domenica 19 luglio 2009

Orrore cinese: tra cannibalismo e traffico di organi


da un articolo di Domenico Bonvegna

tratto da Il Mascellaro.it

[...] Respinti prima di addentrarsi a descrivere gli orrori del regime comunista cinese di oggi, ci racconta di un episodio poco conosciuto, gli atti di cannibalismo, ddurante la rivoluzione culturale, si i comunisti mangiano i bambini. Furono degli atti rituali, "I cosiddetti 'nemici del popolo', ovvero tutti coloro che venivano sommariamente e arbitrariamente definiti tali dai guardiani zelanti della rivoluzione, furono cioè divorati in adunate di massa. Le vittime erano macellate e alcune parti dei loro corpi asportate, talvolta quando ancora in vita, infine cucinate…" (pag. 98).

Certo non è la prima volta che accadono episodi di cannibalismo, Eugenio Corti, ha riportato testimonianze dirette di scene di cannibalismo nell'Unione Sovietica, ma qui erano gesti disperati ed estremi dovuti alla carestia, alla fame. Invece nella Cina degli anni 60 si trattò di un vero e proprio rito politico consumato con cosciente lucidità ideologica in un contesto paraliturgico e in un tempo in cui nessuno nel Paese asiatico moriva oramai più di fame. Quanti disgraziati sono stati divorati in questo modo? Si chiede Respinti, pare almeno diecimila.

Scriveva Massimo Introvigne sul settimanale di cultura "Il Domenicale"il 23 settembre 2006, i banchetti di carne umana non miravano a placare la fame, ma erano definiti dimostrazioni esemplari di eliminazione, il cui scopo era di terrorizzare ogni potenziale dissidente e infliggere al 'nemico', cioè a chiunque la pensasse diversamente da Mao, e ai suoi figli, un trattamento che mostrasse a tutti che il regime non li considerava persone umane. Ci furono casi in cui dei bambini furono mangiati davanti ai genitori e viceversa. Donne orrendamente torturate prima di finire sul tavolo dei "banchetti di carne umana". Addirittura anche le guardie rosse finivano macellate, si facevano strappare brandelli di carne, gridando "Viva Mao", "Viva il Partito", convinte che il "Grande Timoniere"ignorasse o disapprovasse le atrocità. Non sono fantasie, i documenti esistono, basta utilizzarli.

Dal cannibalismo di ieri si passa al commercio di organi umani oggi. Ai banchetti di carne umana si è sostituita la vendita di pezzi di cadaveri umani usati come parti di ricambio, riciclaggio di corpi (pag. 102). Esiste un dossier sulle turpitudini che si commettono ogni giorno in Cina, un libro da leggere e meditare, si tratta di Cina. Traffici di morte.

Il commercio degli organi dei condannati a morte. Pubblicato a Milano da Guerini e Associati, curato da Maria Vittoria Cattania e da Toni Brandi. Il dossier è una vera e propria galleria degli orrori, l'unico rischio è che un libro così resti confinato a una ristretta cerchia di persone, purtroppo è il rischio che corrono tanti altri libri che raccontano fatti che dovrebbero essere il pane quotidiano a trasmissioni come Porta a Porta, Anno Zero, Matrix etc. I reportage della Laogai Research Foundation, scrive Respinti dovrebbero essere insegnate nelle scuole, dove si fa troppa retorica e si parla solo di cose che fanno comodo.

Attenzione conclude Marco Respinti nell' epilogo, l'incubo cinese, non è solo l'incubo 'degli altri', l'incubo di coloro che vivono quotidianamente i suoi orrori, più di un miliardo e 300 milioni di persone, e però si arrangiassero, noi che possiamo farci. Quello cinese è anche l'incubo nostro.

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