendo su una macchina da scrivere, finirebbe con lo sfornare tutta intera la Divina Commedia, con capoversi e punteggiatura al punto giusto. E questo, ripeto, solo per gli enzimi, perché l’improbabilità raggiunge livelli ben più pazzeschi se ci si allarga a tutte le innumerevoli condizioni necessarie alla vita: tutti ‘numeri’ usciti da cilindro del caso? Se si risponde sì, si esce dalla ragione”.

E' davvero confortante sentir dire da uno scienziato, che di ragione se ne intende, che fare ricorso al caso per spiegare la complessità dell’universo equivale ad uscire dall'alveo della ragione.

I cattolici sarebbero superstizioni e dogmatici?

Tutt'altro, stando a molti scienziati, è proprio chi si rifà al caso ad essere dogmatico e non scientifico!


Nessun commento:

Posta un commento