domenica 11 dicembre 2011

Odifreddi e le statistiche fai da te




Il 30 novembre 2011 il "matematico impenitente" ha scritto nel suo blog un mostruosità che merita di essere letta.
Parlando di medici cattolici ha affermato:

«Io invece mi preoccupo se un medico è cattolico. Perché uno che creda che si possono sanare i ciechi sputando per terra e impastando loro gli occhi con il fango, o che si può rimanere incinte per fecondazione angelica, e più in generale che il corso delle cose viene a volte mutato da interventi soprannaturali, mi da molto poco affidamento». 

«Che poi si riesca a usare la ragione i giorni settimanali, e credere a quelle cose la domenica, mi preoccupa ancora di più, dal punto di vista della sanità (mentale). Questo non significa che non credo non possa avere altri problemi, ma chi crede certamente ha quelli».

Concludendo, poi, in bellezza con una vera perla di saggezza atea:

«Infatti, il 94 per cento degli scienziati mondiali non crede, e del rimanente 6 per cento, la quasi totalità è ebrea o protestante, non cattolica: qualcosa vorrà pur dire».

Dove Odifreddi abbia pescato questi dati proprio non lo sappiamo, ma intuiamo che debba trattarsi di qualche statista truffaldino dell'UAAR.

La verità, statistiche (vere) alla mano, è di fatto ben diversa.

Nel settembre 2011 sul “Journal for the Scientific Study of Religion” sono apparsi i risultati di uno studio sociologico tra scienziati e ricercatori d’elitè, nel quale si apprende che la maggioranza di essi (il 70%) vede il rapporto tra “fede e scienza” come non conflittuale, ma anzi «la religione e la scienza sono due valide strade della conoscenza».

Nel giugno 2010 invece, è stato dimostrato da un’altra ricerca pubblicata dalla Oxford University Press (mica pizza  fichi), che tra gli scienziati d’elite, «il 50% è religioso e la maggioranza dei restanti sono “imprenditori spirituali”, cioè lavorano per diminuire le tensioni tra scienza e fede».


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