mercoledì 28 dicembre 2011

Se la Parrocchia adotta un bimbo




di Nerella Buggio
tratto da CulturaCattolica.it

Una famiglia con tre figli, una persona sola che lavora, una gravidanza inaspettata, la data già fissata per un aborto.
Poi qualcosa deve aver spinto quella madre ad andare a parlare con il parroco don Maurizio De Sactis che tutti chiamano “padre Nike”, per via della sua passione per la musica rock e il ballo e il suo abbigliamento sportivo, troppo sportivo, dicono alcuni. 

Quel prete ex scavezzacollo, che sognava di fare il ballerino alla Scala e poi invece è diventato frate e sacerdote, quel prete arrivato da poco alla Parrocchia di Santa Rosa, quartiere Rosa tra i più popolosi di Livorno, e così parla e discuti, si è arrivati al dunque.

Se il problema di questo quarto figlio, sono i soldi che mancano, a far fronte alle spese ci penserà la parrocchia. Punto.

Tutti i giornali titolano “La parrocchia adotta un bambino” e qualcuno che non ha letto nemmeno l’articolo già si strappa le vesti e pensa a una – discriminazione - una parrocchia adotta un bambino e una coppia gay non può farlo? 

Dimenticando che non può essere la povertà, la paura del futuro, la solitudine a causare l’eliminazione di una nuova vita, come con semplicità ci sta testimoniando questo sacerdote che dice di sé: «Sono cotto di Dio. Per questo motivo gli amici mi chiamano Skizzo, è uno pseudonimo che preferisco e che mi sono dato io, skizzato per l’amore per Dio».
Con semplicità e concretezza, don Maurizio, ha offerto a una famiglia la possibilità di diventare custodi di una nuova vita, ai loro tre figli l’esempio di come una comunità possa essere un luogo di sostegno e di compagnia, alla comunità l'occasione per essere in concreto Chiesa e a questo bambino la salvezza da una morte certa.

Che dire, se è possibile a lui dev'essere possibile anche a noi.

Buon Natale!!!

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