domenica 11 marzo 2012

Lungo il cammino si disseta al torrente, perciò solleverà la testa



Detto questo, Gesù uscì con i suoi discepoli e andò di là dal torrente Cèdron (Giovanni 18.1)

Cedron, ovvero ' triste ',' nera tristezza ', è il ruscello che dà il nome alla valle che attraversa, lasciando su di essa la traccia di quel non-colore, il nero, che indica la notte e il peccato. Gesù lo attraversa con i suoi discepoli, si bagna nelle sue acque, sceglie di annerirsi in esso
Non teme il peccato Colui che venne nel mondo per spezzarne il pungiglione. 

"Lungo il cammino si disseta al torrente, perciò solleverà il capo" (Salmo 109,7)

Il Cristo si disseta alle acque mortifere simboleggiate dal Cedron, prosciugandole. Evita così all'impeto dei flutti di annientare la nostra fragile umanità. Eppure la sua sete non si estingue
Ha sete Gesù, una inestinguibile sete d'amore che "le grandi acque non possono spegnere" (Ct 8,7), per questo domanderà ancora dell'acqua dalla croce: "Ho sete".

"Se il Signore non fosse stato con noi", se non avesse preso su di Sé i nostri peccati, che sarebbe stato di noi tutti?
"Acque ci avrebbero travolti; un torrente ci avrebbe sommersi, ci avrebbero travolti acque impetuose" (Salmo 123). Ma Cristo non ci ha lasciati annegare nelle acque delle nostre iniquità, Egli, nuovo Mosé, ci ha fatti passare indenni attraverso di esse.  

Non indugiò in quelle acque, non vi rimase invischiato, passò oltre e con lui, anche noi. 

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