mercoledì 7 marzo 2012

Il Papa, la bufala delle scarpe di Prada e altre balle



E' una delle più diffuse bufale anticlericali del nostro tempo. Alzi la mano chi, almeno una volta, non ha sentito dirsi da qualcuno: "Il Papa ha le scarpe di Prada!". Questa espressione, spesso sulla bocca di giovani con pregiudizi nei confronti della Chiesa, è in realtà una grossolana bufala.

Per la precisione è stata la prima bufala del pontificato di Benedetto XVI, apparsa appena pochi mesi dopo la sua elezione. 
Colpa del quotidiano britannico The Indipendent, citato a sproposito dal nostrano La Repubblica, notoriamente ghiotto di notizie anticlericali. 

Tanto è bastato per confezionare la leggenda metropolitana: il Papa veste Prada, vive nel lusso, è servito e riverito mentre nel mondo c’è gente che muore di fame. 
Per farsi una idea della diffusione della falsa notizia, basta digitare su Google le parole Papa e Prada. Risultato, 6.310.000 pagine tra articoli, gruppi facebook, video, senza contare immagini e vignette satiriche.

Peccato però che a realizzare le scarpe papali non sia Prada, ma il sarto novarese Adriano Stefanelli
Quanto al rosso, poi, il famoso marchio modaiolo non c'entra un fico secco. 
Il rosso è il colore dei cardinali  ed indica da sempre il sangue del martirio. 
Riguardo agli "scandalosi costi"? Le scarpe sono regalate dall'artigiano perché "la passione paga più del denaro" e quando si rovinano è Antonio Arellano, un calzolaio peruviano (nella foto), a riparale.

Spesso la bufala delle scarpe di Prada è accompagnata da un'altra insopportabile balla: "Se il Papa vendesse il suo grosso anello d'oro sfamerebbe l'Africa intera". 
L'anello che in realtà ha il valore commerciale di due fedi nuziali, oltre al suo indubbio valore legato alla Tradizione, ha la funzione di timbro per sigillare i documenti ufficiali. E' d'oro, sì, ma è sempre lo stesso da secoli. Alla morte di ogni Papa, infatti, viene rotto con un martelletto, rifuso e riutilizzato per il Pontefice successivo.

Questi due esempi dimostrano quanto "la mentalità corrente sia dettata da luoghi comuni, falsi, e pregiudizievoli, e come coloro che credono di essere informati e autonomi nel giudizio in realtà siano i più pilotati dai menzogneri dell’anticlericalismo di professione o schiavi della loro stessa ideologia".

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