C'erano una volta il principe azzurro e la principessa di rosa vestita, i reparti delle giocattolerie per bambini e quelli per bambine. C'erano, per l'appunto, perché come scrive Antonella De Gregorio sul CorSera si fa strada una certa corrente di pensiero desiderosa di combattere l'“apartheid” dello shopping, favorendo, sopratutto tra i bambini, spazi dove ciascuno di questi "possa essere (al contempo) guerriero e principessa".
Nell'era del politicaly correct, anche un reparto "specializzato" può urtare eccessivamente la sensibilità dei bambini. D'altronde lo dicono anche gli studiosi, quelli pagati dalle lobby omosessualiste, che gli stereotipi nuocciono gravemente alla salute dei pargoli! E allora, bando agli eccessi di blu per i maschietti e di rosa per le femminucce, tutte cose che fanno deviare da una posizione "articolata all'interno dei generi"!
Così, grandi catene di giocattoli, come la Hamleys, che nel cuore di Londra gestisce una struttura di sei piani, hanno deciso di correre ai ripari, mettendo fine, una volta per tutte, alla tradizionale divisione del settore ludico, e di conseguenza ad anni di certezze topografiche. Niente più piano rosa e piano blu, giudicati troppo discriminanti, al loro posto ecco delle belle targhe bianche, neutre, con su scritti solo i tipi di giocattoli in vendita.
Risultato? Le lobby omosessuali gioiscono per l'ulteriore traguardo raggiunto, ed i bambini, con i loro genitori al seguito, non sanno più dove trovare i giocattoli.
P.S. Consigliamo all'Hamleys Toy Shop di togliere dal loro sito le due voci TOP GIRLS e TOP BOYS (vedi foto). Non vorrei che si creassero problemi contrattuali con le lobby amiche, o peggio ancora che qualche coppia omosensibile con figli a carico (vedi Elton John e consorte) denunciasse il negozio.
Non basta, infatti, inserire un both (tra boy e girl) nel menù Gender del Toy finder per dormire sonni tranquilli!
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